Simone de Beauvoir: differenze tra le versioni

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== Biografia ==
== Biografia ==
Simone de Beauvoir nacque il 9 gennaio 1908 a Parigi<ref>["https://www.treccani.it/enciclopedia/simone-de-beauvoir/"] </ref>, in un'abitazione sul Boulvard Raspail, figlia di Francoise e Georges de Beauvoir in un contesto medio-borghese, in un ambiente strettamente cattolico.
Simone de Beauvoir nacque da Francoise e Georges de Beauvoir il 9 gennaio 1908 a Parigi<ref>["https://www.treccani.it/enciclopedia/simone-de-beauvoir/"]. </ref>, in un'abitazione sul Boulvard Raspail. La famiglia apparteneva alla media borghesia e a un ambiente cattolico; tuttavia, Simone de Beauvoir rifiutò la religione nella sua prima adolescenza, abbracciando l'ateismo e la libertà personale.<br>
Tuttavia, rifiutò la religione nella sua prima adolescenza, abbracciando l'ateismo e la libertà personale.<br>


Risale all'ottobre del 1917 l'incontro con Elisabeth Mabille, Zaza, un nome che comparirà spesso nei suoi scritti e un'amicizia che resterà sempre viva nei ricordi della scrittrice.
Nell'ottobre del 1917 Simone de Beauvoir incontrò Elisabeth Mabille, detta Zaza, che divenne sua amica e fu citata spesso nei suoi scritti.
Date le condizioni economiche non molto brillanti, Simone si destinò all'insegnamento; seguì, insieme a Zaza, i corsi di letteratura di Robert Garric<ref>[https://fr.wikipedia.org/wiki/Robert_Garric]</ref>; studiò contemporaneamente matematica generale all'Institut catholique<ref>[https://www.icp.fr/]</ref>.


Nello 1929 de Beauvoir superò l'Agrégation in filosofia (con Maheu e Nizan), diventando la persona più giovane a farlo all'epoca. Successivamente intraprese la carriera di insegnante, scrivendo anche romanzi, saggi e testi filosofici.
Non avendo particolari risorse economiche, Simone si destinò all'insegnamento. Seguì, insieme a Zaza, i corsi universitari di letteratura di Robert Garric; contemporaneamente studiò matematica generale all'Institut catholique<ref>["https://www.icp.fr/"].</ref>.
Risale al luglio dello stesso anno l'incontro con Jean-Paul Sartre, la cui presenza aiuterà de Beauvoir a superare anche la prematura morte dell'amica Zaza<ref>Enza Biagini,De Beauvoir, Ed. il castoro, 1982, pag. 181</ref>
Il suo primo romanzo, "L'invitata" (1943), fu seguito da molti altri, tra cui "The Mandarins" (1954), vincitore del prestigioso Premio Goncourt<ref>["https://www.academiegoncourt.com/"], sito ufficiale</ref>.<br>


Tuttavia, è stato "Il secondo sesso" che ha cementato il suo posto come intellettuale di spicco. In quest'opera innovativa, de Beauvoir ha analizzato la condizione delle donne attraverso la storia e la società contemporanea, coniando la frase "Donna non si nasce, ma si diventa". Questo libro è considerato un testo fondamentale nella teoria femminista, che ha avuto un profondo impatto sul movimento delle donne del XX secolo.<br>
Nel 1929 superò l'Agrégation in filosofia (idoneità all'insegnamento riservata ai migliori allievi francesi), diventando la persona più giovane a farlo all'epoca. Successivamente intraprese la carriera di insegnante, scrivendo anche romanzi, saggi e testi filosofici.  


