Pattinaggio di figura su ghiaccio: differenze tra le versioni

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Il pattinaggio è un’attività che può essere svolta sia per scopo ricreativo che come sport agonistico ed è possibile pattinare sia su superfici ghiacciate che su qualsiasi superficie liscia usando rispettivamente pattini a lama e pattini a rotelle. Alcune discipline del pattinaggio su ghiaccio sono praticate a livello olimpionico e vengono realizzate anche gare e spettacoli all’interno di strutture apposite dette palazzetti. In particolare il pattinaggio di figura è uno sport invernale nel quale l’atleta esegue specifici passi tecnici su una base musicale.
Il pattinaggio di figura su ghiaccio è una delle discipline sportive del pattinaggio su ghiaccio. In questo sport ogni atleta è tenuto a eseguire a ritmo di musica una serie di elementi tecnici, quali salti, trottole e passi, all'interno di un programma di gara. Come dimostrano anche i parametri di giudizio utilizzati dai giudici, il pattinaggio di figura non è quindi solo una disciplina tecnica ma è anche uno sport basato su eleganza e precisione.  
 


==Attrezzatura e abbigliamento==
==Attrezzatura e abbigliamento==
I pattini sono l’elemento fondamentale per praticare questo sport. Ogni pattino è composto da uno stivaletto e da una lama che differiscono però in base alle varie specialità (cambia sia il tipo di scarpa che la lunghezza, il profilo longitudinale e l'incavo delle lame). In particolare il pattinaggio di figura utilizza uno specifico modello di pattini da ghiaccio, denominati stivaletti da pattinaggio artistico, dotati di una calzatura fasciante ma rigida al punto giusto sia per sostenere la caviglia durante le spinte e gli atterraggi dei salti che per facilitare un movimento morbido e fluido. Tale stivaletto è realizzato in cuoio, pelle sintetica o kevlar poichè sono materiali che si adattano perfettamente alla morfologia del piede.<ref>[https://www.sullaneve.it/magazine/attrezzatura/pattini-da-ghiaccio-artistico.htm, ''Pattini da ghiaccio artistico'', magazine «Sullaneve»];
===Pattini===
[https://www.sullaneve.it/magazine/attrezzatura/pattini-da-ghiaccio.htm, ''Pattini da ghiaccio'', magazine «Sullaneve»]</ref> Sotto la suola della calzatura viene montata la lama, più corta rispetto a quella presente nei pattini da velocità e sporgente posteriormente oltre il tacco dello stivaletto. Inoltre presenta una una sagomatura convessa che consente una maggiore dinamicità dei movimenti e una più ampia gamma di direzioni e che allo stesso tempo riduce l’attrito con la superficie ghiacciata. Una zona seghettata è poi presente, nella parte anteriore della lama stessa, per permettere di avere maggiore presa durante l'esecuzione dei salti: grazie alle punte dentate della lama, l'atleta riesce infatti in tempo immediato ad arrestare il pattino e ad eseguire il salto con il solo aiuto di una leggera spinta. Tutte le lame infine presentano una scannellatura centrale che di conseguenza porta alla formazione di due spigoli detti fili, posti uno all'esterno e uno all'interno della lama, grazie ai quali il pattino aderisce col ghiaccio.<ref>Paolo Pizzocari e Roberto Ghetti (a cura di), ''Pattinaggio artistico e danza sul ghiaccio'', p.54</ref> In commercio esistono però innumerevoli modelli diversi di pattini considerando che questi ultimi si differenziano in base al materiale utilizzato, all’altezza del tacco, alla rigidità dei supporti per la caviglia e al prezzo. Inoltre ogni atleta deve anche individuare il modello più adatto per sua corporatura e per il suo livello tecnico: ai principianti sono consigliati modelli morbidi che li facilitino nell’apprendimento dei movimenti base mentre per i professionisti sono consigliati pattini dotati di stivaletto più rigido in grado di sostenere maggiormente la caviglia. Infine esiste anche un’altra tipologia di pattino da ghiaccio, noleggiata principalmente presso le strutture delle piste da coloro che vogliono imparare senza impegno a pattinare, dotata di uno stivaletto in plastica imbottito all'interno e di una lama medio lunga.<ref>[https://www.sullaneve.it/magazine/attrezzatura/pattini-da-ghiaccio-artistico.htm, ''Pattini da ghiaccio artistico'', magazine «Sullaneve»];
 
[https://www.sullaneve.it/magazine/attrezzatura/pattini-da-ghiaccio.htm, ''Pattini da ghiaccio'', magazine «Sullaneve»]</ref>
Il pattinaggio di figura usa uno specifico modello di pattini da ghiaccio, denominato stivaletto da pattinaggio artistico, dotato di una calzatura fasciante, con un livello di rigidità che consente sia di sostenere la caviglia durante le spinte e gli atterraggi dei salti che di facilitare un movimento morbido e fluido. Tale stivaletto è realizzato in cuoio, pelle sintetica o kevlar. <ref>[https://www.sullaneve.it/magazine/attrezzatura/pattini-da-ghiaccio-artistico.htm, ''Pattini da ghiaccio artistico'', «Sullaneve»];
[https://www.sullaneve.it/magazine/attrezzatura/pattini-da-ghiaccio.htm, ''Pattini da ghiaccio'', «Sullaneve»].</ref>  
 
Sotto la suola dello stivaletto viene montata la lama, che è più corta rispetto a quella presente nei pattini da velocità e sporge posteriormente oltre il tacco dello stivaletto. Inoltre presenta una sagomatura convessa che maggiore dinamicità ai movimenti e che permette una più ampia gamma di direzioni ma che allo stesso tempo riduce l’attrito con il ghiaccio. Nella parte anteriore della lama è poi presente una zona seghettata che permette di avere maggiore presa durante l'esecuzione dei salti: grazie alle punte dentate della lama, l'atleta riesce infatti ad arrestare il pattino immediatamente e a eseguire il salto con il solo aiuto di una leggera spinta. Tutte le lame infine presentano una scannellatura centrale che porta alla formazione di due spigoli detti fili, posti uno all'esterno e uno all'interno della lama, con i quali il pattino aderisce al ghiaccio.<ref>Paolo Pizzocari e Roberto Ghetti (a cura di), ''Pattinaggio artistico e danza sul ghiaccio'', p. 54.</ref>  
 
In commercio esistono molti modelli diversi di pattini che si differenziano in base al materiale utilizzato, all’altezza del tacco, al livello di rigidità dei supporti e al prezzo. Inoltre ogni atleta deve individuare il modello più adatto alla propria corporatura e al proprio livello tecnico: ai principianti sono consigliati modelli morbidi in quanto permettono di imparare i movimenti base più facilmente mentre ai professionisti sono consigliati pattini dotati di stivaletto più rigido in grado di sostenere maggiormente la caviglia. Un’altra tipologia di pattino da ghiaccio, noleggiata principalmente presso le strutture delle piste da coloro che vogliono imparare senza impegno a pattinare, è dotata di uno stivaletto in plastica imbottito all'interno e di una lama medio-lunga.<ref>[https://www.sullaneve.it/magazine/attrezzatura/pattini-da-ghiaccio-artistico.htm, ''Pattini da ghiaccio artistico'', «Sullaneve»];
[https://www.sullaneve.it/magazine/attrezzatura/pattini-da-ghiaccio.htm, ''Pattini da ghiaccio'', «Sullaneve»].</ref>
 
===Abbigliamento===
Per l'abbigliamento non vi è una regola ben precisa da seguire; sono comunque consigliati capi confortevoli e comodi ma allo stesso tempo elastici e idonei all’esecuzione di ampi movimenti. Inoltre è fondamentale vestirsi a strati in modo tale da poter gestire al meglio i cambi di temperatura del corpo.
 
Durante gli allenamenti all’interno dei palazzetti sportivi, l’abbigliamento più usato è composto da una tuta termica elasticizzata e aderente e da pantaloni leggeri ma impermeabili, da indossare sopra la calzamaglia per non rischiare di bagnarsi a seguito di cadute. I guanti sono importanti come protezione sia dal freddo che dal rischio di infortunio poiché le mani sono la prima parte del corpo che istintivamente si appoggia a terra in caso di cadute.
 
Soprattutto per coloro che sono alle prime armi, è suggerito infine l’utilizzo di parapolsi, gomitiere e ginocchiere, come quelle previste per lo sci o per lo snowboard.<ref>[https://www.sullaneve.it/magazine/abbigliamento/abbigliamento-pattinaggio-su-ghiaccio.htm, ''Abbigliamento pattinaggio sul ghiaccio'', «Sullaneve»].</ref>
 
===Body di gara===
Il body da pattinaggio artistico è l’indumento principale indossato dai pattinatori e dalle pattinatrici che si cimentano nelle gare. Solitamente le donne indossano un abito corto definito tutù mentre gli uomini indossano una tuta o un completo composto da pantalone lungo e maglia aderente. Si tratta anche in questo caso di un capo tecnico progettato per garantire un’ampia libertà di movimento. Inoltre il body deve rispettare le norme del regolamento internazionale che impone alle donne di indossare un gonnellino e agli uomini di coprire le braccia e di non lasciare il torace troppo scoperto.
 
Il body per il pattinaggio artistico è realizzato in tessuto aderente, elasticizzato, leggero e traspirante. Il materiale più impiegato è la lycra, anche se sono presenti in commercio body di altri tessuti, tra i quali il velluto. I modelli di body per pattinaggio artistico si differenziano anche per il design e i colori e per la diversa disposizione di strass, pietre e applicazioni di ogni genere, usati per creare un maggiore effetto scenico e selezionati soprattutto in base alla musica scelta. Tuttavia, è sconsigliato l’uso eccessivo di decorazioni che andrebbero ad appesantire l’abito e che potrebbero staccarsi durante l’esecuzione. Inoltre sono sconsigliati anche i gonnellini lunghi e stretti, rispetto a quelli corti e ampi, poiché potrebbero rendere difficile l’esecuzione dei salti e delle figure. Al contrario sono molto apprezzati i modelli a manica lunga in quanto mettono in risalto i movimenti delle braccia. <ref>[https://www.sullaneve.it/magazine/abbigliamento/body-pattinaggio-artistico.htm, ''Body pattinaggio artistico'', «Sullaneve»].</ref><ref>Paolo Pizzocari e Roberto Ghetti (a cura di), ''Pattinaggio artistico e danza sul ghiaccio'', p. 59.</ref>
 
==Origini==
Il pattinaggio è nato originariamente per motivi di necessità come modo per potersi spostare più velocemente da una parte all’altra del territorio, specialmente nei periodi più freddi.
 
