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==Maggiori esponenti== *''André Breton'' *''Salvador Dalí'': è stato il pittore più importante e rappresentativo del surrealismo spagnolo e una delle personalità più influenti e carismatiche della storia dell’arte contemporanea. La sua creatività non si limitava alla pittura ma spaziava dal cinema alla grafica, fino ad arrivare alla scultura. *''René Magritte'': è stato uno dei più importanti esponenti del surrealismo, celebre per la rappresentazione di volti coperti e accostamenti di oggetti simbolici apparentemente sconnessi di significato tra loro. *''Giorgio De Chirico'': scultore e pittore di origini italiane, conosciuto prevalentemente per le sue opere metafisiche di stampo surrealista. *''Hans Peter Wilhelm “Jean” Arp''. *''André Masson''. *''James Ensor''. *''Joan Miró'': artista spagnolo definito da Andrè Breton come il “più surrealista di tutti noi”. È l’artista che ha più spesso rappresentato forme geometriche, colorate e sospese. *''Max Ernst'': artista che più spesso ha rappresentato figure antropomorfe, animali sconosciuti e ambientazioni con elementi dal carattere simbolico, vedi ''La vestizione della sposa''<ref> [https://www.guggenheim-venice.it/it/arte/opere/attirement-of-the-bride/] Max Ernst, ''La vestizione della sposa'', Peggy Guggenheim Collection </ref>. *''Meret Oppenheim''. ====De Chirico e il surrealismo==== Giorgio De Chirico <ref> [https://www.treccani.it/enciclopedia/giorgio-de-chirico/] Giorgio De Chirico, Treccani. </ref> (10 Luglio 1888, Volos, Grecia), fu tra i pionieri nell'esplorare le tecniche del surrealismo e nel plasmare il movimento stesso. Quest'artista di discendenza italiana venne spesso riconosciuto dai surrealisti come uno dei precursori più brillanti dello stile surrealista. Era solito mescolare figure comuni in contesti inusuali e ambienti claustrofobici arricchiti da oggetti incongruenti e talvolta bizzarri. Lo stesso teorizzatore del ''surrealismo'' André Breton si espresse in tal modo nei suoi riguardi e in quelli del fratello dell'artista, nel 1940: ''«Tutta la mitologia moderna ancora in formazione ha le sue fonti nelle due opere quasi indiscernibili nello spirito, di Alberto Savinio e di suo fratello Giorgio de Chirico, opere che raggiunsero il loro punto più alto alla vigilia della guerra del 1914»''. Il 21 marzo 1922 la Galleria Paul Guillaume, inaugura una mostra con molti suoi quadri. André Breton lo presentò con parole lusinghiere: ''«Credo che una vera mitologia moderna sia in formazione. É a Giorgio de Chirico che spetta di fissarne in maniera imperitura il ricordo. Dio ha fatto l’uomo a sua immagine, l’uomo ha fatto la statua e il manichino»''. Nel 1924 Giorgio De Chirico tornò a Parigi, i rapporti con gli altri pittori surrealisti si strinsero ulteriormente: è in quell'occasione che Giorgio De Chirico parteciperà in secondo piano alla formazione del Movimento Surrealista. È proprio quando i rapporti con i surrealisti andavano a stringersi che si formavano le prime visioni divergenti. De Chirico aveva superato il periodo metafisico e stava approcciando una revisione nei confronti della propria arte: prima in chiave antica e successivamente in maniera neobarocca, ciò non andava a genio ai surrealisti più conservatori perché per loro era inaccettabile che dell'arte si caricasse di figure antiche. I rapporti con i surrealisti vanno man mano a deteriorarsi quando De Chirico comincia a pubblicare ''Gladiatori'', una personale reinterpretazione al ritorno classico composta da una sessantina di dipinti nel primo periodo e nel secondo periodo circa una quindicina. Grazie a questi dipinti, De Chirico si avvicina quindi alla crisi del mercato francese e ai grandi collezionisti italiani. Successivamente scrisse dei surrealisti e di Breton nella sua autobiografia: ''«Poco dopo esser giunto a Parigi trovai una forte opposizione da parte di quel gruppo di degenerati, di teppistoidi, di figli di papà, di sfaccendati, di onanisti e di abulici che pomposamente si erano autobattezzati “surrealisti”. Questo gruppo di individui poco raccomandabili era capeggiato da un sedicente poeta che rispondeva al nome di André Breton ed il quale aveva un aiutante di campo un altro pseudo-poeta di nome Paul Eluard, che era un giovanottone scialbo e banale, con il naso storto e una faccia tra di onanista e di cretino mistico»''. La risposta di André Breton non si fece attendere e lo apostrofò come un “insultatore della sua giovinezza”, mentre il poeta Louis Aragon giudicò le sue tele più recenti come “quadri da rimbambito”.
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