Modifica di
Carnevale di Putignano
(sezione)
Vai alla navigazione
Vai alla ricerca
Attenzione:
non hai effettuato l'accesso. Se effettuerai delle modifiche il tuo indirizzo IP sarà visibile pubblicamente. Se
accedi
o
crei un'utenza
, le tue modifiche saranno attribuite al tuo nome utente, insieme ad altri benefici.
Controllo anti-spam.
NON
riempirlo!
==Storia== Il Carnevale di Putignano inizia il 26 dicembre: questo lo differenzia dagli altri Carnevali italiani che tradizionalmente spesso cominciano il 17 gennaio, giorno di grande importanza per la società contadina poiché dedicato a Sant’Antonio, protettore degli animali. La macellazione degli animali era, in un’ottica religiosa, una liberazione dal male data la loro associazione simbolica con il demonio e con il peccato, mentre, in un’ottica contadina, era una necessità poiché fonte di carne abbondante e grassa. Queste macellazioni, alla base di tradizioni carnevalesche odierne come cortei e mascherate, portavano già in sé i semi di una interdipendenza tra sacro e profano.<ref>Pietro Sisto, ''I giorni della festa: miti e riti pugliesi tra memoria e realtà'', p. 20</ref> [[File:Gruppi_mascherati.jpg|miniatura|Gruppi mascherati sfilano precedendo i carri allegorici]] Secondo una tradizione locale, il Carnevale di Putignano risale all’anno 1394. Inizialmente, era fatto di riti violenti e gesti molto forti non solo sul piano simbolico-allusivo, ma anche su quello fisico tanto da spingere le autorità competenti a emanare bandi e regolamenti per mettere un freno a violenze di ogni genere compiute da singoli individui o gruppi mascherati; violenze che spesso consistevano nel lancio di oggetti pesanti e pericolosi che variavano a seconda della classe sociale cui appartenevano i protagonisti delle mascherate. Questo Carnevale, che si rivelava sempre più violento e aggressivo, divenne, a partire dai primi anni del Novecento, più moderno e borghese, impostato sulla realizzazione di grandi carri di cartapesta e con protagonisti non più i contadini, ma la piccola borghesia urbana e gli artigiani. Si ha quindi una istituzionalizzazione del Carnevale di Putignano che perde in parte le sue caratteristiche contadine e arcaiche dal sapore magico e violento.<ref>Pietro Sisto, ''Omaggio ad Armando Genco e alla sua arte di carta tra satira e ironia'', p.12.</ref> A caratterizzare il nuovo Carnevale sono i carri allegorici in cartapesta e i gruppi mascherati che sfilano per le strade principali del paese la sera del Martedì Grasso e durante le tre domeniche precedenti. È piuttosto difficile, però, indicare precisamente la data d’inizio dei corsi mascherati. Alcune testimonianze orali raccontano di piccoli “carri allegorici” costruiti da artigiani e contadini a partire da carri agricoli addobbati con paglia e stracci per celebrare piccoli avvenimenti storici. Nel 1903 il contadino Piero Calisi costruì un treno di legno per celebrare l’arrivo della linea ferroviaria per Locorotondo, paese limitrofo. Nel 1912 una comitiva di maschere scese in strada su un carretto trainato da un asino per celebrare la conquista di Tripoli. Bisognerà aspettare il 1933 per la presenza di ideologie allegoriche e polemiche. Durante quest’anno la città vide sfilare il primo piccolo carro allegorico antiamericano del fabbro Filomeno Pagliarulo. Un bambino vestito in frak e bombetta, simbolo degli USA, sedeva di fianco ad un ragazzo dal volto nero, simbolo dell’emarginazione dei popoli “deboli” rispetto allo strapotere americano. Il regime fascista fu il punto di snodo dello sviluppo del Carnevale, sia perché durante questo periodo si riscontrò una forte industrializzazione del paese, sia perché i cittadini decisero di scendere per strada in “parata”. Lo stesso concetto di parata fu riportato in auge dal Regime che tentava un controllo tematico delle celebrazioni, mirando a trasformare la sfilata in un'occasione di propaganda politica e militare. Il podestà, posto a capo dell’amministrazione comunale, infatti, stanziava annualmente un montepremi e conferiva encomi alle mascherate che esaltavano il Regime. Durante questo periodo cominciò a prendere piede la lavorazione della cartapesta. Nel 1936 comparve il carro degli artigiani locali Filippo e Marino Pugliese, una struttura in legno sormontata da un elefante in cartapesta, simbolo del duce e della sua forza durante le imprese coloniali. Tutta la struttura era rinforzata da una rete metallica che le permetteva di essere “cavalcata” da sei persone; per la prima volta, era possibile muovere la proboscide dell’elefante mentre alcuni bambini, nascosti nella pancia, lanciavano coriandoli.