A partire dal Quattrocento, per spostarsi sui canali ghiacciati in Olanda era molto diffuso l'utilizzo dei pattini e fu proprio in questo periodo che tra i giovani nacque il pattinaggio di velocità. L'Olanda è però considerata anche la patria del pattinaggio artistico perché fu in questo luogo che venne inventata la lama metallica con due fili e le classi aristocratiche si interessarono al pattinaggio inteso come forma d'arte, sperimentando pose eleganti. A testimoniare la presenza in Olanda del pattinaggio come sport nazionale è l'opera ''Vita almae virginis Lijdwine'' di Johannem Brugman nella quale è narrata la storia di Liduina di Schiedam, una santa rimasta paralizzata a causa di una caduta sui pattini ed eletta per questo motivo patrona dei pattinatori. Nel 1572 venne combattuta la “battaglia del fiume” fra spagnoli e olandesi e fu proprio la capacità di pattinare e di muoversi velocemente su superfici ghiacciate di questi ultimi che li aiutò a vincere lo scontro.
 
Il pattinaggio fu introdotto poi nelle corti inglesi grazie a James Stuart, figlio di Carlo I, il quale si appassionò a questa disciplina durante il suo esilio nei Paesi Bassi, e grazie a suo fratello Carlo II, il quale importò i pattini nel Regno Unito. Il pattinaggio artistico moderno nacque a tutti gli effetti in Gran Bretagna quando Robert Jones scrisse il primo trattato tecnico sull’argomento.
 
In Francia il pattinaggio divenne uno dei principali passatempi della corte e della regina Maria Antonietta. I francesi vedevano in questo sport una forma d’arte e spettacolo; Garcin, membro della compagnia di artisti sul ghiaccio Gilet Rouge, nel 1813 pubblicò un trattato sul pattinaggio intitolato ''Le vrai patineur'', nel quale sottolinea l'importanza della componente espressiva.


Per quanto riguarda l’abbigliamento invece non vi è una regola ben precisa da seguire ma sono ideali capi confortevoli e comodi ma allo stesso tempo elastici ed idonei all’esecuzione di ampi movimenti. Inoltre è fondamentale vestirsi a strati in modo tale da poter gestire al meglio i cambi di temperatura del proprio corpo. Durante gli allenamenti all’interno dei palazzetti sportivi, l’abbigliamento più usato è composto da una tuta termica elasticizzata e aderente e da pantaloni leggeri ma impermeabili, da indossare sopra la calzamaglia per non rischiare di bagnarsi a seguito di cadute. Sono fondamentali poi i guanti come protezione per le mani sia dal freddo che dal rischio di infortunio poiché queste ultime sono la prima parte del corpo che istintivamente si appoggia a terra in caso di cadute. In aggiunta a tutto ciò, soprattutto per coloro che sono alle prime armi, è suggerito infine l’utilizzo di parapolsi, gomitiere e ginocchiere, come quelle previste per lo sci o per lo snowboard.<ref>[https://www.sullaneve.it/magazine/abbigliamento/abbigliamento-pattinaggio-su-ghiaccio.htm, ''Abbigliamento pattinaggio sul ghiaccio'', magazine «Sullaneve»]</ref>
Anche se questo sport fu introdotto in America già nella prima metà del Settecento dai soldati inglesi, ottenne popolarità fra gli abitanti negli stessi anni della sua diffusione in Francia e fu talmente apprezzato che in soli cinquant’anni veniva già praticato da buona parte della popolazione. Nella seconda metà dell'Ottocento in Europa si affermarono parallelamente la scuola inglese e quella viennese: due visioni del pattinaggio molto diverse tra loro, poiché la prima era più interessata all'aspetto tecnico di questo sport mentre la seconda, apprezzando la musica e la danza, si dedicava maggiormente al lato artistico e interpretativo. Questa distinzione rimase netta fino al 1940 circa quando venne trovata una mediazione fra le due scuole e venne quindi definito il regolamento di quello che poi è diventato il pattinaggio moderno.<ref>Paolo Pizzocari e Roberto Ghetti (a cura di), ''Pattinaggio artistico e danza sul ghiaccio'', pp. 1-11.</ref><ref>[https://www.treccani.it/enciclopedia/pattinaggio_%28Enciclopedia-dei-ragazzi%29/, Alessandro Capriotti, ''Pattinaggio'', Enciclopedia per ragazzi, 2009];
[https://www.technogym.com/it/newsroom/pattinaggio-sul-ghiaccio-arte-e-velocita/, ''Pattinaggio sul ghiaccio: tra arte e velocità'', Technogym.com].</ref>  


Il body da pattinaggio artistico è l’indumento principale indossato dai pattinatori e dalle pattinatrici che si cimentano nella gare. Solitamente le donne indossano un abito corto definito tutù mentre gli uomini indossano la tuta o un completo composto da pantalone lungo e maglia aderente. Si tratta anche in questo caso di un capo tecnico progettato per garantire un’ampia libertà di movimento e il quale deve conformarsi alle norme del regolamento internazionale che impone alle donne di indossare un gonnellino e agli uomini di coprire le braccia e di non lasciare il torace troppo scoperto. Il body per il pattinaggio artistico è realizzato in tessuto aderente, elasticizzato, leggero e traspirante e il materiale maggiormente impiegato è la lycra, anche se sono presenti in commercio body dei più diversi tessuti, tra i quali il velluto. I modelli di body per pattinaggio artistico si differenziano anche per il design e i colori e per la diversa disposizione di strass, pietre e applicazioni di ogni genere utilizzati per creare un maggiore effetto scenico e scelti soprattutto in base alla musica scelta. Tuttavia, è sconsigliato l’uso eccessivo di decorazioni che andrebbero solamente ad appesantire l’abito e che potrebbero staccarsi durante l’esecuzione. Inoltre sono di maggior effetto i modelli a manica lunga in quanto sottolineano i movimenti delle braccia e sono sconsigliati i gonnellini lunghi e stretti, rispetto a quelli  corti e svolazzanti, poiché potrebbero intralciare l’azione di pattinaggio e rendere difficile l’esecuzione dei salti e delle figure.<ref>[https://www.sullaneve.it/magazine/abbigliamento/body-pattinaggio-artistico.htm, ''Body pattinaggio artistico'', magazine «Sullaneve»]</ref><ref>Paolo Pizzocari e Roberto Ghetti (a cura di), ''Pattinaggio artistico e danza sul ghiaccio'', p.59</ref>
Nel 1891 vennero organizzati ad Amburgo i primi campionati europei di pattinaggio artistico maschile. Nel 1892 in Olanda fu fondata l'attuale International skating Union (ISU). Nel 1896 si realizzò il campionato mondiale maschile a San Pietroburgo mentre quello femminile fu organizzato a Davos nel 1906. Il pattinaggio artistico sul ghiaccio venne introdotto nei Giochi Invernali nel 1924 anche se aveva già esordito, con quattro prove di pattinaggio artistico, come sport olimpionico ai Giochi Olimpici estivi di Londra nel 1908.


