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== Storia == === Fondazione === Nel 1919 Walt ottenne l'impiego di grafico presso l'agenzia pubblicitaria Pesman-Rubin Commercial Art Studio, a Kansas City: realizzava disegni che venivano utilizzati nelle pubblicità e percepiva 50 dollari al mese. Durante il lavoro conobbe un bravo animatore suo coetaneo: Ub Iwerks. I due si intendevano alla perfezione e fondarono nel 1920 la società Iwerks-Disney Commercial Artists che però incontrò molte difficoltà. Questa prima esperienza fu quindi un fallimento. I due entrarono allora a far parte di una società che si occupava della realizzazione di filmati pubblicitari a Kansas City. Walt aspirava però a cose ben più grandi del girare animazioni pubblicitarie. Lavorò a dei filmati animati e li vendette alla Newman Theater Company, proprietaria di tre cinema, chiamandoli Newman Laugh-O-Grams. I primi successi spinsero Walt a evolvere il proprio lavoro e il 23 maggio 1922 fondò la Newman Laugh-O-Grams Films; inoltre volle con sé anche Ub Iwerks. Cominciava ad affiorare la prima idea dell'azienda Disney. Tuttavia la società fu costretta a chiudere per fallimento nel 1923. Su consiglio del fratello Roy, il giovane Walt lasciò nuovamente il Missouri e approdò a Hollywood in California. Nel luglio del 1923 i due fratelli Disney fondarono la Disney Brothers Cartoon Studio:<ref>Paolo Beltrami e Francesco B. Belfiore, ''Walt Disney: l'uomo che trasformò la fantasia in realtà'', Milano, Ledizioni, 2018, pp. 21-29.</ref> Walt si occupava della parte creativa, Roy di quella commerciale. Insieme iniziarono così a dedicarsi alla distribuzione di alcuni cartoni e alla creazione di altri prodotti. In breve tempo arrivarono i primi contratti e il più importante venne siglato con una ditta di New York per la realizzazione di dodici film. Walt chiamò a collaborare di nuovo l'amico Ub Iwerks. Nel 1926 l'azienda cambiò nome in Walt Disney Studios, per poi diventare Walt Disney Production nel 1928. Solo dopo molti anni dalla morte dei fondatori il nome venne cambiato in The Walt Disney Company nel 1986, nome che mantiene tutt'ora.<ref>https://www.primaedicola.it/news/storia-della-disney</ref> === Cortometraggi === Il primo grande successo della nuova società fu la serie di cortometraggi ''Alice Comedies'' uscita nel 1923, realizzata in tecnica mista. Protagonista della serie è una giovanissima attrice di nome Alice, che si ritrova nel paese dei cartoni animati e interagisce con i personaggi creati da Walt Disney. Il 16 ottobre i fratelli Disney firmarono il loro primo contratto per la distribuzione delle Alice Comedies con la M. J. Winkler Productions. <ref>Paolo Beltrami e Francesco B. Belfiore, ''Walt Disney: l'uomo che trasformò la fantasia in realtà'', Milano, Ledizioni, 2018, pp. 26-27.</ref> <ref>https://maremosso.lafeltrinelli.it/liste-e-consigli/libri-storia-walt-disney</ref> Il cortometraggio più importante della serie fu ''Alice's Wonderland'', progetto che Walt aveva iniziato a produrre durante il lavoro alla Newman Laugh-O-Grams Films. Proprio grazie a questo le Alice Comedies ebbero particolare successo. Nel cortometraggio Alice fa visita alla Laugh-O-Grams per vedere come si producono i disegni animati, osserva un gatto animato e una cuccia per cani su una tavola da disegno e quella notte sogna di essere lei stessa in un cartoon. L'innovazione di questo cortometraggio stava tutta nel lavoro di unione fra l'animazione e la ripresa dal vero.<ref>Michael Barrier, ''Vita di Walt Disney'', Latina, Tunué, 2009, pp. 68-71 </ref> Nella serie Alice Comedies c'era però un personaggio che riusciva a mettere in ombra la piccola Alice: il gatto Julius, personaggio animato che accompagnava la bambina nelle sue avventure e che divenne il primo vero successo animato creato da Disney. La serie si incentrò sempre di più sui personaggi animati, diventando così simile alle altre produzioni che non usavano attori reali. Vedendo questo, Disney e Iwerks decisero di creare un nuovo successo e ci riuscirono: ''Oswald il coniglio fortunato'' fu la seconda serie di cortometraggi di successo prodotta da Walt Disney. Il disegno di Oswald era molto simile per aspetto e carattere a quello di Julius e attirò le attenzioni della Universal Pictures e del produttore Mintz che decise di produrne una serie animata. Nel 1928 Walt decise però di incontrare Mintz a New York per chiedergli una quota maggiore di guadagni dai film ma ebbe una risposta negativa da lui. Inoltre, Mintz fece presente che era la Universal a detenere il marchio commerciale di Oswald e perciò avrebbe potuto produrre film senza Disney. Walt si distaccò così dalla Universal e decise di intraprendere un nuovo progetto con Iwerks per sostituire Oswald.