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Sito archeologico di Delfi
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==Architettura del sito== L’inizio del sito archeologico si trova a circa 400 metri dalla moderna Delfi. La strada Aracova-Amphissa-Itea divide e delimita i due santuari antichi quello dedicato ad Atena Pronaia, che comprende la Tholos, la palestra, i templi della dea e almeno due tesori e quello più conosciuto, dedicato al dio Apollo. La Via Sacra, che terminava proprio nel santuario, era fiancheggiata dai Tesori delle città greche e da complessi scultorei monumentali. Il santuario di Apollo comprendeva il famoso Oracolo di Delfi. Sopra di esso era posizionato il teatro. Fuori dal recinto sacro erano situati lo Stadio, il Portico Occidentale e altri edifici pubblici. <ref>Ephorate of Antiquities of Phocis, ''[https://delphi.culture.gr/ The Archaelogical Site of Delphi]'', Delfi, Grecia, 2020.</ref> ===Tempio di Apollo=== Il più antico tempio dedicato al dio Apollo risale al 510 a.C. ma venne distrutto da un terremoto nel 373 a.C. Le varie città greche, come avevano già fatto per il primo tempio, raccolsero denaro finché un nuovo tempio non poté sorgere là dov’era stato il primo. Il secondo tempio, i cui lavori di costruzione finirono tra il 334 e il 333 a.C., è quello le cui rovine possono essere modernamente visitate. Nel 327 a.C. furono ultimate anche le decorazioni scultoree dei frontoni. Gli architetti che lo costruirono, Spintharus, Xenodorus e Agathon, usarono il modello dorico con periptero, dotando così il tempio di un portico. Il suo ingresso (vestibolo) era dotato di sei colonne e, come lo spazio posto dietro la cella, detto l’opistodomo, aveva un tipico stile in antis. I frontoni erano invece stati affidati a Prassia e Androstene, che scolpirono sul frontone orientale Apollo circondato dalle Muse e sull’occidentale Dionisio tra le Menadi. Dionisio era padrone del tempio nei tre mesi invernali, tant’è che la sua tomba era situata all’interno dell’edificio. Le metope del colonnato esterno, detto pteron, erano decorate con scudi dorati che commemoravano le vittorie greche contri i barbari persiani e galati. La cella era tripartita e conteneva la statua di Apollo e l’omphalos. L'omphalos, o omfalo, era una pietra cilindrica scolpita che simboleggiava l'ombelico del mondo ma, secondo il mito, rappresentava anche la pietra posta sulla tomba del mostro Pitone, ucciso da Apollo <ref>Nicola Turchi, ''[https://www.treccani.it/enciclopedia/omfalo_(Enciclopedia-Italiana)/ Omfalo]'', in ''Enciclopedia Italiana'', Istituto della Enciclopedia Italiana, Roma, 1935.</ref>. Data la sua sacralità, era conservata vicino a dove la Pizia, sacerdotessa del dio, profetizzava il futuro. Sotto la cella, la Pizia pronunciava i responsi dell’Oracolo. L’accesso a questo luogo era consentito solo ai sacerdoti. Sulle pareti del vestibolo erano incise le massime delfiche, e al suo interno erano situate anche la statua di Omero e gli altari dedicati a Poseidone ed Estia. L’imperatore Domiziano ristrutturò il tempio nel 84 d.C., ma l’incendio del III secolo lo danneggiò. L’imperatore Giuliano ordinò un nuovo intervento nel 363 d.C. che riparò a parte dei danni. Infine, il tempio venne abbandonato in seguito agli editti di Teodosio I. <ref>Ephorate of Antiquities of Phocis, ''[https://delphi.culture.gr/the-temple-of-apollo/ The Temple οf Apollo]'', ''The Archaelogical Site of Delphi'', Delfi, Grecia, 2020.</ref> ===Templi di Atena Pronaia=== Il santuario della dea era la prima cosa che un visitatore incontrava da oriente. Nel corso dei secoli, nell'area che circonda i resti del tempio di Atena Pronaia, sono sorti in effetti tre templi; prima che il luogo fosse dedicato ad Atena, in quello spazio si svolgevano i rituali per il culto di Gaia, la Terra. Il primo tempio di Atena Pronaia sorse nel VII secolo a.C. e fu realizzato in pietra di poros. Di esso restano dodici colonne doriche e parte delle fondamenta poligonali. Quando, nel VI secolo a.C., il tempio venne distrutto, al suo posto venne eretto un secondo tempio, sempre dedicato ad Atena e con lo stesso materiale del primo. Aveva dodici colonne sui lati lunghi e sei sui corti, mentre le sue metope, i suoi frontoni e i suoi acroteri erano decorati con figure di terracotta. Di questo secondo tempio erano state ritrovate quindici colonne che però crollarono in seguito a una frana nel 1905. Il terzo tempio era fatto, al contrario dei primi due, di pietra calcarea e fu costruito nella seconda metà del IV secolo a.C. a ovest della terrazza, un luogo ritenuto più sicuro dei precedenti. Si è dibattuto se fosse dedicato ad Atena o ad Artemide, dea della caccia, ma la maggior parte degli studiosi tradizionalisti crede che la prima opzione sia quella giusta. Del tempio rimangono solo le fondamenta, ma i lavori di ricostruzione hanno portato al restauro completo della sua pianta. Il tempio poggiava su crepis di tre livelli e aveva uno stile in antis con sei colonne sula facciata. Aveva un vestibolo e una cella, divisa dal pronao da colonne ioniche. Le uniche decorazioni scolpite erano situate sugli acroteri, che tuttavia non sono stati ritrovati. Alcuni studiosi ritengono che il secondo e il terzo tempio abbiano convissuto dopo la costruzione di quest’ultimo.<ref>Ephorate of Antiquities of Phocis, ''[https://delphi.culture.gr/the-temple-of-athina-pronaina/ The temple of Athena Pronaia]'', ''The Archaelogical Site of Delphi'', Delfi, Grecia, 2020.</ref>
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