==Le origini del pattinaggio sul ghiaccio==
Parallelamente questa disciplina prese piede anche in Italia e i primi campionati italiani si tennero nel 1914 in provincia di Varese.<ref>[http://www.guidaolimpiadi.it/index.php?option=com_content&view=category&layout=blog&id=46&Itemid=282, ''Pattinaggio di figura'', guidaolimpiadi.it].</ref> La Federazione Italiana Sport per il Ghiaccio (Fisg) nacque a Milano nel settembre del 1926 a seguito della fusione della Federazione Italiana di Pattinaggio (Fipg), della Federazione Italiana di Hockey sul ghiaccio (Fihg) e del Bob Club d'Italia, fondate in precedenza.<ref>Paolo Pizzocari e Roberto Ghetti (a cura di), ''Pattinaggio artistico e danza sul ghiaccio'', p. 39.</ref>
Il pattinaggio è nato originariamente per motivi di necessità come modo per potersi spostare più velocemente da una parte all’altra del territorio, specialmente nei periodi più freddi. Le prime tracce di questo sport risalgono al II millennio a.C. nei paesi dell’estremo nord-est europeo e in quelli scandinavi dove venivano usati pezzi di ossi di animali, tra cui buoi, cervi e alcune razze di cavalli, arrotondati verso il lato appoggiato al calzare e attaccati sotto le scarpe con delle stringhe, per scivolare sulle superfici ghiacciate. Questi ultimi assomigliavano però piuttosto ai pattini di una slitta tanto che per restare in equilibrio ed ottenere più velocità le persone utilizzavano due bastoni. Solamente nel 200 d. C. sono entrati in scena i primi pattini metallici composti da un pattino di legno fissato alla calzatura con dei lacci e rivestito da una striscia di metallo piegata in modo tale da coprire il margine di quest’ultimo e in modo tale da essere affilata e tagliente. In Olanda già nel 1400 era molto diffuso l'utilizzo dei pattini come mezzo per spostarsi sui canali ghiacciati e fu proprio in questo periodo che nacque il pattinaggio di velocità. L'Olanda è però considerata anche la patria del pattinaggio artistico perché fu in questo luogo che venne inventato la lama metallica con due fili e perché furono le classi aristocratiche ad interessarsi al pattinaggio inteso come forma d'arte e furono loro i primi a sperimentare pose eleganti e armoniose. Inoltre a testimoniare la presenza in Olanda del pattinaggio come sport nazionale è l'opera “Vita alme virginis Lijdwine” di Johannem Brugman nella quale viene narrata la storia di Liduina di Schiedam, una santa rimasta paralizzata a causa di una caduta sui pattini, eletta per questo motivo patrona dei pattinatori. Inoltre nel 1572 venne combattuta la “battaglia del fiume” fra spagnoli e olandesi e fu proprio la capacità di pattinare e di muoversi velocemente su superfici ghiacciate di questi ultimi che li aiutò a vincere questo scontro. Il pattinaggio fu introdotto poi nelle corti inglesi grazie a James Stuart, figlio di Carlo I, il quale si appassionò a questa disciplina durante il suo esilio nei Paesi Bassi e grazie a suo fratello Carlo II il quale importò i pattini nel Regno Unito e in seguito in tutto il mondo. Il pattinaggio artistico moderno nacque a tutti gli effetti in Gran Bretagna quando Robert Jones scrisse il primo trattato tecnico sull’argomento. Dall'Inghilterra il pattinaggio si diffuse anche in Germania ma soprattutto in Francia dove divenne uno dei principali passatempi della corte e della stessa Maria Antonietta. I francesi rivedevano in questo sport una forma d’arte e spettacolo e fu proprio un francese, un tale Garcin, membro della compagnia di artisti sul ghiaccio i Gilet Rouge, che pubblicò un altro trattato sul pattinaggio intitolato “le vrai patineur”, nel quale sottolinea l'importanza della componente espressiva. Nel frattempo questo sport si diffuse velocemente anche in America, dove era stato introdotto nella prima metà del Settecento dai soldati inglesi, tanto che in soli cinquant’anni veniva già praticato da gran parte della popolazione. Nella seconda metà dell'Ottocento in Europa si affermarono la scuola inglese e quella viennese, molto diverse tra loro poiché la prima era più interessata all'aspetto tecnico di questo sport mentre la seconda, essendo aperta all'arte, alla musica e alla danza, si dedicava maggiormente al lato artistico ed interpretativo. Questa distinzione rimase netta fino al 1940 circa quando venne trovata una mediazione fra le due scuole e vennero quindi definite le posizioni e lo stile di quello che poi è diventato il pattinaggio moderno.<ref>Paolo Pizzocari e Roberto Ghetti (a cura di), ''Pattinaggio artistico e danza sul ghiaccio'', p.1-11</ref><ref>[https://www.treccani.it/enciclopedia/pattinaggio_%28Enciclopedia-dei-ragazzi%29/, Alessandro Capriotti, ''Pattinaggio'', Enciclopedia per ragazzi, 2009.];
[https://www.technogym.com/it/newsroom/pattinaggio-sul-ghiaccio-arte-e-velocita/, ''Pattinaggio sul ghiaccio: tra arte e velocità'', Technogym.com]</ref> Nel 1891 vennero organizzati ad Amburgo i primi campionati europei di pattinaggio artistico maschile e l’anno successivo in Olanda, a seguito di un congresso internazionale, fu fondata l'attuale International skating Union (ISU). Nel 1896 si realizzò il campionato mondiale maschile a San Pietroburgo mentre quello femminile fu organizzato a Davos nel 1906. Il pattinaggio artistico sul ghiaccio venne introdotto nei Giochi Invernali nel 1924 anche se aveva già esordito come sport olimpionico ai Giochi Olimpici estivi di Londra nel 1908, durante i quali vennero disputate quattro prove di pattinaggio artistico. Parallelamente questa disciplina prese piede anche in Italia e i primi campionati italiani si tennero nel 1914 in provincia di Varese.<ref>[http://www.guidaolimpiadi.it/index.php?option=com_content&view=category&layout=blog&id=46&Itemid=282, ''Pattinaggio di figura'', guidaolimpiadi.it]</ref> La Federazione Italiana Sport per il Ghiaccio (Fisg) è nata infine a Milano nel settembre del 1926 a seguito della fusione della Federazione Italiana di Pattinaggio (Fipg), della Federazione Italiana di Hockey sul ghiaccio (Fihg) e del Bob Club d'Italia, fondate in precedenza.<ref>Paolo Pizzocari e Roberto Ghetti (a cura di), ''Pattinaggio artistico e danza sul ghiaccio'', p.39</ref>


==Gli elementi tecnici==
==Gli elementi tecnici==
Gli elementi tecnici o “difficoltà” che l’atleta esegue in questa disciplina sono tre: i salti, le piroette e le sequenze di passi o elementi di transizione.
Gli elementi tecnici o “difficoltà” che l’atleta esegue in questa disciplina sono tre: i salti, le piroette e le sequenze di passi o elementi di transizione.
===Salti===
===Salti===
I salti sono gli elementi tecnici più complessi del pattinaggio artistico in quanto per eseguirli senza difficoltà e con una buona tecnica servono molti anni di allenamento. In tutti i salti di questo sport il corpo del pattinatore rimane eretto, l'asse di rotazione è verticale ed è sempre perpendicolare al ghiaccio e normalmente si ruota in senso antiorario, ad eccezione dei mancini che ruotano in senso opposto. Nel salto si susseguono quattro fasi: la preparazione, la partenza, la fase di rotazione in volo e l’atterraggio. Per quanto riguarda la preparazione, tutti i salti partono dalla curva, pattinando su un arco di cerchio, e in questa fase il pattinatore si mette nella posizione che gli consente, in base al salto specifico, di sollevarsi da terra e ruotare. Al momento della partenza invece il baricentro si sposta sulla punta della lama, la quale costituisce il perno dello slancio, e il pattinatore già prima di staccarsi dal pavimento ghiacciato compie dei movimenti tali da far ruotare il corpo di 45-60º tranne nei cosiddetti salti puntati dove la rotazione inizia sulla punta del piede che effettua la puntata. Successivamente, nella fase di rotazione, il pattinatore deve tenere le braccia raccolte a circa dieci centimetri dal corpo in posizione “di preghiera” e i gomiti rivolti verso il basso; deve tenere le gambe dolcemente estese con la gamba sinistra incrociata sulla destra, i piedi vicini e la testa rivolta verso la spalla sinistra. Tutti i salti infine presentano un atterraggio sul filo esterno indietro della gamba destra piegata mentre la gamba libera deve essere stesa indietro gradualmente con la punta rivolta verso il basso. Prima dell’atterraggio è però necessario aprire le braccia e la gamba libera in modo tale da interrompere la rotazione.  
I salti sono gli elementi tecnici più complessi del pattinaggio artistico. In tutti i salti il pattinatore deve tenere una posizione eretta e perpendicolare al ghiaccio; di regola, a eccezione dei mancini, la rotazione è eseguita in senso antiorario.
 
I salti eseguiti normalmente nel pattinaggio di figura, in ordine di difficoltà crescente, sono:  
* Toe-loop
* Salchow
* Flip
* Lutz
* Rittberger (o loop)
* Axel Paulsen
 
Tutti questi presentano la stessa posizione durante la rotazione in volo e al momento dell'atterraggio e si differenziano quindi in base alle mosse eseguite durante la partenza. Essi possono essere inoltre classificati sia in base al numero di rotazioni (semplici, doppi, tripli, quadrupli) che in base al fatto di essere salti puntati (nello stacco del salto si usa la punta della lama del piede libero per staccarsi da terra) o spinti direttamente dalla lama della gamba a terra. L'unico salto che rappresenta un’eccezione è l’Axel poiché in primo luogo viene effettuato partendo dall’avanti e in secondo luogo presenta una mezza rotazione in più rispetto agli altri; si parla quindi di Axel semplice quando viene compiuta una rotazione di 540°.  


I salti presenti nel regolamento sono i seguenti: Toe-loop, Salchow, Flip, Lutz, Rittberger (o loop) e Axel. Tutti questi presentano la stessa posizione in volo e all’atterraggio e si differenziano quindi in base alla posizione di partenza. Essi possono essere inoltre classificati sia in base al numero di rotazione (semplici (360°), doppi (720°), tripli, quadrupli) che in base al fatto di essere salti puntati (nello stacco del salto si usa la punta del piede libero) o spinti direttamente dalla lama per il ghiaccio o dalle ruote per il pattinaggio a rotelle. L'unico salto che rappresenta un’eccezione è l’Axel poiché, siccome viene effettuato partendo dall’avanti, presenta una mezza rotazione in più rispetto agli altri; si parla quindi di Axel semplice quando viene compiuta una rotazione di 540°. I salti possono poi essere eseguiti in combinazione o sequenza: nel primo caso il piede di arrivo del primo salto coincide con quello di partenza del santo successivo e non si possono quindi inserire passi o elementi di connessione tra i suddetti salti mentre nel secondo caso questo è possibile.<ref>Paolo Pizzocari e Roberto Ghetti (a cura di), ''Pattinaggio artistico e danza sul ghiaccio'', pp.108-115</ref>
I salti, invece che presentati singolarmente, possono poi essere eseguiti in combinazione o sequenza: nel primo caso il piede col quale si atterra nel primo salto è lo stesso di quello di partenza del salto successivo e non si possono quindi inserire passi o elementi di connessione tra i salti mentre nel secondo caso questo è possibile.
 
In tutti i salti si susseguono quattro fasi:
* preparazione: il pattinatore pattina lungo una curva e prepara le mosse successive
* partenza: il pattinatore sposta il suo baricentro sulla punta della lama, la quale costituisce il punto su cui appoggiarsi per staccare il salto. In questa fase inoltre il pattinatore esegue all'incirca i primi 45-60º della rotazione totale poiché sarebbe impossibile ricavare abbastanza forza rotatoria iniziando la rotazione dopo il distacco dal ghiaccio. Fanno eccezione i cosiddetti salti puntati, dove la rotazione completa inizia a seguito della puntata, ovvero l'azione di colpire il ghiaccio con la lama per acquisire la forza per sollevarsi da terra.
* rotazione in volo: il pattinatore deve chiudere le braccia a circa dieci centimetri dal corpo con i gomiti rivolti verso il basso, incrociare la gamba sinistra sulla destra e tenere i piedi vicini l'uno con l'altro
* atterraggio: prima di tutto è necessario aprire le braccia e la gamba libera in modo tale da interrompere la forza rotatoria. In seguito si atterra sul filo esterno indietro della gamba destra piegata mentre la gamba sinistra deve essere estesa indietro, con il piede che guarda verso il basso. <ref>Paolo Pizzocari e Roberto Ghetti (a cura di), ''Pattinaggio artistico e danza sul ghiaccio'', pp. 108-115.</ref>