Altre opere importanti di de Beauvoir includono "L'etica dell'ambiguità" (1947), in cui approfondisce l'etica esistenzialista, e la sua autobiografia in più volumi, che descrive in dettaglio la sua vita, i suoi tempi e il suo rapporto con Sartre.<br>
Nel luglio del 1929 conobbe Jean-Paul Sartre, la cui presenza la aiutò a superare anche la prematura morte dell'amica Zaza, avvenuta nello stesso anno.<ref>Enza Biagini, ''De Beauvoir'', Ed. il castoro, 1982, p. 181.</ref>


I contributi letterari di de Beauvoir si estendono oltre il femminismo, comprendendo romanzi, saggi, biografie e un'ampia opera filosofica.
Nel 1931 venne incaricata di insegnare lettere a Marsiglia, mentre Sartre, rientrato dal servizio militare, venne nominato a Le Havre. Ci fu un progetto di matrimonio tra i due che fu però subito accantonato.
 
Nel 1943 pubblicò il suo primo romanzo, ''L'invitata'', fu seguito da molti altri, tra cui ''I mandarini'' (1954), vincitore del prestigioso Premio Goncourt<ref>["https://www.academiegoncourt.com/"], sito ufficiale.</ref>.<br>
 
Tuttavia, è stato ''Il secondo sesso'', un'indagine approfondita sulla posizione delle donne, dove de Beauvoir esplora i ruoli e le qualità assegnate alle donne dalla prospettiva maschile, che ha cementato il suo posto come intellettuale di spicco. In quest'opera innovativa, de Beauvoir ha analizzato la condizione delle donne attraverso la storia e la società contemporanea, coniando la frase "Donna non si nasce, ma si diventa". Questo libro, che ha avuto un profondo impatto sul movimento delle donne del XX secolo, è considerato un testo fondamentale nella teoria femminista.
 
Altre opere importanti di Simone de Beauvoir includono ''L'etica dell'ambiguità'' (1947), in cui approfondisce l'etica esistenzialista, e la sua autobiografia in più volumi, che descrive in dettaglio la sua vita, i suoi tempi e il suo rapporto con Sartre.
 
I contributi letterari di de Beauvoir si estendono oltre il femminismo, comprendendo i già romanzi e saggi, biografie e un'ampia opera filosofica.
 
Dopo la morte di Sartre, de Beauvoir adottò ufficialmente la compagna di lui, Sylvie le Bon, che divenne la sua esecutrice testamentaria<ref>["https://iep.utm.edu/simone-de-beauvoir/#H1"], Internet Encyclopedia of Philosophy.</ref>; è sepolta insieme a Sartre nel cimitero di Montparnasse, a Parigi.
 
=== Esistenzialismo e etica ===
De Beauvoir, in linea con il pensiero esistenzialista, in particolare con quello di Jean-Paul Sartre, sostenne che gli esseri umani prima esistono, poi incontrano sé stessi ed emergono nel mondo per definire la loro essenza. Teorizzò quindi che l'esistenza di una persona non è definita da uno scopo intrinseco, ma è qualcosa che ogni persona deve ritagliarsi attraverso scelte e azioni.
 
Questa libertà è al tempo stesso un privilegio e un peso, in quanto comporta scelte che definiscono l'essere e l'assunzione di responsabilità non solo per la propria libertà, ma anche per il rispetto e il sostegno della libertà degli altri.
 
De Beauvoir evidenziò inoltre l'ambiguità intrinseca della condizione umana, in cui gli individui devono navigare tra le tensioni tra libertà e responsabilità, individualità e sociale, soggettivo e oggettivo. Credeva che abbracciare questa ambiguità fosse fondamentale per un'esistenza autentica.<ref>Enza Biagini, ''De Beauvoir'', Ed. il castoro, 1982.</ref>