<ref>Paolo Beltrami e Francesco B. Belfiore, ''Walt Disney: l'uomo che trasformò la fantasia in realtà'', Milano, Ledizioni, 2018, pp. 27-29.</ref> Nel 1928 la Walt Disney Production perse i diritti di Oswald e a causa degli scarsi guadagni molti collaboratori di Disney si unirono alla Universal. Walt e Iwerks decisero allora di inventare un nuovo personaggio animato che da lì a poco riscosse un successo straordinario: ''Topolino'' (Mickey Mouse). Secondo Iwerks Topolino nacque durante un brainstorming degli animatori dello studio dopo lo scontro tra Walt e Mintz. La versione contrasta però con quella ufficiale, quella di Lilian, la moglie di Disney, che raccontava che Topolino era nato durante i giorni passati in treno da Disney, da New York a Los Angeles. Walt Disney diede a Topolino il corpo, la voce e soprattutto un'anima, Iwerks la forma. Il personaggio in pochi mesi diventò l'icona dell'impero Disney.<ref>Michael Barrier, ''Vita di Walt Disney'', Latina, Tunué, 2009, pp. 97-110.</ref> Topolino debuttò nel 1928 nel cortometraggio ''L'aereo impazzito'', che come le opere precedenti di Disney era un film muto. Questo cortometraggio non ebbe molto successo e nessuno fu disposto a distribuirlo; Disney e Iwerks decisero allora di crearne uno nuovo con il nome di ''Topolino Gaucho'' ma anche questo non ebbe il successo sperato. Disney decise quindi di ideare un nuovo cartone animato di Topolino con il sonoro: ''Steamboat Willie''. La distribuzione di questo fu fornita dal produttore Pat Powers. Walt stesso eseguì tutte le voci del film e fece parlare per la prima volta Topolino. Il cortometraggio ebbe un enorme successo che portò alla fama internazionale non solo Walt Disney ma anche Topolino.<ref>Paolo Beltrami e Francesco B. Belfiore, ''Walt Disney: l'uomo che trasformò la fantasia in realtà'', Milano, Ledizioni, 2018, pp. 31-36.</ref> Il personaggio divenne anche celebre nel mondo dei fumetti ed il primo fumetto fu pubblicato il 5 maggio del 1930.<ref>https://www.primaedicola.it/news/storia-della-disney</ref> Walt aveva in mente però un progetto ancora più antico e ambizioso da realizzare: un lungometraggio completamente animato. === Lungometraggi === Il primo lungometraggio degli studi Disney fu ''Biancaneve e i sette nani''. Gli studi usarono una nuova tecnica di animazione, il Technicolor, utilizzata in molti film e musical, che consentiva di ottenere una colorazione d'immagine molto vicina a quella reale nonostante l'acquisizione avvenisse in bianco e nero. I lavori per realizzare ''Biancaneve'' iniziarono nel 1935 ma riuscire a trovare i fondi per completare il lavoro fu molto difficile. Il film venne terminato due anni dopo e fu proiettato per la prima volta in sala il 21 dicembre 1937. Venne distribuito nel 1938 da RKO Radio Pictures e ottenne il maggior incasso dell'anno, pari a otto milioni di dollari. Disney così nel 1939 vinse l'Oscar alla carriera.<ref>Paolo Beltrami e Francesco B. Belfiore, ''Walt Disney: l'uomo che trasformò la fantasia in realtà'', Milano, Ledizioni, 2018, pp. 48-53.</ref> Nel 1940 la Disney pubblicò ''Fantasia'', un lungometraggio d’animazione composto da 8 episodi con una colonna sonora di musica classica.<ref>https://www.primaedicola.it/news/storia-della-disney</ref> Nello stesso anno uscì ''Pinocchio'' che ebbe un'ottima accoglienza da parte del pubblico. Solo un anno dopo, ci fu la prima proiezione di ''Dumbo'', che ottenne un altro grande successo. Di lì a poco gli Stati Uniti entrarono però in guerra e questo segnò un periodo difficile per l'azienda. Walt decise comunque di proseguire con la produzione e nel 1942 uscì ''Bambi'' anche se non riscosse il successo sperato. Nel 1944 venne rieditato ''Biancaneve'' che tornò nuovamente nelle sale e restituì un po' di respiro ai fondi dell'azienda. Dopo alcuni cortometraggi le casse dell'azienda ricominciarono a riempirsi al termine degli anni Quaranta e Walt riprese lo slancio per diversi progetti. Ricominciò quindi a produrre lungometraggi animati come ''Alice nel paese delle meraviglie'', uscito nel 1951, e ''Peter Pan'', nel 1953. Gli studios iniziarono anche a lavorare su ''Cenerentola'' e su una serie di documentari sugli animali.