===Piroette o trottole===
===Piroette o trottole===
Le piroette, denominate anche “trottole”, sono elementi tecnici nei quali il pattinatore ruota attorno al suo asse verticale. Per eseguire una trottola corretta tecnicamente quest’ultima deve essere veloce e centrata ovvero l’asse di rotazione deve rimanere invariato e più la posizione assunta è elegante e armonica più la piroetta acquisisce valore. Dal punto di vista pratico, durante l’esecuzione di questi elementi tecnici, ruotando poggiando il peso sul filo interno indietro nelle trottole avanti e sul filo esterno indietro in quelle indietro, la lama va a disegnare dei piccoli cerchi sul ghiaccio. Una piroetta è considerata di maggior valore se i cerchi realizzati sono di uguale dimensione e se sono sovrapposti l’uno sull’altro. Ogni piroetta può essere eseguita alta, bassa o ad angelo e anche queste come i salti possono essere eseguite in combinazione sullo stesso piede o con un cambio di piede. Nella piroetta alta il pattinatore ruota attorno al proprio asse, in quella bassa la gamba portante è piegata in modo tale da formare un angolo di novanta gradi mentre in quella ad angelo il busto è parallelo alla superficie ghiacciata e la gamba portante e quella libera sono perpendicolari l’una rispetto all’altra. Infine in una classificazione a parte troviamo le piroette saltate ovvero trottole con cambio di piede nelle quali però il pattinatore, invece di appoggiare a terra il piede, fa un salto per passare da un piede all’altro in modo tale che il salto stesso costituisca l’inizio della piroetta successiva.<ref>Paolo Pizzocari e Roberto Ghetti (a cura di), ''Pattinaggio artistico e danza sul ghiaccio'', pp.128-132</ref><ref>Redazione Digital, [https://www.elle.com/it/salute/fitness/a39770523/pattinaggio-su-ghiaccio-sport/, ''Pattinaggio artistico su ghiaccio, non uno sport da dilettanti'']</ref>
Le piroette, denominate anche “trottole”, sono elementi tecnici nei quali il pattinatore esegue più giri completi su sé stesso. Una trottola è considerata corretta dal punto di vista tecnico se è eseguita velocemente e se è centrata, ovvero nel caso in cui l’asse di rotazione rimanga invariato. Inoltre più la posizione assunta è elegante più la piroetta acquisisce valore. Dal punto di vista pratico, per eseguire questi elementi il pattinatore deve ruotare poggiando il peso sul filo interno indietro nelle trottole avanti e sul filo esterno indietro in quelle indietro disegnando così dei piccoli cerchi sul ghiaccio. Una piroetta è considerata di maggior valore se i cerchi sono della stessa grandezza e se sono sovrapponibili.  
 
Ogni piroetta può essere eseguita:
* alta: il pattinatore ruota attorno al proprio asse
* bassa: la gamba a terra è piegata in modo tale da formare un angolo di novanta gradi  
* ad angelo: il busto è parallelo alla superficie ghiacciata e la gamba a terra e quella libera sono perpendicolari l’una rispetto all’altra
 
Anche le piroette, come i salti, possono essere eseguite in combinazione sullo stesso piede o con un cambio di piede.
 
Infine in una classificazione a parte si trovano le piroette saltate ovvero trottole con cambio di piede nelle quali però il pattinatore, invece di appoggiare a terra il piede, fa un salto per passare da un piede all’altro, facendo coincidere l'atterraggio del salto con l’inizio della trottola successiva.<ref>Paolo Pizzocari e Roberto Ghetti (a cura di), ''Pattinaggio artistico e danza sul ghiaccio'', pp. 128-132.</ref><ref> [https://www.elle.com/it/salute/fitness/a39770523/pattinaggio-su-ghiaccio-sport/, Redazione Digital, ''Pattinaggio artistico su ghiaccio, non uno sport da dilettanti''].</ref>


===Sequenza di passi===
===Sequenza di passi===
Per muoversi sulla pista il pattinatore per la maggior parte del tempo disegna sul ghiaccio degli archi di circo più o meno profondi a seconda dell'inclinazione del corpo. Il pattinatore può infatti assecondare la spinta rotatoria e ruotare quindi il tronco o si può opporre a questa spinta continuando a pattinare in curva. In totale esistono quattro tipi di archi in quanto questi ultimi possono essere o interni o esterni e possono essere eseguiti in avanti o all'indietro.<ref>Paolo Pizzocari e Roberto Ghetti (a cura di), Pattinaggio artistico e danza sul ghiaccio, pp.71-72</ref> Per girarsi invece davanti all'indietro o viceversa si utilizzano alcune figure, denominate becchi, le quali si distinguono in due categorie: nella prima troviamo i becchi mediante i quali il pattinatore si gira rimanendo sullo stesso piede mentre nella seconda troviamo quelli mediante i quali girandosi cambia piede. Appartengono alla prima categoria il tre, il controtre, la vende o volta e la controvende o controvolta. Ogni becco può essere poi eseguito sia sul filo esterno che su quello interno e può essere avanti o indietro in base alla curva di entrata. In totale quindi esistono 16 tipi diversi di becchi su un piede. Appartengono alla seconda categoria invece il Mohawk e il Choctaw.<ref>Paolo Pizzocari e Roberto Ghetti (a cura di), ''Pattinaggio artistico e danza sul ghiaccio'', pp.79</ref> Appartengono ad un'altra categoria chiamata Body movements invece tutti i movimenti coreografici di braccia, busto, testa e gamba libera, nei quali il pattinatore deve modificare l'equilibrio del corpo durante almeno tre momenti di tutta la sequenza e nei quali almeno due parti del corpo devono essere coinvolte.<ref>[https://www.fisr.it/artistico/regolamenti-di-settore/category/382-norme-stagioni-precedenti.html?download=5527:ws-norme-rollart-singolo-2019, World Skate Artistic Technical Commission, ''Regolamento per pattinaggio artistico'', Fisr, 2019, p.20]</ref>  
In base all’inclinazione del corpo, la lama del pattino traccia degli archi più o meno profondi sul ghiaccio e il pattinatore può assecondare la spinta rotatoria e ruotare oppure opporsi a essa e percorrere la curva. In totale esistono quattro tipi di archi in quanto questi ultimi possono essere interni o esterni e possono essere eseguiti in avanti o all'indietro.<ref>Paolo Pizzocari e Roberto Ghetti (a cura di), Pattinaggio artistico e danza sul ghiaccio, pp. 71-72.</ref>  
 
Esistono poi delle figure che invece consentono al pattinatore di girarsi dal davanti all'indietro o viceversa. Queste, dette anche becchi, si possono suddividere in due categorie: appartengono alla prima i becchi che consentono al pattinatore di girarsi rimanendo sullo stesso piede mentre quelli appartenenti alla seconda sono chiamati anche passi e consentono al pattinatore di girarsi cambiando piede. Appartengono alla prima categoria il tre, il controtre, la vende o volta e la controvende o controvolta. Ognuno di questi può essere eseguito sia sul filo esterno che su quello interno e può essere realizzato dall’avanti o dall’indietro in base alla curva di entrata. In totale quindi esistono 32 tipi diversi di becchi, 16 su un piede e altrettanti sull'altro. Appartengono alla seconda categoria invece il Mohawk e il Choctaw.<ref>Paolo Pizzocari e Roberto Ghetti (a cura di), ''Pattinaggio artistico e danza sul ghiaccio'', p. 79.</ref>  
 
Un'altra categoria chiamata Body movements comprende tutti i movimenti coreografici di braccia, busto, testa e gamba libera, nei quali il pattinatore sposta il suo baricentro durante almeno tre momenti andando a muovere almeno due parti del corpo fra quelle prima citate.<ref>[https://www.fisr.it/artistico/regolamenti-di-settore/category/382-norme-stagioni-precedenti.html?download=5527:ws-norme-rollart-singolo-2019, World Skate Artistic Technical Commission, ''Regolamento per pattinaggio artistico'', Fisr, 2019, p. 20].</ref>  


Il tre, il controtre e il Mohawk si eseguono pattinando su un solo cerchio poiché l’arco di preparazione e a quello di uscita si tracciano su di esso mentre nella vende, nella controverde e nel Choctaw gli archi presi in considerazione sono due in quanto quello di entrata del becco si esegue su un cerchio mentre l'arco di uscita si esegue su un altro cerchio tangente al primo e con lo stesso asse longitudinale. Il tre e il controtre sono due passi molto simili nell'esecuzione in quanto in entrambi girandosi il pattinatore cambia filo (si passa dall'esterno avanti all'interno indietro o dall'esterno indietro all'interno avanti) ma differiscono nel fatto che nel primo caso la punta del pattino guarda il centro del cerchio immaginario su cui si sta pattinando mentre nel controtre la punta guarda verso l'esterno del cerchio. La stessa cosa accade anche nella vende e nella controverde poiché nel primo caso la punta guarda verso l'interno mentre nel secondo guarda l'esterno ma in questo caso girandosi il pattinatore rimane sullo stesso filo (si passa dal filo esterno avanti a quello esterno indietro o dal filo interno indietro a quello interno avanti).<ref>Paolo Pizzocari e Roberto Ghetti (a cura di), Pattinaggio artistico e danza sul ghiaccio, pp.79-80</ref>Infine il Mohawk e il Choctaw sono due passi simili fra loro in quanto entrambi si utilizzano per girarsi davanti all'indietro o viceversa utilizzando entrambe le gambe. L'unica differenza che troviamo è che nel primo caso, nonostante ci sia un cambio di piede, il filo di entrata e quello di uscita sono uguali mentre nel secondo caso si cambia contemporaneamente piede e filo. Per entrambi gli elementi tecnici Esistono però sia l'esecuzione aperta che l'esecuzione chiusa del posto stesso. Nei Mohawk chiusi l'entrata del passo guarda il centro del cerchio di entrata mentre in quelli aperti il contrario;  nel primo caso il passo ha quindi il disegno di un tre mentre nel secondo caso di un controtre. Nei Choctaw chiusi l'entrata del passo guarda il centro del cerchio di entrata mentre in quelli aperti il contrario; nel primo caso il passo assume quindi il disegno di una vende mentre nel secondo caso di una controverde.<ref>Paolo Pizzocari e Roberto Ghetti (a cura di), ''Pattinaggio artistico e danza sul ghiaccio'', pp.92</ref><ref>Paolo Pizzocari e Roberto Ghetti (a cura di), ''Pattinaggio artistico e danza sul ghiaccio'', pp.95</ref>
Nel tre, nel controtre e nel Mohawk l’arco di preparazione e quello di uscita sono eseguiti entrambi sullo stesso cerchio. Nella vende, nella controvende e nel Choctaw gli archi presi in considerazione sono due in quanto quello di entrata si esegue su un cerchio mentre quello di uscita si esegue su un altro cerchio tangente al primo. Il tre e il controtre sono due passi molto simili nell'esecuzione in quanto in entrambi girandosi il pattinatore cambia filo (dall'esterno avanti all'interno indietro o dall'esterno indietro all'interno avanti) ma differiscono perché nel primo caso la punta del pattino è rivolta verso il centro del cerchio su cui si sta pattinando mentre nel controtre la punta è girata verso l'esterno del cerchio. La stessa cosa accade anche nella vende e nella controvende poiché nel primo caso la punta guarda verso l'interno mentre nel secondo guarda l'esterno ma in questo caso girandosi il pattinatore rimane sullo stesso filo (per esempio dal filo esterno avanti a quello esterno indietro o dal filo interno indietro a quello interno avanti).<ref>Paolo Pizzocari e Roberto Ghetti (a cura di), Pattinaggio artistico e danza sul ghiaccio, pp. 79-80.</ref>


