Disturbo bipolare: differenze tra le versioni
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Alla fine del Seicento, più studiosi osservano come le fasi di mania e melanconia si alternano ed iniziano a vedere un collegamento tra i due stati. | Alla fine del Seicento, più studiosi osservano come le fasi di mania e melanconia si alternano ed iniziano a vedere un collegamento tra i due stati. | ||
Nel 1854, a distanza di poco tempo, Jean Pierre Falret e Jules Baillarger dichiarano di aver scoperto una nuova malattia mentale. In Francia Falret lo chiamò | Nel 1854, a distanza di poco tempo, Jean Pierre Falret e Jules Baillarger dichiarano di aver scoperto una nuova malattia mentale. In Francia Falret lo chiamò “Follia a doppia forma” con la descrizione dell’alternanza delle due fasi mentre in Germania Baillarger lo chiamò “Follia circolare”. I due medici si accusarono a vicenda di plagio. | ||
Nel 1929, Oswarld Bumke, l’allievo del “padre della psichiatria moderna” ovvero Emil Kraepelin, descrisse in maniera approfondita la malattia maniaco-depressiva con le fasi alterne tra mania e depressione. | Nel 1929, Oswarld Bumke, l’allievo del “padre della psichiatria moderna” ovvero Emil Kraepelin, descrisse in maniera approfondita la malattia maniaco-depressiva con le fasi alterne tra mania e depressione. |
Versione delle 19:15, 12 gen 2024
Il disturbo bipolare chiamato in passato sindrome maniaco-depressiva è un disturbo dell'umore. A seguito di questo disturbo, in un individuo si alternano episodi di mania, cioè di euforia a episodi di melanconia, cioè di depressione nel corso del tempo.
Storia
Gli esseri umani hanno spesso oscillazioni di emozioni in base alle interazioni e alle attività quotidiane. Diventano gravi queste oscillazioni nel momento in cui sono intense e durature dando luogo a disturbi, in questo caso il disturbo bipolare.
Le prime testimonianze risalgono all'IX secolo a.C. e sono riscontrate all’interno dell’Iliade, nella storia di Aiace Telamonio, il quale presentava sbalzi di umore alterni, passando da un estremo a un altro fino ad arrivare al suicidio.
Successivamente, Ippocrate (IV secolo a.C.) fu il primo a redarre una classificazione dei disturbi mentali, attribuendo la melancolia (depressione) ad un eccesso di bile nera e la mania (eccitazione) a un eccesso di bile gialla.
Areteo di Cappadocia nel I secolo d.C. fu il primo a descrivere nell'opera Sulle cause e sui sintomi delle malattie croniche con criteri moderni la melanconia e la mania che sono tipici del disturbo bipolare. Areteo scrisse che nello stato di melanconia il soggetto è triste o apatico; da questo stato passa alla fase maniacale nel quale è l’opposto quindi euforico. Per descrivere la fase maniacale viene utilizzo l’esempio di una persona che cammina nel mercato con una ghirlanda in testa ed ha un atteggiamento da vincitore.
Durante il medioevo, i disturbi psichiatrici furono spesso attribuiti a cause demoniache.
Alla fine del Seicento, più studiosi osservano come le fasi di mania e melanconia si alternano ed iniziano a vedere un collegamento tra i due stati.
Nel 1854, a distanza di poco tempo, Jean Pierre Falret e Jules Baillarger dichiarano di aver scoperto una nuova malattia mentale. In Francia Falret lo chiamò “Follia a doppia forma” con la descrizione dell’alternanza delle due fasi mentre in Germania Baillarger lo chiamò “Follia circolare”. I due medici si accusarono a vicenda di plagio.
Nel 1929, Oswarld Bumke, l’allievo del “padre della psichiatria moderna” ovvero Emil Kraepelin, descrisse in maniera approfondita la malattia maniaco-depressiva con le fasi alterne tra mania e depressione.
Nel Novecento, i clinici tedeschi Karl Kleist e Karl Leonhard, chiameranno la malattia maniaco-depressiva precedentemente descritta con un nuovo nome, cioè disturbi bipolari.
Nel 1966 dopo grazie ai vari sviluppi sulla genetica e familiarità, si distinguono le forme unipolari e bipolari.