Dopo la morte di Sartre, de Beauvoir adottò ufficialmente la sua compagna, Sylvie le Bon, che divenne la sua esecutrice testamentaria<ref>["https://iep.utm.edu/simone-de-beauvoir/#H1"], Internet Encyclopedia of Philosophy</ref>; è sepolta insieme a Sartre nel cimitero di Montparnasse, a Parigi.
=== Pensiero ===
De Beauvoir è stata profondamente influenzata dalla sua collaborazione a lungo termine con Jean-Paul Sartre, un altro pensatore esistenzialista chiave. Tuttavia, le sue idee erano distinte e spesso più sfumate di quelle di Sartre, in particolare per quanto riguarda l'esperienza vissuta delle donne. Influenzata dall'esistenzialismo, l'opera di de Beauvoir ruota attorno al concetto di esistenza che precede l'essenza, applicandolo all'analisi della vita delle donne e alla costruzione del genere.
Studiò filosofia alla Sorbona, dove incontrò Jean-Paul Sartre, che sarebbe diventato il suo partner e collaboratore intellettuale per tutta la vita. <br>
=== Femminismo ===
=== Femminismo ===
Il pensiero femminista di de Beauvoir si può sintetizzare in alcuni punti che trovano sviluppo in quasi tutti i suoi scritti:
Il pensiero femminista di de Beauvoir si può sintetizzare in alcuni punti che trovano sviluppo in quasi tutti i suoi scritti:
* Femminismo esistenzialista: il femminismo di de Beauvoir è profondamente esistenzialista. Credeva che gli individui avessero la libertà di trascendere le loro situazioni date e creare i propri significati. Tuttavia, ha sottolineato come la libertà delle donne sia stata storicamente limitata, ostacolando la loro capacità di svilupparsi come esseri indipendenti e auto-definitivi.
* Femminismo esistenzialista: il femminismo di de Beauvoir è profondamente esistenzialista. Si basava infatti sull'idea che gli individui avessero la libertà di trascendere le loro situazioni date e creare i propri significati. Tuttavia, sottolineava come la libertà delle donne sia stata storicamente limitata, ostacolando la loro capacità di svilupparsi come esseri indipendenti e auto-definitivi.
* L'Altro: de Beauvoir ha esplorato il modo in cui le donne sono sistematicamente Alterate – un processo continuo che posiziona gli uomini come il default e le donne come il deviante. Questa alterità porta all'emarginazione delle donne in molti aspetti della vita sociale, politica e culturale.<ref>De Beauvoir, di Enza Biagini, pag. 122-123</ref>
* L'Altro: de Beauvoir ha esplorato il modo in cui le donne sono sistematicamente "alterate" – un processo continuo che posiziona gli uomini come il punto di riferimento e le donne come il deviante. Questa alterità porta all'emarginazione delle donne in molti aspetti della vita sociale, politica e culturale.<ref>Enza Biagini, ''De Beauvoir'', Ed. il castoro, 1982, pp. 122-123.</ref>
* Costrutti sociali: ha sostenuto che molte delle differenze tra uomini e donne non sono innate, ma socialmente costruite. Ha analizzato come le norme e le aspettative sociali modellano la vita delle donne e limitano le loro opportunità.
* Costrutti sociali: de Beauvoir ha sostenuto che molte delle differenze tra uomini e donne non sono innate, ma socialmente costruite. Ha quindi analizzato il modo in cui le norme e le aspettative sociali modellano la vita delle donne e limitano le loro opportunità.
* Etica e libertà: de Beauvoir si occupava di vita etica e libertà. Sosteneva che la società, per essere libera, doveva liberare tutti i suoi membri, comprese le donne. Vedeva l'emancipazione femminile come essenziale non solo per le donne stesse, ma per il progresso etico della società nel suo complesso.
* Etica e libertà: de Beauvoir si occupava di vita etica e libertà. Sosteneva che la società, per essere libera, doveva liberare tutti i suoi membri, comprese le donne. Vedeva quindi l'emancipazione femminile come essenziale non solo per le donne stesse, ma per il progresso etico della società nel suo complesso.
 
=== Filosofia e vita ===
La filosofia di de Beauvoir e le sue riflessioni sulla vita sottolineano l'interconnessione di tutti gli esseri umani. De Beauvoir credeva che la libertà di una persona si intrecciasse con la libertà degli altri, sostenendo una solidarietà che riconoscesse l'umanità condivisa e la dipendenza reciproca.
 