In conclusione quindi i passi sono un insieme di elementi tecnici che fungono da collante fra i salti e le trottole presenti nel programma di gara ma possono anche essere eseguiti all’interno di una sequenza di passi o elementi di transizione che, come indica il nome, rappresenta la successione di una varietà di passi e rotazioni sul ghiaccio. Quest’ultima può essere eseguita su una linea retta (da un capo all’altro della pista), in cerchio o in una serpentina (l’insieme dei passi traccia una forma di S).<ref>[https://www.fisr.it/artistico/regolamenti-di-settore/category/382-norme-stagioni-precedenti.html?download=5527:ws-norme-rollart-singolo-2019, World Skate Artistic Technical Commission, ''Regolamento per pattinaggio artistico'', Fisr, 2019, p.5]</ref>
Anche il Mohawk e il Choctaw sono due passi simili fra loro in quanto entrambi si utilizzano tutte e due le gambe per girarsi dall'avanti all'indietro o viceversa. L'unica differenza è che nel primo caso, nonostante ci sia un cambio di piede, il filo di entrata coincide quello di uscita mentre nel secondo caso si cambiano piede e filo. Per entrambi gli elementi tecnici esistono però sia l'esecuzione aperta che l'esecuzione chiusa. Nei Mohawk chiusi l'entrata è eseguita verso il centro del cerchio di entrata mentre in quelli aperti accade il contrario;  nel primo caso il passo ha quindi il disegno di un tre mentre nel secondo caso di un controtre. Stessa cosa avviene per i Choctaw solo che nel primo caso il passo assume il disegno di una vende mentre nel secondo caso di una controvende.<ref>Paolo Pizzocari e Roberto Ghetti (a cura di), ''Pattinaggio artistico e danza sul ghiaccio'', p. 92.</ref><ref>Paolo Pizzocari e Roberto Ghetti (a cura di), ''Pattinaggio artistico e danza sul ghiaccio'', p. 95.</ref>
 
In conclusione quindi i passi sono un insieme di elementi tecnici che fungono da collante fra i salti e le trottole presenti nel programma di gara ma possono anche essere eseguiti all’interno di una sequenza di passi o elementi di transizione che, come indica il nome, rappresenta la successione di una varietà di passi e rotazioni sul ghiaccio. La sequenza può essere eseguita su una linea retta (da un capo all’altro della pista), in cerchio o in una serpentina (l’insieme dei passi traccia una forma di S).<ref>[https://www.fisr.it/artistico/regolamenti-di-settore/category/382-norme-stagioni-precedenti.html?download=5527:ws-norme-rollart-singolo-2019, World Skate Artistic Technical Commission, ''Regolamento per pattinaggio artistico'', Fisr, 2019, p. 5].</ref>


==La gara==
==La gara==
Durante una gara di pattinaggio la giuria è tenuta a esaminare e giudicare la performance degli atleti in base a parametri tecnici e artistici. Ogni pattinatore si presenta in gara con un proprio programma eseguito a ritmo di musica e formato dai vari elementi tecnici collegati fra loro da passi, posizioni e da un pattinaggio di buon livello.<ref>Paolo Pizzocari e Roberto Ghetti (a cura di), ''Pattinaggio artistico e danza sul ghiaccio'', p.210</ref> La componente artistica e la danza, che possiamo ritrovare in questa disciplina, la differenziano di conseguenza da tutti gli altri sport. Di fatto la componente atletica e quella agonistica caratterizzano l'aspetto più sportivo del pattinaggio mentre la parte artistica e musicale rende questo sport più creativo e spettacolare: il pattinatore non è tenuto solamente ad eseguire dei salti, delle piroette o dei passi, più o meno difficili, ma deve anche riuscire ad eseguire il tutto in un insieme finito, in una coreografia compatta e coesa, che deve risultare quindi come un balletto che prende vita direttamente dalla musica. Il pattinatore non deve solamente concentrarsi sulla potenza e sulla tecnica ma deve anche essere originale, avere una grande capacità espressiva e deve essere aggraziato, elegante e in armonia con la musica. Il pattinaggio è quindi uno sport che permette all’atleta di essere attore e protagonista della scena e che consente alla persona di esprimere appieno la propria creatività e la propria anima attraverso il movimento.<ref>Paolo Pizzocari e Roberto Ghetti (a cura di), ''Pattinaggio artistico e danza sul ghiaccio'', pp.XI-XII</ref>
Durante una gara di pattinaggio la giuria è tenuta a esaminare e giudicare la performance degli atleti in base a parametri tecnici e artistici. Ogni pattinatore si presenta in gara con un proprio programma eseguito a ritmo di musica e formato dai vari elementi tecnici collegati fra loro da passi, posizioni e da un pattinaggio di buon livello.<ref>Paolo Pizzocari e Roberto Ghetti (a cura di), ''Pattinaggio artistico e danza sul ghiaccio'', p. 210.</ref>  
 
La componente artistica e la danza differenziano questa disciplina da tutti gli altri sport. Di fatto la componente atletica e quella agonistica caratterizzano l'aspetto più sportivo del pattinaggio mentre la parte artistica e musicale rende questo sport più creativo e spettacolare: il pattinatore non è tenuto solamente a eseguire dei salti, delle piroette o dei passi, più o meno difficili, ma deve anche riuscire a eseguire il tutto in una coreografia compatta e coesa, che deve risultare quindi come un balletto che prende vita direttamente dalla musica. Il pattinatore non deve solamente concentrarsi sulla potenza e sulla tecnica ma deve anche essere originale, avere una grande capacità espressiva e deve essere aggraziato, elegante e in armonia con la musica. Il pattinaggio è quindi uno sport che permette all’atleta di essere attore e protagonista della scena e che consente alla persona di esprimere appieno la propria creatività attraverso il movimento.<ref>Paolo Pizzocari e Roberto Ghetti (a cura di), ''Pattinaggio artistico e danza sul ghiaccio'', pp. XI-XII.</ref>


Gli atleti che si scrivono ad una determinata gara vengono suddivisi sia in base all'anno di nascita che in base alla categoria di appartenenza scelta in relazione agli elementi tecnici da eseguire. Le categorie si dividono in debuttanti e professionisti. Ogni competizione di pattinaggio artistico si suddivide poi in programma corto e programma libero.<ref>[https://www.technogym.com/it/newsroom/pattinaggio-sul-ghiaccio-arte-e-velocita/, ''Pattinaggio sul ghiaccio: tra arte e velocità'', Technogym.com]</ref>
Gli atleti che partecipano a una gara vengono suddivisi sia in base all'anno di nascita che in base alla categoria di appartenenza scelta in relazione agli elementi tecnici da eseguire. Le categorie si dividono in debuttanti e professionisti. Ogni competizione di pattinaggio artistico si suddivide poi in programma corto e programma libero.<ref>[https://www.technogym.com/it/newsroom/pattinaggio-sul-ghiaccio-arte-e-velocita/, ''Pattinaggio sul ghiaccio: tra arte e velocità'', Technogym.com].</ref>


Il programma corto è il primo ad essere eseguito e in base alle regole dell'international skating Union il programma non può durare più di due minuti e 40 secondi. In questa fase l'atleta deve eseguire 8 elementi obbligatori e qualora la loro esecuzione non fosse corretta il pattinatore andrà incontro ad una penalità o decurtazione di punti. Nel pattinaggio individuale gli elementi da eseguire sono due salti diversi fra loro, uno dei quali deve essere preceduto da una serie di passi, una combinazione di due salti, tre diverse piroette, di cui una deve essere saltata e una deve essere combinata, e due diverse sequenze di passi. Inoltre una tra le figure obbligatorie è un doppio o un triplo Axel. Al termine di questa gara i 24 atleti con il punteggio più alto proseguono eseguendo il programma libero.<ref>Paolo Pizzocari e Roberto Ghetti (a cura di), ''Pattinaggio artistico e danza sul ghiaccio'', pp.215-216</ref><ref>[https://www.technogym.com/it/newsroom/pattinaggio-sul-ghiaccio-arte-e-velocita/, ''Pattinaggio sul ghiaccio: tra arte e velocità'', Technogym.com]</ref>
Il programma corto è il primo a essere eseguito e in base alle regole dell'International Skating Union non può durare più di 2 minuti e 40 secondi. In questa fase l'atleta deve eseguire 8 elementi obbligatori e se la loro esecuzione non è corretta va incontro a una penalità o decurtazione di punti. Nel pattinaggio individuale gli elementi da eseguire sono due salti diversi fra loro e uno preceduto da una serie di passi, una combinazione di due salti, tre piroette diverse fra loro, di cui una saltata e una combinata, e due sequenze di passi. Inoltre una tra le figure obbligatorie è un doppio o un triplo Axel. Al termine di questa gara i 24 atleti con il punteggio più alto proseguono eseguendo il programma libero.<ref>Paolo Pizzocari e Roberto Ghetti (a cura di), ''Pattinaggio artistico e danza sul ghiaccio'', pp. 215-216.</ref><ref>[https://www.technogym.com/it/newsroom/pattinaggio-sul-ghiaccio-arte-e-velocita/, ''Pattinaggio sul ghiaccio: tra arte e velocità'', Technogym.com].</ref>