<ref>Paolo Beltrami e Francesco B. Belfiore, ''Walt Disney: l'uomo che trasformò la fantasia in realtà'', Milano, Ledizioni, 2018, pp. 54-60.</ref> Dopo il grande successo dei parchi a tema firmati Disney, con l'apertura del primo nel 1955, l'azienda toccò l'apice e si attestò ai primi posti delle gerarchie dei produttori cinematografici e non solo. === Morte di Walt e Roy === Agli inizi degli anni Sessanta la Disney si era affermata come primo produttore mondiale di intrattenimenti per la famiglia. Nel 1966 iniziò però il declino fisico di Walt Disney che lo portò ad allontanarsi dalla sua azienda, dai suoi progetti e dai suoi cartoni animati. Gli fu diagnosticato un tumore ai polmoni e morì il 15 dicembre 1966.<ref>Paolo Beltrami e Francesco B. Belfiore, ''Walt Disney: l'uomo che trasformò la fantasia in realtà'', Milano, Ledizioni, 2018, pp. 73-75.</ref> A oggi rimane una delle personalità dello spettacolo più premiate nella storia: infatti, ha vinto 26 premi Oscar su 59 candidature e 3 Golden Globe.<ref>https://www.primaedicola.it/news/storia-della-disney</ref> Dopo la morte di Walt, fu il fratello Roy a prendere il comando dell'azienda, con l'intento di continuare i progetti e i cartoni animati iniziati da Walt. Ma soltanto cinque anni dopo, il 20 dicembre 1971 morì anche Roy, dopo l'inaugurazione del nuovo parco divertimenti Magic Kingdom.<ref>Paolo Beltrami e Francesco B. Belfiore, ''Walt Disney: l'uomo che trasformò la fantasia in realtà'', Milano, Ledizioni, 2018, p. 76.</ref> === Dalla morte dei fondatori a oggi === Dopo la morte di Roy nel 1971 diventò presidente dell'azienda Card Walker. La Disney attraversò però una fase di crisi creativa, caratterizzata da un drastico calo di audience e da un abbassamento della produzione e della qualità del lavoro. La situazione cambiò drasticamente quando i due manager Michael Eisner e Frank Well diventarono, rispettivamente, presidente e vicepresidente dell’azienda nel 1984. Dalla metà degli anni ’80 la Disney raggiunse nuovamente il successo ed entrò nella fase conosciuta come il “Rinascimento Disney”, grazie all’inaugurazione di un proprio canale sulle pay tv, alla vendita di videocassette e all’uscita di film cult come ''Chi ha incastrato Roger Rabbit?'', ''Good Morning'', ''Vietnam'', ''Pretty Woman'' e ''Sister Act'', che portarono nelle casse della società più di 100 milioni di dollari. Nel 1986 il nome dell'azienda venne cambiato da Walt Disney Production a The Walt Disney Company. L’azienda si consolidò ancora di più negli anni Novanta, quando impose la sua influenza anche nel campo dell’editoria, formando la Hyperion Books for Children e la Disney Press. Con l’uscita de ''La Sirenetta'' (1989), ''La Bella e La Bestia'' (1991) e ''Aladdin'' (1992) Disney riuscì ad ampliare sensibilmente il suo pubblico. Questo successo continuò con l’uscita de ''Il Re Leone'' (1994), ''Pocahontas'' (1995), ''Il Gobbo di Notre Dame'' (1996), ''Hercules'' (1997), ''Mulan'' (1998) e ''Tarzan'' (1999).<ref>https://medievaleggiando.it/the-walt-disney-company-dalla-morte-di-walt-disney-ai-giorni-nostri/</ref> Nel 2006 la Disney acquistò per 7,4 miliardi di dollari l’azienda rivale Pixar fondata da Steve Jobs, ottenendo così l’accesso alla nuova tecnologia di computer grafica, ultima frontiera dell’animazione. Nel 2009 acquisì per 4 miliardi di dollari la Marvel Entertainment, il colosso dei fumetti creati da Stan Lee che vedono come protagonisti supereroi famosi come l'Uomo ragno, Hulk, Iron Man e Capitan America. Nel 2012, inoltre, la Disney acquistò per 4,05 miliardi di dollari il franchise Lucasfilm, creato da George Lucas nel 1971, ottenendo quindi l’accesso all’universo di Star Wars. Negli ultimi anni al cinema sono usciti nuovi capitoli delle saghe relative ai supereroi Marvel e agli eroi di Star Wars. Nel 2019, infine, la Disney ha acquisito anche la 20th Century Fox oltre ad altri canali come National Geographic, lanciando successivamente sul mercato la propria piattaforma di streaming on demand, Disney+. Con quest’ultimo passo ha ulteriormente ampliato il proprio ruolo nel mondo dell’animazione e dell’entertainment.<ref>https://www.primaedicola.it/news/storia-della-disney</ref>
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