Il suo lavoro incoraggia a vivere in modo autentico, il che implica il riconoscimento della propria libertà, abbracciare l'ambiguità della vita e l'impegno attivo nel mondo. Tale autenticità per de Beauvoir significava anche sfidare lo status quo e lavorare per una maggiore giustizia e uguaglianza.
 
Nei suoi ultimi lavori, come ''La terza età'', de Beauvoir esplora le implicazioni esistenziali e sociali dell'invecchiamento. Critica l'emarginazione degli anziani e riflette sulla mortalità, sottolineando l'importanza di vivere una vita piena e impegnata fino alla fine.


== Vita personale ==
== Vita personale ==
Il rapporto di de Beauvoir con Sartre non fu convenzionale: non si sono mai sposati o hanno vissuto insieme in modo permanente, mantenendo relazioni aperte con altri partner e condividendo un profondo legame intellettuale ed emotivo. Questo aspetto della sua vita è stato tanto controverso quanto influente, sfidando le norme tradizionali delle relazioni e della sessualità.<br>
Il rapporto di de Beauvoir con Sartre non fu convenzionale: i due non si sono mai sposati hanno vissuto insieme in modo permanente, e hanno invece mantenuto relazioni aperte con altri partner. Hanno però condiviso un profondo legame intellettuale ed emotivo.<br>
 
Questo aspetto vita di de Beauvoir è stato tanto controverso quanto influente, sfidando le norme tradizionali delle relazioni e della sessualità.<br>


L'influenza di de Beauvoir continua a risuonare nelle discussioni contemporanee sul genere, l'identità e l'uguaglianza. La sua affermazione che il genere è un costrutto sociale piuttosto che un'inevitabilità biologica rimane un argomento fondamentale nella teoria femminista.
L'influenza di de Beauvoir è ancora presente nelle discussioni contemporanee sul genere, l'identità e l'uguaglianza. La sua affermazione che il genere è un costrutto sociale piuttosto che un'inevitabilità biologica rimane un argomento fondamentale nella teoria femminista.


== Opere ==
== Opere ==
=== Romanzi ===
=== Romanzi ===
* L'invitata (L'Invitée, 1943)
* ''L'invitata'' (''L'invitée'', 1943)
* Il sangue degli altri (Le Sang des autres, 1945)
* ''Il sangue degli altri'' (''Le sang des autres'', 1945)
* Tutti gli uomini sono mortali (Tous les hommes sont mortels, 1946)
* ''Tutti gli uomini sono mortali'' (''Tous les hommes sont mortels'', 1946)
* I mandarini (Les Mandarins, 1954), Premio Goncourt
* ''I mandarini'' (''Les mandarins'', 1954), Premio Goncourt
* Le belle immagini (Les Belles Images, 1966)
* ''Le belle immagini'' (''Les belles images'', 1966)
* Lo spirituale un tempo (Quand prime le spirituel, 1979)
* ''Lo spirituale un tempo'' (''Quand prime le spirituel'', 1979)
=== Racconti ===
* Una donna spezzata (Quand prime le spirituel, 1979)
=== Teatro ===
=== Teatro ===
* Le bocche inutili (Les bouches inutiles, 1945)
* ''Le bocche inutili'' (''Les bouches inutiles'', 1945)
=== Opere autobiografiche ===
=== Opere autobiografiche ===
* Memorie d'una ragazza perbene (Mémoires d'une jeune fille rangée, 1958)
* ''Memorie d'una ragazza perbene'' (''Mémoires d'une jeune fille rangée'', 1958)
* L'età forte (La Force de l'âge, 1960)
* ''L'età forte'' (''La force de l'âge'', 1960)
* La forza delle cose (La Force des choses, 1963)
* ''La forza delle cose'' (''La force des choses'', 1963)
* Una morte dolcissima (Une mort très douce, 1964)
* ''Una morte dolcissima'' (''Une mort très douce'', 1964)
* A conti fatti (Tout compte fait, 1972)
* ''A conti fatti'' (''Tout compte fait'', 1972)
* La cerimonia degli addii (La cérémonie des adieux, 1981)
* ''La cerimonia degli addii'' (''La cérémonie des adieux'', 1981)
=== Saggi ===
=== Saggi ===
* Pirro e Cinea (Pyrrhus et Cinéas, 1944)
* ''Pirro e Cinea'' (''Pyrrhus et Cinéas'', 1944)
* Per una morale dell'ambiguità (Pour une morale de l'ambiguïté, 1947)
* ''Per una morale dell'ambiguità'' (''Pour une morale de l'ambiguïté'', 1947)
* L'Existentialisme et la Sagesse des nations (1948)
* ''L'Existentialisme et la Sagesse des nations'' (1948)
* Il secondo sesso (Le Deuxième Sexe, 1949)
* ''Il secondo sesso'' (''Le deuxième sexe'', 1949)
* Privilèges (1955)
* ''Privilèges'' (1955)
* Djamila Boupacha (con Gisèle Halimi, 1962)
* ''Djamila Boupacha'' (con Gisèle Halimi, 1962)
* La terza età (La Vieillesse, 1970)
* ''La terza età'' (''La vieillesse'', 1970)