Il programma libero, chiamato anche programma lungo, presenta una durata di 4 minuti per le donne e 4 minuti e 30 secondi per gli uomini, anche se possono essere aggiunti o tolti 10 secondi in base alle necessità. In questo programma l’atleta è quasi libero di inserire gli elementi che più gli si addicono in quanto, nel corso degli anni, il Regolamento Tecnico è diventato sempre più rigido e preciso. La disposizione degli elementi tecnici all'interno del programma è libera ma in base ad ogni categoria è prevista l’esecuzione massima e minima di alcuni di essi. Inoltre gli atleti e i loro allenatori devono tenere di conto del fatto che gli elementi inseriti nella seconda metà del programma saranno giudicati di maggior valore poiché eseguiti con maggior difficoltà dall’atleta più affaticato rispetto all’inizio. A tali esercizi verrà quindi assegnato un punteggio più elevato del 10% rispetto a quello base.<ref>Paolo Pizzocari e Roberto Ghetti (a cura di), ''Pattinaggio artistico e danza sul ghiaccio'', pp.212-213</ref><ref>[https://www.technogym.com/it/newsroom/pattinaggio-sul-ghiaccio-arte-e-velocita/, ''Pattinaggio sul ghiaccio: tra arte e velocità'', Technogym.com]</ref>
Il programma libero, chiamato anche programma lungo, presenta una durata di 4 minuti per le donne e 4 minuti e 30 secondi per gli uomini, anche se possono essere aggiunti o tolti 10 secondi in base alle necessità. In questo programma l’atleta è tendenzialmente libero di inserire gli elementi che più gli si addicono anche se, nel corso degli anni, il Regolamento Tecnico di ogni gara è diventato sempre più rigido e ha introdotto diverse regole e normative da rispettare. La disposizione degli elementi tecnici all'interno del programma è libera ma in base a ogni categoria è prevista l’esecuzione massima e minima di alcuni di essi. Inoltre gli atleti e i loro allenatori devono tenere di conto del fatto che gli elementi inseriti nella seconda metà del programma saranno giudicati di maggior valore poiché l’atleta sarà più affaticato rispetto all’inizio. A tali esercizi verrà quindi assegnato un punteggio più elevato del 10% rispetto a quello base.<ref>Paolo Pizzocari e Roberto Ghetti (a cura di), ''Pattinaggio artistico e danza sul ghiaccio'', pp. 212-213.</ref><ref>[https://www.technogym.com/it/newsroom/pattinaggio-sul-ghiaccio-arte-e-velocita/, ''Pattinaggio sul ghiaccio: tra arte e velocità'', Technogym.com].</ref>


==Note==
==Note==
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==Bibliografia==
==Bibliografia==
* Paolo Pizzocari e Roberto Ghetti (a cura di), ''Pattinaggio artistico e danza sul ghiaccio'', Milano, Sperling & Kupfer Editori, 2001.
* Paolo Pizzocari e Roberto Ghetti (a cura di), ''Pattinaggio artistico e danza sul ghiaccio'', Milano, Sperling & Kupfer Editori, 2001.
* Alessandro Capriotti, ''Pattinaggio'', Enciclopedia per ragazzi, 2009. https://www.treccani.it/enciclopedia/pattinaggio_%28Enciclopedia-dei-ragazzi%29/
* [https://www.treccani.it/enciclopedia/pattinaggio_%28Enciclopedia-dei-ragazzi%29/, Alessandro Capriotti, ''Pattinaggio'', Enciclopedia per ragazzi, 2009.]
* ''Pattinaggio sul ghiaccio: tra arte e velocità'', Technogym.com, https://www.technogym.com/it/newsroom/pattinaggio-sul-ghiaccio-arte-e-velocita/
* [https://www.technogym.com/it/newsroom/pattinaggio-sul-ghiaccio-arte-e-velocita/, ''Pattinaggio sul ghiaccio: tra arte e velocità'', Technogym.com]
* ''Pattinaggio di figura'', guidaolimpiadi.it, http://www.guidaolimpiadi.it/index.php?option=com_content&view=category&layout=blog&id=46&Itemid=282
* [http://www.guidaolimpiadi.it/index.php?option=com_content&view=category&layout=blog&id=46&Itemid=282, ''Pattinaggio di figura'', guidaolimpiadi.it]
* Redazione Digital, ''Pattinaggio artistico su ghiaccio, non uno sport da dilettanti'', Elle, 05/05/2022, https://www.elle.com/it/salute/fitness/a39770523/pattinaggio-su-ghiaccio-sport/
* [https://www.elle.com/it/salute/fitness/a39770523/pattinaggio-su-ghiaccio-sport/, Redazione Digital, ''Pattinaggio artistico su ghiaccio, non uno sport da dilettanti'', Elle, 05/05/2022]
* ''Pattini da ghiaccio artistico'', magazine «Sullaneve», https://www.sullaneve.it/magazine/attrezzatura/pattini-da-ghiaccio-artistico.htm  
* [https://www.sullaneve.it/magazine/attrezzatura/pattini-da-ghiaccio-artistico.htm, ''Pattini da ghiaccio artistico'', «Sullaneve»]
* ''Pattini da ghiaccio'', magazine «Sullaneve», https://www.sullaneve.it/magazine/attrezzatura/pattini-da-ghiaccio.htm  
* [https://www.sullaneve.it/magazine/attrezzatura/pattini-da-ghiaccio.htm, ''Pattini da ghiaccio'', «Sullaneve»]
* ''Body pattinaggio artistico'', magazine «Sullaneve», https://www.sullaneve.it/magazine/abbigliamento/body-pattinaggio-artistico.htm
* [https://www.sullaneve.it/magazine/abbigliamento/body-pattinaggio-artistico.htm, ''Body pattinaggio artistico'', «Sullaneve»]
* ''Abbigliamento pattinaggio sul ghiaccio'', magazine «Sullaneve», https://www.sullaneve.it/magazine/abbigliamento/abbigliamento-pattinaggio-su-ghiaccio.htm
* [https://www.sullaneve.it/magazine/abbigliamento/abbigliamento-pattinaggio-su-ghiaccio.htm, ''Abbigliamento pattinaggio sul ghiaccio'', «Sullaneve»]
* World Skate Artistic Technical Commission, ''Regolamento per pattinaggio artistico'', Fisr, 2019, https://www.fisr.it/artistico/regolamenti-di-settore/category/382-norme-stagioni-precedenti.html?download=5527:ws-norme-rollart-singolo-2019
* [https://www.fisr.it/artistico/regolamenti-di-settore/category/382-norme-stagioni-precedenti.html?download=5527:ws-norme-rollart-singolo-2019, World Skate Artistic Technical Commission, ''Regolamento per pattinaggio artistico'', Fisr, 2019]

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Il pattinaggio di figura su ghiaccio è una delle discipline sportive del pattinaggio su ghiaccio. In questo sport ogni atleta è tenuto a eseguire a ritmo di musica una serie di elementi tecnici, quali salti, trottole e passi, all'interno di un programma di gara. Come dimostrano anche i parametri di giudizio utilizzati dai giudici, il pattinaggio di figura non è quindi solo una disciplina tecnica ma è anche uno sport basato su eleganza e precisione.


Attrezzatura e abbigliamento[modifica]

Pattini[modifica]

Il pattinaggio di figura usa uno specifico modello di pattini da ghiaccio, denominato stivaletto da pattinaggio artistico, dotato di una calzatura fasciante, con un livello di rigidità che consente sia di sostenere la caviglia durante le spinte e gli atterraggi dei salti che di facilitare un movimento morbido e fluido. Tale stivaletto è realizzato in cuoio, pelle sintetica o kevlar. [1]

Sotto la suola dello stivaletto viene montata la lama, che è più corta rispetto a quella presente nei pattini da velocità e sporge posteriormente oltre il tacco dello stivaletto. Inoltre presenta una sagomatura convessa che dà maggiore dinamicità ai movimenti e che permette una più ampia gamma di direzioni ma che allo stesso tempo riduce l’attrito con il ghiaccio. Nella parte anteriore della lama è poi presente una zona seghettata che permette di avere maggiore presa durante l'esecuzione dei salti: grazie alle punte dentate della lama, l'atleta riesce infatti ad arrestare il pattino immediatamente e a eseguire il salto con il solo aiuto di una leggera spinta. Tutte le lame infine presentano una scannellatura centrale che porta alla formazione di due spigoli detti fili, posti uno all'esterno e uno all'interno della lama, con i quali il pattino aderisce al ghiaccio.[2]

In commercio esistono molti modelli diversi di pattini che si differenziano in base al materiale utilizzato, all’altezza del tacco, al livello di rigidità dei supporti e al prezzo. Inoltre ogni atleta deve individuare il modello più adatto alla propria corporatura e al proprio livello tecnico: ai principianti sono consigliati modelli morbidi in quanto permettono di imparare i movimenti base più facilmente mentre ai professionisti sono consigliati pattini dotati di stivaletto più rigido in grado di sostenere maggiormente la caviglia. Un’altra tipologia di pattino da ghiaccio, noleggiata principalmente presso le strutture delle piste da coloro che vogliono imparare senza impegno a pattinare, è dotata di uno stivaletto in plastica imbottito all'interno e di una lama medio-lunga.[3]

Abbigliamento[modifica]

Per l'abbigliamento non vi è una regola ben precisa da seguire; sono comunque consigliati capi confortevoli e comodi ma allo stesso tempo elastici e idonei all’esecuzione di ampi movimenti. Inoltre è fondamentale vestirsi a strati in modo tale da poter gestire al meglio i cambi di temperatura del corpo.

Durante gli allenamenti all’interno dei palazzetti sportivi, l’abbigliamento più usato è composto da una tuta termica elasticizzata e aderente e da pantaloni leggeri ma impermeabili, da indossare sopra la calzamaglia per non rischiare di bagnarsi a seguito di cadute. I guanti sono importanti come protezione sia dal freddo che dal rischio di infortunio poiché le mani sono la prima parte del corpo che istintivamente si appoggia a terra in caso di cadute.

