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Sito archeologico di Delfi
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==Tradizioni sacre e miti legati al sito== ===Miti sull’origine del sito=== Ciò che rese nota nel mondo antico la regione delfica fu, sopra ogni cosa, la presenza dell’Oracolo di Delfi, dove la Pizia, sacerdotessa di Apollo, prevedeva il futuro. Esistono tanti miti di diversi autori legati alla fondazione dell’Oracolo e del santuario. La versione di Diodoro di Sicilia, riportata nella sua ''Bibliotheca Historica'', racconta di come un pastore, notando una fessura dalla quale fuoriuscivano dei fumi, vi si fosse avvicinato e avesse iniziato a pronunciare parole incomprensibili. Presto fu chiaro che quelle parole erano in grado di predire il futuro. Anche Omero descrisse la fondazione dell’Oracolo nell’''Inno ad Apollo''. In questa versione, il dio Apollo stava cercando il luogo adatto ad ospitare il suo Oracolo. Dopo lunghe ricerche, si imbatté nella ninfa Telphousa, che lo ingannò. Per vendicarsi, una volta tornato alla sorgente della ninfa, il dio la seppellì sotto un mucchio di pietre e decise di costruire lì il proprio oracolo. Con una freccia, Apollo uccise poi un drago che terrorizzava quelle terre e decretò che il mostro non avrebbe più ferito coloro che venivano per offrire al dio sacrifici o per consultare l’oracolo. Secondo Omero, i primi sacerdoti del santuario furono degli uomini che il dio, trasformato in delfino, aveva portato in salvo. Da qui, Apollo assunse l’appellativo di Delphinios, e il luogo dove sorgeva il suo oracolo venne rinominato Delfi. Nell’''Eumenide'' di Eschilo viene presentata una terza versione di questo mito. Si racconta che la prima a predire il futuro a Delfi fosse Gaia, la Terra. Dopo di lei vennero sua figlia, Themis, e la titanessa Febe. Quando Apollo, proveniente da Delo, si insediò a Delfi, ereditò il titolo Febo da Febe. Nella versione di Eschilo, Atena Pronaia aveva anch’essa il potere di predire il futuro grazie agli insegnamenti delle ninfe alate del Parnasso, chiamate Thriae. Apollo, offeso, chiese l’intervento di suo padre Zeus. Atena abbandonò quindi l’arte del predire il futuro tramite ciottoli, e gettò questi ultimi nel Campo del Thriassio, che prese il nome dal gesto della dea. Di questa versione della fondazione esistono anche due versioni alternative fornite da Pausania. Un altro tra i tanti miti di fondazione è di Euripide, raccontato nella sua ''Ifigenia tra i Tauri''. Apollo, ancora bambino, giunse sul monte Parnaso insieme alla madre Leto e sconfisse il drago insediatosi in quel luogo. Scacciò Themis, figlia di Gaia, dal tempio e se ne impadronì. La dea Terra, adirata, cercò di indebolire il potere profetico di Apollo, ma intervenne Zeus, re degli dèi, per ridare al dio il suo potere. <ref> Ephorate of Antiquities of Phocis, ''[https://delphi.culture.gr/archaelogical-site/site-history/mythological-versions-of-the-foundation-of-the-oracle/ Mythological versions of the foundation of the Oracle]'', ''The Archaelogical Site of Delphi'', Delfi, Grecia, 2020.</ref> ===Giochi pitici=== Il mostro ucciso da Apollo viene spesso chiamato Pitone. Tradizionalmente, a seguito dell’uccisione, il dio instituì i Giochi Pitici, i secondi giochi panellenici più importanti (i primi erano quelli tenuti a Olimpia). Storicamente, risalgono al VI secolo a.C. e, inizialmente, si tenevano ogni nove anni, il tempo in cui il dio si purificava per l’uccisione di Pitone, ed erano caratterizzati dai peana, canti corali accompagnati dal suono della chitarra in onore di Apollo. I giochi veri e propri si svolgevano vicino a Krissa e a coloro che trionfavano era assegnato un premio in denaro. Dopo la fine della Prima Guerra Sacra (VI secolo a.C.) <ref>Piero Treves, ''[https://www.treccani.it/enciclopedia/guerre-sacre_%28Enciclopedia-Italiana%29/ Sacre, Guerre]'', in ''Enciclopedia Italiana'', Istituto della Enciclopedia Italiana, Roma, 1936.</ref> la cadenza divenne uguale a quella olimpica. Si svolgevano quindi ogni quattro anni, nel terzo anno di ogni Olimpiade sul finire di agosto. I preparativi per i giochi iniziavano sei mesi prima, quando nove cittadini di Delfi venivano inviati in tutte le città greche per annunciare l’inizio dei giochi e dichiarare l’inizio della tregua sacra, detta Hierominia. Dopo la riforma, le competizioni erano sia equestri che atletiche. Gli atleti gareggiavano nudi e i vincitori ricevevano una corona d’alloro. Secondo Pausania, i Giochi Pitici duravano tra i sei e gli otto giorni, di cui i primi tre comprendevano le cerimonie religiose, mentre nel quarto giorno si dava il via alla gara musicale. Nel tempo sono state aggiunte gare di pittura, danza e, nel periodo romano, teatrali. Il penultimo giorno iniziavano le competizioni atletiche, mentre le corse equestri si svolgevano nell’ultima giornata. I giochi continuarono fino alla loro messa a bando da parte di Teodosio I, intorno al 393 d.C. <ref>Ephorate of Antiquities of Phocis, ''[https://delphi.culture.gr/archaelogical-site/site-history/ History of Delphi, The Pythian Games]'', ''The Archaelogical Site of Delphi'', Delfi, Grecia, 2020.</ref>
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