== Note ==
== Note ==
<references />
<references />
== Bibliografia ==
== Bibliografia ==
* Bair, D. (1990). "Simone de Beauvoir: A Biography." New York: Summit Books.
* Bair, D. (1990). ''Simone de Beauvoir: A Biography''. New York: Summit Books.
* Moi, T. (2008). "Simone de Beauvoir: The Making of an Intellectual Woman." Oxford: Oxford University Press.
* Moi, T. (2008). ''Simone de Beauvoir: The Making of an Intellectual Woman''. Oxford: Oxford University Press.
* De Beauvoir, S. (1949). "The Second Sex." Trans. Constance Borde and Sheila Malovany-Chevallier. New York: Vintage Books.<br>
* De Beauvoir, S. (1949). ''The Second Sex.'' Trans. Constance Borde and Sheila Malovany-Chevallier. New York: Vintage Books.
* Enza Biagini (1982), ''De Beauvoir'', Firenze<br>

Versione attuale delle 18:06, 20 mar 2024

Simone de Beauvoir, (Parigi, 9 gennaio 1908 – Parigi, 14 aprile 1986) è stata una scrittrice, filosofa, e femminista francese.

Biografia[modifica]

Simone de Beauvoir nacque da Francoise e Georges de Beauvoir il 9 gennaio 1908 a Parigi[1], in un'abitazione sul Boulvard Raspail. La famiglia apparteneva alla media borghesia e a un ambiente cattolico; tuttavia, Simone de Beauvoir rifiutò la religione nella sua prima adolescenza, abbracciando l'ateismo e la libertà personale.

Nell'ottobre del 1917 Simone de Beauvoir incontrò Elisabeth Mabille, detta Zaza, che divenne sua amica e fu citata spesso nei suoi scritti.

Non avendo particolari risorse economiche, Simone si destinò all'insegnamento. Seguì, insieme a Zaza, i corsi universitari di letteratura di Robert Garric; contemporaneamente studiò matematica generale all'Institut catholique[2].

Nel 1929 superò l'Agrégation in filosofia (idoneità all'insegnamento riservata ai migliori allievi francesi), diventando la persona più giovane a farlo all'epoca. Successivamente intraprese la carriera di insegnante, scrivendo anche romanzi, saggi e testi filosofici.

Nel luglio del 1929 conobbe Jean-Paul Sartre, la cui presenza la aiutò a superare anche la prematura morte dell'amica Zaza, avvenuta nello stesso anno.[3]

Nel 1931 venne incaricata di insegnare lettere a Marsiglia, mentre Sartre, rientrato dal servizio militare, venne nominato a Le Havre. Ci fu un progetto di matrimonio tra i due che fu però subito accantonato.

Nel 1943 pubblicò il suo primo romanzo, L'invitata, fu seguito da molti altri, tra cui I mandarini (1954), vincitore del prestigioso Premio Goncourt[4].