Soprattutto per coloro che sono alle prime armi, è suggerito infine l’utilizzo di parapolsi, gomitiere e ginocchiere, come quelle previste per lo sci o per lo snowboard.[4]

Body di gara[modifica]

Il body da pattinaggio artistico è l’indumento principale indossato dai pattinatori e dalle pattinatrici che si cimentano nelle gare. Solitamente le donne indossano un abito corto definito tutù mentre gli uomini indossano una tuta o un completo composto da pantalone lungo e maglia aderente. Si tratta anche in questo caso di un capo tecnico progettato per garantire un’ampia libertà di movimento. Inoltre il body deve rispettare le norme del regolamento internazionale che impone alle donne di indossare un gonnellino e agli uomini di coprire le braccia e di non lasciare il torace troppo scoperto.

Il body per il pattinaggio artistico è realizzato in tessuto aderente, elasticizzato, leggero e traspirante. Il materiale più impiegato è la lycra, anche se sono presenti in commercio body di altri tessuti, tra i quali il velluto. I modelli di body per pattinaggio artistico si differenziano anche per il design e i colori e per la diversa disposizione di strass, pietre e applicazioni di ogni genere, usati per creare un maggiore effetto scenico e selezionati soprattutto in base alla musica scelta. Tuttavia, è sconsigliato l’uso eccessivo di decorazioni che andrebbero ad appesantire l’abito e che potrebbero staccarsi durante l’esecuzione. Inoltre sono sconsigliati anche i gonnellini lunghi e stretti, rispetto a quelli corti e ampi, poiché potrebbero rendere difficile l’esecuzione dei salti e delle figure. Al contrario sono molto apprezzati i modelli a manica lunga in quanto mettono in risalto i movimenti delle braccia. [5][6]

Origini[modifica]

Il pattinaggio è nato originariamente per motivi di necessità come modo per potersi spostare più velocemente da una parte all’altra del territorio, specialmente nei periodi più freddi.

A partire dal Quattrocento, per spostarsi sui canali ghiacciati in Olanda era molto diffuso l'utilizzo dei pattini e fu proprio in questo periodo che tra i giovani nacque il pattinaggio di velocità. L'Olanda è però considerata anche la patria del pattinaggio artistico perché fu in questo luogo che venne inventata la lama metallica con due fili e le classi aristocratiche si interessarono al pattinaggio inteso come forma d'arte, sperimentando pose eleganti. A testimoniare la presenza in Olanda del pattinaggio come sport nazionale è l'opera Vita almae virginis Lijdwine di Johannem Brugman nella quale è narrata la storia di Liduina di Schiedam, una santa rimasta paralizzata a causa di una caduta sui pattini ed eletta per questo motivo patrona dei pattinatori. Nel 1572 venne combattuta la “battaglia del fiume” fra spagnoli e olandesi e fu proprio la capacità di pattinare e di muoversi velocemente su superfici ghiacciate di questi ultimi che li aiutò a vincere lo scontro.

Il pattinaggio fu introdotto poi nelle corti inglesi grazie a James Stuart, figlio di Carlo I, il quale si appassionò a questa disciplina durante il suo esilio nei Paesi Bassi, e grazie a suo fratello Carlo II, il quale importò i pattini nel Regno Unito. Il pattinaggio artistico moderno nacque a tutti gli effetti in Gran Bretagna quando Robert Jones scrisse il primo trattato tecnico sull’argomento.

In Francia il pattinaggio divenne uno dei principali passatempi della corte e della regina Maria Antonietta. I francesi vedevano in questo sport una forma d’arte e spettacolo; Garcin, membro della compagnia di artisti sul ghiaccio Gilet Rouge, nel 1813 pubblicò un trattato sul pattinaggio intitolato Le vrai patineur, nel quale sottolinea l'importanza della componente espressiva.

Anche se questo sport fu introdotto in America già nella prima metà del Settecento dai soldati inglesi, ottenne popolarità fra gli abitanti negli stessi anni della sua diffusione in Francia e fu talmente apprezzato che in soli cinquant’anni veniva già praticato da buona parte della popolazione. Nella seconda metà dell'Ottocento in Europa si affermarono parallelamente la scuola inglese e quella viennese: due visioni del pattinaggio molto diverse tra loro, poiché la prima era più interessata all'aspetto tecnico di questo sport mentre la seconda, apprezzando la musica e la danza, si dedicava maggiormente al lato artistico e interpretativo. Questa distinzione rimase netta fino al 1940 circa quando venne trovata una mediazione fra le due scuole e venne quindi definito il regolamento di quello che poi è diventato il pattinaggio moderno.[7][8]

Nel 1891 vennero organizzati ad Amburgo i primi campionati europei di pattinaggio artistico maschile. Nel 1892 in Olanda fu fondata l'attuale International skating Union (ISU). Nel 1896 si realizzò il campionato mondiale maschile a San Pietroburgo mentre quello femminile fu organizzato a Davos nel 1906. Il pattinaggio artistico sul ghiaccio venne introdotto nei Giochi Invernali nel 1924 anche se aveva già esordito, con quattro prove di pattinaggio artistico, come sport olimpionico ai Giochi Olimpici estivi di Londra nel 1908.

Parallelamente questa disciplina prese piede anche in Italia e i primi campionati italiani si tennero nel 1914 in provincia di Varese.[9] La Federazione Italiana Sport per il Ghiaccio (Fisg) nacque a Milano nel settembre del 1926 a seguito della fusione della Federazione Italiana di Pattinaggio (Fipg), della Federazione Italiana di Hockey sul ghiaccio (Fihg) e del Bob Club d'Italia, fondate in precedenza.[10]

Gli elementi tecnici[modifica]

Gli elementi tecnici o “difficoltà” che l’atleta esegue in questa disciplina sono tre: i salti, le piroette e le sequenze di passi o elementi di transizione.

Salti[modifica]

I salti sono gli elementi tecnici più complessi del pattinaggio artistico. In tutti i salti il pattinatore deve tenere una posizione eretta e perpendicolare al ghiaccio; di regola, a eccezione dei mancini, la rotazione è eseguita in senso antiorario.

I salti eseguiti normalmente nel pattinaggio di figura, in ordine di difficoltà crescente, sono:

  • Toe-loop
  • Salchow
  • Flip
  • Lutz
  • Rittberger (o loop)
  • Axel Paulsen

Tutti questi presentano la stessa posizione durante la rotazione in volo e al momento dell'atterraggio e si differenziano quindi in base alle mosse eseguite durante la partenza. Essi possono essere inoltre classificati sia in base al numero di rotazioni (semplici, doppi, tripli, quadrupli) che in base al fatto di essere salti puntati (nello stacco del salto si usa la punta della lama del piede libero per staccarsi da terra) o spinti direttamente dalla lama della gamba a terra. L'unico salto che rappresenta un’eccezione è l’Axel poiché in primo luogo viene effettuato partendo dall’avanti e in secondo luogo presenta una mezza rotazione in più rispetto agli altri; si parla quindi di Axel semplice quando viene compiuta una rotazione di 540°.

I salti, invece che presentati singolarmente, possono poi essere eseguiti in combinazione o sequenza: nel primo caso il piede col quale si atterra nel primo salto è lo stesso di quello di partenza del salto successivo e non si possono quindi inserire passi o elementi di connessione tra i salti mentre nel secondo caso questo è possibile.

In tutti i salti si susseguono quattro fasi:

  • preparazione: il pattinatore pattina lungo una curva e prepara le mosse successive
  • partenza: il pattinatore sposta il suo baricentro sulla punta della lama, la quale costituisce il punto su cui appoggiarsi per staccare il salto. In questa fase inoltre il pattinatore esegue all'incirca i primi 45-60º della rotazione totale poiché sarebbe impossibile ricavare abbastanza forza rotatoria iniziando la rotazione dopo il distacco dal ghiaccio. Fanno eccezione i cosiddetti salti puntati, dove la rotazione completa inizia a seguito della puntata, ovvero l'azione di colpire il ghiaccio con la lama per acquisire la forza per sollevarsi da terra.
  • rotazione in volo: il pattinatore deve chiudere le braccia a circa dieci centimetri dal corpo con i gomiti rivolti verso il basso, incrociare la gamba sinistra sulla destra e tenere i piedi vicini l'uno con l'altro
  • atterraggio: prima di tutto è necessario aprire le braccia e la gamba libera in modo tale da interrompere la forza rotatoria. In seguito si atterra sul filo esterno indietro della gamba destra piegata mentre la gamba sinistra deve essere estesa indietro, con il piede che guarda verso il basso. [11]

Piroette o trottole[modifica]

Le piroette, denominate anche “trottole”, sono elementi tecnici nei quali il pattinatore esegue più giri completi su sé stesso. Una trottola è considerata corretta dal punto di vista tecnico se è eseguita velocemente e se è centrata, ovvero nel caso in cui l’asse di rotazione rimanga invariato. Inoltre più la posizione assunta è elegante più la piroetta acquisisce valore. Dal punto di vista pratico, per eseguire questi elementi il pattinatore deve ruotare poggiando il peso sul filo interno indietro nelle trottole avanti e sul filo esterno indietro in quelle indietro disegnando così dei piccoli cerchi sul ghiaccio. Una piroetta è considerata di maggior valore se i cerchi sono della stessa grandezza e se sono sovrapponibili.

Ogni piroetta può essere eseguita:

  • alta: il pattinatore ruota attorno al proprio asse
  • bassa: la gamba a terra è piegata in modo tale da formare un angolo di novanta gradi
  • ad angelo: il busto è parallelo alla superficie ghiacciata e la gamba a terra e quella libera sono perpendicolari l’una rispetto all’altra

Anche le piroette, come i salti, possono essere eseguite in combinazione sullo stesso piede o con un cambio di piede.