<ref>Pietro Sisto, ''Omaggio ad Armando Genco e alla sua arte di carta tra satira e ironia'', pp.8-10.</ref> Il primo carro allegorico vero e proprio, ''Il porco è nostro'', fu realizzato nel 1938 dai maestri Rocco Faniuolo e Fedele Dalessandro. Il titolo del carro non solo confermava la centralità dell'animale all’interno del fenomeno carnevalesco ma riprendeva͔ tradizionalmente un vecchio detto che esprimeva la più grande soddisfazione per il raggiungimento di un obiettivo: in questo caso i due artisti esultavano per la conquista del potere da parte dei fascisti. [[File:Sfilata2.jpg|miniatura|Classificato al 2° posto nell'edizione del 2021]] Durante la Seconda Guerra Mondiale il Carnevale entrò in un periodo di crisi per svilupparsi in modo più ricco e spettacolare a partire dalla seconda metà degli anni Quaranta, parallelamente alla ricrescita economica del Paese. In questo periodo la sfilata diventa il simbolo del Carnevale di Putignano, che entra nella sua fase d’oro. Venne, infatti, introdotta la competizione, in vigore ancora oggi, tra i maestri cartapestai con premi che ammontavano, all’epoca, a 60.000 e 70.000 lire, e tra le maschere di carattere con premi tra le 1000 e le 5000 lire. Da un punto di vista artistico i maestri cartapestai iniziarono ad affinare la tecnica e la cartapesta trionfò come simbolo di questo Carnevale. Negli anni Cinquanta le tecniche subirono un’ulteriore evoluzione. Nella lavorazione cominciò a essere utilizzata anche l’argilla e cambiò il sistema di locomozione dei carri che, non più tirati a mano o da animali, iniziarono ad essere trainati da camion. Con l’arrivo nel 1954 della televisione in Italia, il Carnevale cambia ulteriormente forma: la radio lo pubblicizza, la televisione e il cinema ispirano i suoi nuovi protagonisti in cartapesta sempre più mastodontici e scenografici. Gli artisti prendono, adesso, ispirazione anche dai modelli comunicativi culturali. <ref>Pietro Sisto, ''Omaggio ad Armando Genco e alla sua arte di carta tra satira e ironia'', pp.14-19.</ref> Tra i soggetti preferiti ci sono “storie” e personaggi tratti dal mondo della televisione, delle favole e di Walt Disney (Topo Gigio, Pinocchio, gli elfi, i pirati e gli indiani e così via), ma anche dalla vita quotidiana, così come viene proposta dai grandi mezzi di comunicazione di massa. A metà degli anni Cinquanta il Carnevale ha terminato il suo processo di «sprovincializzazione» e svecchiamento e ha ottenuto la fama regionale e nazionale che possiede tuttora.<ref>Pietro Sisto, ''Omaggio ad Armando Genco e alla sua arte di carta tra satira e ironia'', p.20</ref>
Oggetto:
Per favore tieni presente che tutti i contributi a scrivowiki possono essere modificati, stravolti o cancellati da altri contributori. Se non vuoi che i tuoi testi possano essere alterati, allora non inserirli.
Inviando il testo dichiari inoltre, sotto tua responsabilità, che è stato scritto da te personalmente oppure è stato copiato da una fonte di pubblico dominio o similarmente libera (vedi
Scrivowiki:Copyright
per maggiori dettagli).
Non inviare materiale protetto da copyright senza autorizzazione!
Annulla
Guida
(si apre in una nuova finestra)
Menu di navigazione
Strumenti personali
Accesso non effettuato
discussioni
contributi
entra
Namespace
Pagina
Discussione
italiano
Visite
Leggi
Modifica
Cronologia
Altro
Ricerca
Navigazione
Pagina principale
Ultime modifiche
Una pagina a caso
Aiuto su MediaWiki
Strumenti
Puntano qui
Modifiche correlate
Pagine speciali
Informazioni pagina