Tuttavia, è stato Il secondo sesso, un'indagine approfondita sulla posizione delle donne, dove de Beauvoir esplora i ruoli e le qualità assegnate alle donne dalla prospettiva maschile, che ha cementato il suo posto come intellettuale di spicco. In quest'opera innovativa, de Beauvoir ha analizzato la condizione delle donne attraverso la storia e la società contemporanea, coniando la frase "Donna non si nasce, ma si diventa". Questo libro, che ha avuto un profondo impatto sul movimento delle donne del XX secolo, è considerato un testo fondamentale nella teoria femminista.

Altre opere importanti di Simone de Beauvoir includono L'etica dell'ambiguità (1947), in cui approfondisce l'etica esistenzialista, e la sua autobiografia in più volumi, che descrive in dettaglio la sua vita, i suoi tempi e il suo rapporto con Sartre.

I contributi letterari di de Beauvoir si estendono oltre il femminismo, comprendendo i già romanzi e saggi, biografie e un'ampia opera filosofica.

Dopo la morte di Sartre, de Beauvoir adottò ufficialmente la compagna di lui, Sylvie le Bon, che divenne la sua esecutrice testamentaria[5]; è sepolta insieme a Sartre nel cimitero di Montparnasse, a Parigi.

Esistenzialismo e etica[modifica]

De Beauvoir, in linea con il pensiero esistenzialista, in particolare con quello di Jean-Paul Sartre, sostenne che gli esseri umani prima esistono, poi incontrano sé stessi ed emergono nel mondo per definire la loro essenza. Teorizzò quindi che l'esistenza di una persona non è definita da uno scopo intrinseco, ma è qualcosa che ogni persona deve ritagliarsi attraverso scelte e azioni.

Questa libertà è al tempo stesso un privilegio e un peso, in quanto comporta scelte che definiscono l'essere e l'assunzione di responsabilità non solo per la propria libertà, ma anche per il rispetto e il sostegno della libertà degli altri.

De Beauvoir evidenziò inoltre l'ambiguità intrinseca della condizione umana, in cui gli individui devono navigare tra le tensioni tra libertà e responsabilità, individualità e sociale, soggettivo e oggettivo. Credeva che abbracciare questa ambiguità fosse fondamentale per un'esistenza autentica.[6]

Femminismo[modifica]

Il pensiero femminista di de Beauvoir si può sintetizzare in alcuni punti che trovano sviluppo in quasi tutti i suoi scritti:

  • Femminismo esistenzialista: il femminismo di de Beauvoir è profondamente esistenzialista. Si basava infatti sull'idea che gli individui avessero la libertà di trascendere le loro situazioni date e creare i propri significati. Tuttavia, sottolineava come la libertà delle donne sia stata storicamente limitata, ostacolando la loro capacità di svilupparsi come esseri indipendenti e auto-definitivi.
  • L'Altro: de Beauvoir ha esplorato il modo in cui le donne sono sistematicamente "alterate" – un processo continuo che posiziona gli uomini come il punto di riferimento e le donne come il deviante. Questa alterità porta all'emarginazione delle donne in molti aspetti della vita sociale, politica e culturale.[7]
  • Costrutti sociali: de Beauvoir ha sostenuto che molte delle differenze tra uomini e donne non sono innate, ma socialmente costruite. Ha quindi analizzato il modo in cui le norme e le aspettative sociali modellano la vita delle donne e limitano le loro opportunità.
  • Etica e libertà: de Beauvoir si occupava di vita etica e libertà. Sosteneva che la società, per essere libera, doveva liberare tutti i suoi membri, comprese le donne. Vedeva quindi l'emancipazione femminile come essenziale non solo per le donne stesse, ma per il progresso etico della società nel suo complesso.

Filosofia e vita[modifica]

La filosofia di de Beauvoir e le sue riflessioni sulla vita sottolineano l'interconnessione di tutti gli esseri umani. De Beauvoir credeva che la libertà di una persona si intrecciasse con la libertà degli altri, sostenendo una solidarietà che riconoscesse l'umanità condivisa e la dipendenza reciproca.