Nel 1979 in America si fa la distinzione tra bipolare I e II, nel tipo II vengono raggruppati i sintomi per i quali non è richiesta l’ospedalizzazione. [1]
DSM e Definizione Scientifica
Oggi, grazie a vari studi sul disturbo bipolare, abbiamo una comprensione più estensa e maggiore sulla complessità che ha questo disturbo. Nel concetto di “spettro dei disturbi dell’umore”, si ipotizza l'esistenza di una continuità tra le oscillazioni dell’umore, la depressione unipolare e il disturbo bipolare. L'acronimo DSM corrisponde a “Manuale Diagnostico e Statistico Dei Disturbi Mentali” ed è un manuale molto importante utilizzato dai professionisti del settore socio-sanitario. Nel DSM-5, il disturbo bipolare viene definito come "un disturbo dell’umore caratterizzato dall’alternanza di stati dell’umore eccessivamente elevato (mania) e patologicamente basso(depressione)". [2]
Storia del DSM
Verranno elencati solo gli aspetti importanti che hanno modificato il DSM nel corso della storia.
Tutto ha inizio in America nel 1800, quando fu richiesto un censimento, ovvero una lista di cittadini che erano ritenuti ‘pazzi’ all’interno degli ospedali psichiatrici. Nel 1880, si stilarono sette categorie di malattie mentali cioè mania, melanconia, monomania, paresi, demenza, dipsomania ed epilessia. Nel 1921 l’APA (associazione medico-psicologica americana) volle creare una classificazione accettabile con l’intento di facilitare la diagnosi ai pazienti affetti da gravi malattie psichiatriche e neurologiche.
Dopo la Seconda guerra mondiale, la classificazione delle malattie fu ampliata dall’esercito americano per incorporare i traumi psico-fisici dei veterani dopo la guerra. Nello stesso periodo, la WHO (organizzazione mondiale della salute) pubblicò la sesta edizione dell’ICD (classificazione internazionale delle malattie e dei problemi correlati), che includeva sezioni riguardo psicosi, psiconevrosi, disturbi del carattere, del comportamento e dell’intelligenza. L'ICD avrebbe avuto una variante che verrà chiamata DSM.
Il DSM-III fu pubblicato nel 1980; in questa edizione, si cercò di rispettare il più possibile le malattie mentali con l’intento di fornire delle definizioni. Il problema di questa edizione era l'incoerenza con il sistema di redazione del manuale e i criteri di diagnostici non erano chiari. Di conseguenza, l’APA creò una commissione per revisionare il manuale, e nel 1987 uscì il DSM-III-R con le correzioni.
Dopo sette anni, venne pubblicato il DSM-IV con molte modifiche riguardo la classificazione con aggiunta, modificazione o eliminazione dei disordini.
Nei primi anni del 2000, iniziarono i lavori per la creazione del DSM-5, pubblicato nel 2013. I gruppi che aiutarono nella creazione di questo manuale cercarono di fornire una panoramica di quanto avvenuto nella storia delle diagnosi psichiatriche, portando a galla le lacune, con la speranza che queste lacune venissero colmate.
Nel 2022, con la pubblicazione del DSM-5-TR, si compiuto un grosso lavoro. Creato da 200 esperti suddivisi in gruppi cioè cultura, sesso e genere, suicidio e medicina legale. Questi gruppi avevano il compito di revisionare tutto il materiale e di modificare il testo in base alle loro aree specifiche assegnate a ciascun gruppo. Dopo la stesura del testo, un altro gruppo ha di nuovo revisionato il testo, focalizzandosi sulla ricerca di discriminazioni e sull'uso di un linguaggio non stigmatizzante. [3]
Bipolarismo di tipo I
«Viene definito dalla presenza di almeno un episodio maniacale (ossia, che interrompa la normale funzione sociale e professionale) e solitamente episodi depressivi. L'incidenza è all'incirca uguale negli uomini e nelle donne.» [4] Questo tipo di bipolarismo è caratterizzato da episodi maniacali che durano almeno 7 giorni. Il soggetto crede di stare in uno stato di benessere, tende ad essere appariscente e può sentirsi trattato ingiustamente con la conseguenza di diventare un pericolo per sé stesso o per gli altri. In questo stato, il soggetto ha un umore euforico. Oltre a questo, deve manifestare almeno 3 dei seguenti sintomi:
- Autostima ipertrofica o grandiosità
- Ridotto bisogno di sonno
- Maggiore loquacità
- Fuga delle idee o accelerazione del pensiero
- Distraibilità
- Aumentata attività orientata al raggiungimento di obiettivi
