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Maurits Cornelis Escher
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==La matematica nell'arte== Durante la sua carriera artistica, Maurits Cornelis Escher entrò in contatto con molte realtà, non solo artistiche e culturali, ma anche scientifiche e tecnologiche. La matematica, in particolare modo, è importante per moltissime delle sue creazioni, incentrate sulla ricerca della raffigurazione dell’infinito attraverso l’uso di forme geometriche precise e regolari. Molti dei lavori di Escher furono e vengono tutt’oggi studiati attraverso un punto di vista logico-matematico, che permette di analizzare la realizzazione delle sue grafiche in maniera oggettiva e scientifica. Concentrato sulla ricerca dell’impossibile, sia in senso logico sia in senso filosofico, Escher venne influenzato anche dai suoi colleghi contemporanei che aderirono alla corrente del Surrealismo e del Cubismo. Difatti, molte opere dell’artista surrealista René Magritte<ref>Enciclopedia Treccani, sezione arte, [https://www.treccani.it/enciclopedia/rene-magritte/ ''René Magritte''].</ref> vengono affiancate ai lavori del grafico olandese, in quanto anch’essi volti alla raffigurazione di mondi impossibili e situazioni paradossali. Nonostante ciò, i capolavori di M.C. Escher non possono essere concepiti nella loro interezza come opere surrealiste, in quanto la sua visione andava ben oltre le idee alla base del movimento, discostandosi da qualunque altra corrente artistica e creando un proprio stile caratteristico e unico. <ref>Bruno Ernst, '' Lo specchio magico di M.C. Escher'', pp. 67-71.</ref> Difatti, come già accennato, i suoi capolavori di grafica prendono anima e assumono un significato più profondo quando vengono posti in un contesto matematico-geometrico, in cui forme e spazi vuoti sembrano essere assemblati tramite una regolarità di simmetrie e ripetizioni, in maniera tale da generare emozioni diverse nel fruitore. Sebbene le sue illustrazioni siano state utilizzate in moltissimi libri di matematica, geometria e logica in quanto particolarmente adatte a esemplificare teoremi e costruzioni cartesiane, Escher si è sempre dichiarato distante dalla matematica pura, in quanto lo studio di essa non è mai stato da lui approfondito in maniera diretta e tradizionale, ma solo attraverso l’esercizio e la creazione dei suoi disegni.<ref>Bruno Ernst, ''Lo specchio magico di M.C. Escher'', pp. 30-38.</ref>
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