Il suo lavoro incoraggia a vivere in modo autentico, il che implica il riconoscimento della propria libertà, abbracciare l'ambiguità della vita e l'impegno attivo nel mondo. Tale autenticità per de Beauvoir significava anche sfidare lo status quo e lavorare per una maggiore giustizia e uguaglianza.

Nei suoi ultimi lavori, come La terza età, de Beauvoir esplora le implicazioni esistenziali e sociali dell'invecchiamento. Critica l'emarginazione degli anziani e riflette sulla mortalità, sottolineando l'importanza di vivere una vita piena e impegnata fino alla fine.

Vita personale[modifica]

Il rapporto di de Beauvoir con Sartre non fu convenzionale: i due non si sono mai sposati né hanno vissuto insieme in modo permanente, e hanno invece mantenuto relazioni aperte con altri partner. Hanno però condiviso un profondo legame intellettuale ed emotivo.

Questo aspetto vita di de Beauvoir è stato tanto controverso quanto influente, sfidando le norme tradizionali delle relazioni e della sessualità.

L'influenza di de Beauvoir è ancora presente nelle discussioni contemporanee sul genere, l'identità e l'uguaglianza. La sua affermazione che il genere è un costrutto sociale piuttosto che un'inevitabilità biologica rimane un argomento fondamentale nella teoria femminista.

Opere[modifica]

Romanzi[modifica]

  • L'invitata (L'invitée, 1943)
  • Il sangue degli altri (Le sang des autres, 1945)
  • Tutti gli uomini sono mortali (Tous les hommes sont mortels, 1946)
  • I mandarini (Les mandarins, 1954), Premio Goncourt
  • Le belle immagini (Les belles images, 1966)
  • Lo spirituale un tempo (Quand prime le spirituel, 1979)

Teatro[modifica]

  • Le bocche inutili (Les bouches inutiles, 1945)

Opere autobiografiche[modifica]

  • Memorie d'una ragazza perbene (Mémoires d'une jeune fille rangée, 1958)
  • L'età forte (La force de l'âge, 1960)
  • La forza delle cose (La force des choses, 1963)
  • Una morte dolcissima (Une mort très douce, 1964)
  • A conti fatti (Tout compte fait, 1972)
  • La cerimonia degli addii (La cérémonie des adieux, 1981)

Saggi[modifica]

  • Pirro e Cinea (Pyrrhus et Cinéas, 1944)
  • Per una morale dell'ambiguità (Pour une morale de l'ambiguïté, 1947)
  • L'Existentialisme et la Sagesse des nations (1948)
  • Il secondo sesso (Le deuxième sexe, 1949)
  • Privilèges (1955)
  • Djamila Boupacha (con Gisèle Halimi, 1962)
  • La terza età (La vieillesse, 1970)

Note[modifica]

  1. ["https://www.treccani.it/enciclopedia/simone-de-beauvoir/"].
  2. ["https://www.icp.fr/"].
  3. Enza Biagini, De Beauvoir, Ed. il castoro, 1982, p. 181.
  4. ["https://www.academiegoncourt.com/"], sito ufficiale.
  5. ["https://iep.utm.edu/simone-de-beauvoir/#H1"], Internet Encyclopedia of Philosophy.
  6. Enza Biagini, De Beauvoir, Ed. il castoro, 1982.
  7. Enza Biagini, De Beauvoir, Ed. il castoro, 1982, pp. 122-123.

Bibliografia[modifica]

  • Bair, D. (1990). Simone de Beauvoir: A Biography. New York: Summit Books.
  • Moi, T. (2008). Simone de Beauvoir: The Making of an Intellectual Woman. Oxford: Oxford University Press.
  • De Beauvoir, S. (1949). The Second Sex. Trans. Constance Borde and Sheila Malovany-Chevallier. New York: Vintage Books.
  • Enza Biagini (1982), De Beauvoir, Firenze