Infine in una classificazione a parte si trovano le piroette saltate ovvero trottole con cambio di piede nelle quali però il pattinatore, invece di appoggiare a terra il piede, fa un salto per passare da un piede all’altro, facendo coincidere l'atterraggio del salto con l’inizio della trottola successiva.[12][13]

Sequenza di passi[modifica]

In base all’inclinazione del corpo, la lama del pattino traccia degli archi più o meno profondi sul ghiaccio e il pattinatore può assecondare la spinta rotatoria e ruotare oppure opporsi a essa e percorrere la curva. In totale esistono quattro tipi di archi in quanto questi ultimi possono essere interni o esterni e possono essere eseguiti in avanti o all'indietro.[14]

Esistono poi delle figure che invece consentono al pattinatore di girarsi dal davanti all'indietro o viceversa. Queste, dette anche becchi, si possono suddividere in due categorie: appartengono alla prima i becchi che consentono al pattinatore di girarsi rimanendo sullo stesso piede mentre quelli appartenenti alla seconda sono chiamati anche passi e consentono al pattinatore di girarsi cambiando piede. Appartengono alla prima categoria il tre, il controtre, la vende o volta e la controvende o controvolta. Ognuno di questi può essere eseguito sia sul filo esterno che su quello interno e può essere realizzato dall’avanti o dall’indietro in base alla curva di entrata. In totale quindi esistono 32 tipi diversi di becchi, 16 su un piede e altrettanti sull'altro. Appartengono alla seconda categoria invece il Mohawk e il Choctaw.[15]

Un'altra categoria chiamata Body movements comprende tutti i movimenti coreografici di braccia, busto, testa e gamba libera, nei quali il pattinatore sposta il suo baricentro durante almeno tre momenti andando a muovere almeno due parti del corpo fra quelle prima citate.[16]

Nel tre, nel controtre e nel Mohawk l’arco di preparazione e quello di uscita sono eseguiti entrambi sullo stesso cerchio. Nella vende, nella controvende e nel Choctaw gli archi presi in considerazione sono due in quanto quello di entrata si esegue su un cerchio mentre quello di uscita si esegue su un altro cerchio tangente al primo. Il tre e il controtre sono due passi molto simili nell'esecuzione in quanto in entrambi girandosi il pattinatore cambia filo (dall'esterno avanti all'interno indietro o dall'esterno indietro all'interno avanti) ma differiscono perché nel primo caso la punta del pattino è rivolta verso il centro del cerchio su cui si sta pattinando mentre nel controtre la punta è girata verso l'esterno del cerchio. La stessa cosa accade anche nella vende e nella controvende poiché nel primo caso la punta guarda verso l'interno mentre nel secondo guarda l'esterno ma in questo caso girandosi il pattinatore rimane sullo stesso filo (per esempio dal filo esterno avanti a quello esterno indietro o dal filo interno indietro a quello interno avanti).[17]

Anche il Mohawk e il Choctaw sono due passi simili fra loro in quanto entrambi si utilizzano tutte e due le gambe per girarsi dall'avanti all'indietro o viceversa. L'unica differenza è che nel primo caso, nonostante ci sia un cambio di piede, il filo di entrata coincide quello di uscita mentre nel secondo caso si cambiano piede e filo. Per entrambi gli elementi tecnici esistono però sia l'esecuzione aperta che l'esecuzione chiusa. Nei Mohawk chiusi l'entrata è eseguita verso il centro del cerchio di entrata mentre in quelli aperti accade il contrario; nel primo caso il passo ha quindi il disegno di un tre mentre nel secondo caso di un controtre. Stessa cosa avviene per i Choctaw solo che nel primo caso il passo assume il disegno di una vende mentre nel secondo caso di una controvende.[18][19]

In conclusione quindi i passi sono un insieme di elementi tecnici che fungono da collante fra i salti e le trottole presenti nel programma di gara ma possono anche essere eseguiti all’interno di una sequenza di passi o elementi di transizione che, come indica il nome, rappresenta la successione di una varietà di passi e rotazioni sul ghiaccio. La sequenza può essere eseguita su una linea retta (da un capo all’altro della pista), in cerchio o in una serpentina (l’insieme dei passi traccia una forma di S).[20]

La gara[modifica]

Durante una gara di pattinaggio la giuria è tenuta a esaminare e giudicare la performance degli atleti in base a parametri tecnici e artistici. Ogni pattinatore si presenta in gara con un proprio programma eseguito a ritmo di musica e formato dai vari elementi tecnici collegati fra loro da passi, posizioni e da un pattinaggio di buon livello.[21]

La componente artistica e la danza differenziano questa disciplina da tutti gli altri sport. Di fatto la componente atletica e quella agonistica caratterizzano l'aspetto più sportivo del pattinaggio mentre la parte artistica e musicale rende questo sport più creativo e spettacolare: il pattinatore non è tenuto solamente a eseguire dei salti, delle piroette o dei passi, più o meno difficili, ma deve anche riuscire a eseguire il tutto in una coreografia compatta e coesa, che deve risultare quindi come un balletto che prende vita direttamente dalla musica. Il pattinatore non deve solamente concentrarsi sulla potenza e sulla tecnica ma deve anche essere originale, avere una grande capacità espressiva e deve essere aggraziato, elegante e in armonia con la musica. Il pattinaggio è quindi uno sport che permette all’atleta di essere attore e protagonista della scena e che consente alla persona di esprimere appieno la propria creatività attraverso il movimento.[22]

Gli atleti che partecipano a una gara vengono suddivisi sia in base all'anno di nascita che in base alla categoria di appartenenza scelta in relazione agli elementi tecnici da eseguire. Le categorie si dividono in debuttanti e professionisti. Ogni competizione di pattinaggio artistico si suddivide poi in programma corto e programma libero.[23]

Il programma corto è il primo a essere eseguito e in base alle regole dell'International Skating Union non può durare più di 2 minuti e 40 secondi. In questa fase l'atleta deve eseguire 8 elementi obbligatori e se la loro esecuzione non è corretta va incontro a una penalità o decurtazione di punti. Nel pattinaggio individuale gli elementi da eseguire sono due salti diversi fra loro e uno preceduto da una serie di passi, una combinazione di due salti, tre piroette diverse fra loro, di cui una saltata e una combinata, e due sequenze di passi. Inoltre una tra le figure obbligatorie è un doppio o un triplo Axel. Al termine di questa gara i 24 atleti con il punteggio più alto proseguono eseguendo il programma libero.[24][25]

Il programma libero, chiamato anche programma lungo, presenta una durata di 4 minuti per le donne e 4 minuti e 30 secondi per gli uomini, anche se possono essere aggiunti o tolti 10 secondi in base alle necessità. In questo programma l’atleta è tendenzialmente libero di inserire gli elementi che più gli si addicono anche se, nel corso degli anni, il Regolamento Tecnico di ogni gara è diventato sempre più rigido e ha introdotto diverse regole e normative da rispettare. La disposizione degli elementi tecnici all'interno del programma è libera ma in base a ogni categoria è prevista l’esecuzione massima e minima di alcuni di essi. Inoltre gli atleti e i loro allenatori devono tenere di conto del fatto che gli elementi inseriti nella seconda metà del programma saranno giudicati di maggior valore poiché l’atleta sarà più affaticato rispetto all’inizio. A tali esercizi verrà quindi assegnato un punteggio più elevato del 10% rispetto a quello base.[26][27]

Note[modifica]

  1. Pattini da ghiaccio artistico, «Sullaneve»; Pattini da ghiaccio, «Sullaneve».
  2. Paolo Pizzocari e Roberto Ghetti (a cura di), Pattinaggio artistico e danza sul ghiaccio, p. 54.
  3. Pattini da ghiaccio artistico, «Sullaneve»; Pattini da ghiaccio, «Sullaneve».
  4. Abbigliamento pattinaggio sul ghiaccio, «Sullaneve».
  5. Body pattinaggio artistico, «Sullaneve».
  6. Paolo Pizzocari e Roberto Ghetti (a cura di), Pattinaggio artistico e danza sul ghiaccio, p. 59.
  7. Paolo Pizzocari e Roberto Ghetti (a cura di), Pattinaggio artistico e danza sul ghiaccio, pp. 1-11.
  8. Alessandro Capriotti, Pattinaggio, Enciclopedia per ragazzi, 2009; Pattinaggio sul ghiaccio: tra arte e velocità, Technogym.com.
  9. Pattinaggio di figura, guidaolimpiadi.it.
  10. Paolo Pizzocari e Roberto Ghetti (a cura di), Pattinaggio artistico e danza sul ghiaccio, p. 39.
  11. Paolo Pizzocari e Roberto Ghetti (a cura di), Pattinaggio artistico e danza sul ghiaccio, pp. 108-115.
  12. Paolo Pizzocari e Roberto Ghetti (a cura di), Pattinaggio artistico e danza sul ghiaccio, pp. 128-132.
  13. Redazione Digital, Pattinaggio artistico su ghiaccio, non uno sport da dilettanti.
  14. Paolo Pizzocari e Roberto Ghetti (a cura di), Pattinaggio artistico e danza sul ghiaccio, pp. 71-72.
  15. Paolo Pizzocari e Roberto Ghetti (a cura di), Pattinaggio artistico e danza sul ghiaccio, p. 79.
  16. World Skate Artistic Technical Commission, Regolamento per pattinaggio artistico, Fisr, 2019, p. 20.
  17. Paolo Pizzocari e Roberto Ghetti (a cura di), Pattinaggio artistico e danza sul ghiaccio, pp. 79-80.
  18. Paolo Pizzocari e Roberto Ghetti (a cura di), Pattinaggio artistico e danza sul ghiaccio, p. 92.
  19. Paolo Pizzocari e Roberto Ghetti (a cura di), Pattinaggio artistico e danza sul ghiaccio, p. 95.
  20. World Skate Artistic Technical Commission, Regolamento per pattinaggio artistico, Fisr, 2019, p. 5.
  21. Paolo Pizzocari e Roberto Ghetti (a cura di), Pattinaggio artistico e danza sul ghiaccio, p. 210.
  22. Paolo Pizzocari e Roberto Ghetti (a cura di), Pattinaggio artistico e danza sul ghiaccio, pp. XI-XII.
  23. Pattinaggio sul ghiaccio: tra arte e velocità, Technogym.com.
  24. Paolo Pizzocari e Roberto Ghetti (a cura di), Pattinaggio artistico e danza sul ghiaccio, pp. 215-216.
  25. Pattinaggio sul ghiaccio: tra arte e velocità, Technogym.com.
  26. Paolo Pizzocari e Roberto Ghetti (a cura di), Pattinaggio artistico e danza sul ghiaccio, pp. 212-213.
  27. Pattinaggio sul ghiaccio: tra arte e velocità, Technogym.com.

Bibliografia[modifica]