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== Protagonisti e opere == [[File:Lanciatore di Fiori.jpg|miniatura|Banksy, Lanciatore di fiori, Gerusalemme, , fonte: https://www.ilfattoquotidiano.it/2020/09/18/banksy-niente-diritti-a-un-anonimo-lue-gli-toglie-il-copyright-del-lanciatore-di-fiori/5936104/]] === Banksy === Banksy, nato probabilmente nel 1974 a Bristol, è uno degli artisti più conosciuti, anche grazie al fatto che la sua identità reale non è mai stata svelata. In molti hanno ipotizzato fosse una donna oppure che non si trattasse di un singolo artista, ma di un collettivo di persone.<ref>[https://www.travelonart.com/arte-contemporanea/chi-e-banksy-vita-opere/ Anna Fornaciari, ''Chi è Banksy? Il mito dello street artist di Bristol'', Travel on art, 2019].</ref>. Le sue opere si trovano in moltissimi paesi del mondo: * Nel 2002, a Londra, Banksy crea una delle opere più celebri della street art, ''Girl with the balloon''. Quest'opera raffigura una bambina intenta a raggiungere un palloncino rosso a forma di cuore, che simboleggia l'innocenza, l'amore e la speranza. Nel 2018, la casa d'aste Sotheby di Londra ha venduto una stampa di quest'opera per oltre un milione di dollari. Con un colpo di scena, al momento dell'aggiudicazione, attraverso un dispositivo segreto nella cornice progettato dallo stesso Banksy e telecomandato a distanza, la stampa è stata distrutta, trasformandosi in ''Love Is in the Bin'' (''L'amore è nel cestino'') * A Brighton l'opera ''Kissing coppers'' compare sul muro di un pub, nel 2004; al suo interno, le forze dell'ordine si trasformano in un'icona anti-omofobia *A Gerusalemme nel 2005, sul muro costruito per separare israeliani e palestinesi, Banksy realizza il ''Lanciatore di fiori'', che raffigura un manifestante a volto coperto mentre sta per lanciare un mazzo di fiori * A Bristol, il murales de ''La ragazza con l’orecchino di perla'' è stato realizzato nel 2014 * A Venezia a maggio 2019, compare il murales che ritrae un bambino con un giubbotto salvagente e un razzo segnaletico per i soccorsi in mare, con riferimento alla questione dei migranti e alla crisi geopolitica<ref>[https://living.corriere.it/arte/gallery/10-opere-famose-banksy-foto/?pag=2 ''Le opere iconiche di Banksy, lo street artist più famoso al mondo'', Corriere della sera Living].</ref>. [[File:Dusthead.jpg|miniatura|Jean-Michel Basquiat, Dustheads (1982; acrilico, olio, spray e vernice su tela, 180 x 210 cm), Fonte: https://www.finestresullarte.info/arte-base/jean-michel-basquiat-vita-opere-stile-graffiti-neoespressionismo]] === Jean-Michel Basquiat === Jean-Michel Basquiat (1960-1988), di origine portoricana, diventò protagonista della scena artistica di New York tra la fine degli anni Settanta e l’inizio degli anni Ottanta arrivando rapidamente al successo, interrotto in breve a causa della sua morte a soli 27 anni. I temi principali delle sue opere sono l’ipocrisia capitalista e l’esistenzialismo. Agli inizi della sua carriera artistica incontrò e strinse amicizia con Al Diaz, un graffitista grazie al quale iniziò a prendere consapevolezza delle proprie capacità artistiche per poi firmarsi con l’acronimo “SAMO” (“the SAMe Old shit”). I soggetti delle sue opere prendono ispirazione dalle culture afroamericane, africane, azteche e presentano riferimenti alla musica jazz. Gli esseri dipinti sono gialli, neri, rossi, verdi e i tratti somatici sono rappresentati attraverso tratti grafici stilizzati e irreali. Alcuni sembrano gridare, altri sembrano sghignazzare, altri sembrano muoversi goffamente nello spazio, spesso riempito da lettere, segni grafici e sfondi colorati vivacemente. Nell’opera ''Dustheads'' (1982), i colori vengono utilizzati in maniera molto istintiva, strizzando i tubetti di vernice direttamente sulla tela<ref>[https://living.corriere.it/arte/gallery/10-opere-famose-banksy-foto/ ''Jean-Michel Basquiat, vita e opere dell'artista statunitense'', Finestre sull'arte].</ref>. [[File:Tuttomondo.jpg|miniatura|Keith Haring, Tuttomondo (1990; murales; Pisa, Sant’Antonio), fonte: https://www.finestresullarte.info/arte-base/keith-haring-vita-opere-street-artist-americano]] === Keith Haring === Keith Haring (1958-1990), nato a Reading, in Pennsylvania, è stato uno degli esponenti di maggior successo della street art. Tramite la sua arte si è fatto portatore di temi sociali e politici, come la difesa dei diritti civili e la lotta contro le discriminazioni nei confronti delle minoranze. Haring esprimeva un universo grafico ironico e personale, tanto da sviluppare una propria iconografia popolata da strani personaggi e animali stilizzati che egli stesso definisce ''radiant boys'' (ragazzi sfolgoranti), in quanto sempre circondati da un’aureola di raggi luminosi, ispirati dai fumetti. Le peculiarità del suo stile sono il predominio della linea, caratterizzata da un segno continuo e labirintico, le forme stilizzate, i rimandi ai cartoons e all’arte tribale. Tra le sue opere spiccano per importanza ''Senza titolo'', che fa parte della prima produzione dell’artista del 1982, oggi esposta in una sala del Museum of Modern Art di New York e ''Tuttomondo'', eseguito nel 1989 su una parete posteriore del Convento di Sant’Antonio a Pisa<ref>[https://www.finestresullarte.info/arte-base/keith-haring-vita-opere-street-artist-americano ''Keith Haring, vita e opere del grande street artist americano'', Finestre sull'arte].</ref>. Questa è una delle ultime opere dell’artista ed è considerata il suo vero e proprio testamento spirituale; narra dell'armonia e della pace mondiale, visibile attraverso gli intricati collegamenti tra le trenta figure. Ciascun personaggio incarna un diverso aspetto di un mondo in pace: le forbici antropomorfe simboleggiano la collaborazione tra gli esseri umani per sconfiggere il serpente, rappresentante del male, già pronto a colpire la testa della figura accanto. La donna che tiene in braccio il bambino richiama l'idea della maternità, mentre i due uomini che sorreggono il delfino riflettono sul rapporto con la natura<ref>[https://www.travelonart.com/arte-contemporanea/meravigliosi-omini-di-keith-haring/ Anna Fornaciari, ''I meravigliosi omini di Keith Haring'', Travel on art, 2020].</ref>.
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