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== Cubismo == Nella Parigi del 1906 sorse il Cubismo, movimento fondato e principalmente rappresentato dai pittori Georges Braque e Pablo Picasso. Come per il termine ''fauves'', il nome “Cubismo” derivò da un commento negativo di Vauxcelles: quando vide il dipinto ''Case all’Estaque'' (1908) di Braque affermò che il pittore era «un giovane molto audace», che «riduce tutto [...] a schemi geometrici, a ''cubi''<ref>Settis e Montanari, ''Arte. Una storia naturale e civile'', vol. 5, p. 122.</ref>». === Le differenze rispetto all’Espressionismo === Nonostante i cubisti si opponessero alla tradizione accademica come gli artisti dell’Espressionismo, rispetto a questi ultimi all’importanza delle emozioni anteposero l’indagine dello spazio. In questo senso, per il Cubismo fu di fondamentale importanza l’arte di Paul Cézanne, pittore che riuscì a descrivere la realtà in un modo nuovo sovvertendo le regole della prospettiva rinascimentale. Il risultato delle sue ricerche – la rappresentazione simultanea degli oggetti da diversi punti di vista – fu il punto di partenza del Cubismo<ref>Settis e Montanari, ''Arte. Una storia naturale e civile'', vol. 5, p. 126.</ref>. === Le tre fasi del Cubismo === Il Cubismo viene diviso in tre fasi: #Protocubismo o Cubismo formativo (1907-09) #Cubismo analitico (1909-11) #Cubismo sintetico (1912-13)<ref>Settis e Montanari, ''Arte. Una storia naturale e civile'', vol. 5, p. 123.</ref> === Protocubismo === Il Protocubismo è contrassegnato dall’unione dello studio della pittura di Cézanne all’arte primigenia, come dimostra l’olio su tela ''Les demoiselles d’Avignon''<ref>Il dipinto di Picasso raffigura delle “signorine” (“demoiselles”), nome che i borghesi utilizzavano per indicare le prostitute. Il dipinto, in effetti, è ambientato in un postribolo come confermano i titoli dell’opera, sia quello iniziale ''Le bordel philosophique'' (“Il bordello filosofico”), sia quello finale, che rimanda a una nota casa di tolleranza barcellonese: Bertelli e altri, ''Invito all’arte'', vol. 3, p. 1220.</ref> (1907) di Picasso. In questo dipinto, infatti, è possibile rintracciare richiami a vari modelli primitivi: alle maschere africane nei volti delle due donne sulla destra, ai ''koúroi'' greci<ref>Il ''koúros'' (in greco “ragazzo”, ''koúroi'' al plurale) è una scultura tipica della statuaria greca del VI sec. a.C. raffigurante un giovane nudo dal fisico atletico e dalla posa rigida: Carlo Bertelli e altri, ''Invito all’arte'', vol. 1, p. 62.</ref> nella semplificazione delle figure al centro, e infine all’arte egizia nell’occhio frontale sul viso di profilo della donna sulla sinistra. Figure e spazio sono rappresentati da diversi punti di vista nel tentativo di inserire nel quadro la “quarta dimensione”, cioè il tempo. Le molteplici angolazioni descrivono il lasso di tempo impiegato dall’artista per analizzare un certo soggetto. Nella mente del pittore, l’oggetto appare colto da più punti di vista, ma sulla tela viene raffigurato in modo unitario. Data la novità del loro modo di operare, i cubisti ricorsero a immagini riconoscibili e temi tradizionali: paesaggi, ritratti e nature morte<ref>Settis e Montanari, ''Arte. Una storia naturale e civile'', vol. 5, pp. 123-124.</ref>. === Cubismo analitico === Braque e Picasso giunsero al massimo della frammentazione delle forme nel periodo analitico, quando “analizzarono” i soggetti al punto di scinderli completamente. I colori enfatizzano la semplificazione delle figure e diventano cupi, non dovendo rispondere ad alcun intento imitativo. Le tematiche predilette di questa fase sono le nature morte e i ritratti, come dimostrano le tele ''Violino e tavolozza'' (1910) di Braque e ''Ritratto di Ambroise Vollard'' (1909-10) di Picasso<ref>Settis e Montanari, ''Arte. Una storia naturale e civile'', vol. 5, p. 130.</ref>. === Cubismo sintetico === Dopo aver raggiunto l’apice della scomposizione col Cubismo analitico, Braque e Picasso si resero conto di non poter più proseguire nella direzione della frammentazione, rischiando di sfiorare l’astrattismo. Di fatto però, questo non avvenne mai; del resto Picasso affermò: «l’arte astratta non esiste. Bisogna sempre partire da qualcosa. Si può togliere [...] qualsiasi apparenza di realtà, ma l’idea del soggetto avrà comunque lasciato il suo segno inconfondibile<ref>Settis e Montanari, ''Arte. Una storia naturale e civile'', vol. 5, p. 132.</ref>». Così Braque e Picasso decisero di ritornare alla riconoscibilità dell’oggetto, ma proponendolo in chiave “sintetica” e aggiungendo alle opere frammenti della loro vita, grazie all’utilizzo di materiale proveniente dal mondo reale. Le tecniche impiegate in questa fase del Cubismo furono il ''papier collé''<ref> Il ''papier collé'' (dal francese ''papier'' “carta” e ''coller'' “incollare”) è una tecnica artistica basata sull’incollamento di frammenti di carta su una tela spesso legati tra loro grazie a dei disegni: Bertelli e altri, ''Invito all’arte'', vol. 3, p. 1225.</ref>, probabilmente inventato da Braque<ref>Bertelli e altri, ''Invito all’arte'', vol. 3, p. 1225.</ref>, e il ''collage''<ref>Il ''collage'' (da ''coller'', “incollare”) è una tecnica artistica che prevede l’applicazione di oggetti – pezzi di carta, cartone, legno, latta, e così via – su una base bidimensionale: Bertelli e altri, ''Invito all’arte'', vol. 3, p. 1225.</ref>. Ne sono due esempi ''Violino e pipa'' (1913-14) dello stesso Braque e ''Natura morta con sedia di paglia'' di Picasso (1912). Tali tecniche ebbero molto seguito nella storia dell’arte successiva: vennero adoperate dai futuristi, dai dadaisti e dagli artisti della Pop Art<ref>HUB Scuola, <[https://www.youtube.com/watch?v=cq4eGpN7adU ''Il'' papier collé ''e il'' collage]>.</ref>.
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