- Coinvolgimento eccessivo in attività con conseguenze negative, come ad esempio lo shopping eccessivo [5]
Bipolarismo di tipo II
«Viene definito dalla presenza di episodi di depressione maggiore con almeno un episodio ipomaniacale, ma non veri e propri episodi maniacali. L'incidenza è leggermente più elevata nelle donne.» [6] Il bipolarismo di tipo II è caratterizzato da episodi di depressione tipiche della depressione maggiore. Il soggetto per quasi tutto il giorno ha i seguenti sintomi:
- Umore depresso
- Diminuzione di interesse o piacere per le attività da svolgere durante la giornata
- Aumento o perdita di peso
- Insonnia
- Agitazione o rallentamento psicomotorio
- Perdita di energia
- Autosvalutazione o di colpa eccessivi o inappropriati
- Scarsa capacità di pensare o concentrarsi
- Pensieri di morte o suicidio, tentativo di suicidio o piani per metterlo in atto [7]
Diagnosi
Per diagnosticare il disturbo bipolare I è sufficiente avere almeno un episodio maniacale; è probabile che ci sia la presenza di episodi depressivi ma la loro presenza non è necessaria ai fini della diagnosi. Per il disturbo bipolare II, è necessario un episodio di depressione maggiore con una durata di almeno due settimane e almeno un episodio ipomaniacale che duri almeno quattro giorni. [8]
Terapia
Ci sono vari tipi di terapie nel caso del disturbo bipolare, dalle più tradizionali, come la terapia farmacologica, a terapie innovative, come la terapia con luce brillante. L'equipe insieme al paziente cercano di capire quale delle terapie potrebbe andare bene per il soggetto, creando anche delle abitudini sia alimentari che a livello sociale e sportivo. Si possono avere varie combinazioni di terapie in base agli effetti positivi e negativi che ha. [9]
Terapia farmacologica
La terapia farmacologica serve tendenzialmente a stabilizzare l’umore, soprattutto in caso di depressione. Anche qui si possono combinare più farmaci. Possono essere effetti collaterali, tra cui anche a livello fisico; infatti, il paziente verrà sottoposto a vari controlli ogni tot di tempo. [10]
Terapia di gruppo
La terapia di gruppo serve a comprendere il disturbo, l’impatto che ha nella vita quotidiana e sulla sfera sociale ed infine a riconoscere i sintomi iniziali per evitare ricadute. In questo tipo di terapia possono partecipare oltre al paziente anche i familiari e persone strette. [11]
Terapia interpersonale e di ritmo sociale
La terapia interpersonale e di ritmo sociale (IPSRT) aiuta il soggetto a relazionarsi con altri individui ed avere una routine nella vita quotidiana. Questa terapia comprende anche indicazioni riguardanti il tipo di alimentazione e le attività fisiche da seguire. [12]
Terapia familiare
La terapia familiare serve a far conoscere il disturbo ai familiari del paziente. I familiari hanno anche loro un ruolo cruciale perché possono riconoscere i sintomi prima di un episodio e possono aiutare il soggetto insieme ai medici. [13] [14]
Terapia cognitivo-comportamentale
Nella terapia cognitivo-comportamentale si cerca di aiutare il soggetto nel caso in cui sia molto stressato a diminuire il livello di stress attraverso varie attività. Cerca di creare insieme al paziente dei piani per risolvere problemi quotidiani. [15]
Terapia con luce brillante
La terapia con luce brillante (light therapy) è una delle terapie innovative. In questo caso il paziente si espone alla luce intensa di una lampada specifica, tendenzialmente viene fatta la mattina per poter aiutare il paziente con l’umore. Ovviamente può avere effetti collaterali, tra cui la possibilità di innescare episodi di ipomania o mania. [16]
Trattamento sanitario obbligatorio in Italia
In alcuni casi può essere richiesto il trattamento sanitario obbligatorio (TSO). Il soggetto affetto da questo disturbo può essere ricoverato in maniera forzata in una struttura sanitaria. Questo può succedere quando, ad esempio, rischia di mettere in pericolo sé stesso o altri, o se si rifiuta di seguire le cure. Il TSO può essere richiesto dal medico curante, dai familiari o da persone vicine al soggetto. Il sindaco ha il compito di emanare un provvedimento motivato e di mandarlo al giudice tutelare entro 48 ore. La durata del TSO è di 7 giorni, ma può essere prorogata in base alla decisione del medico. In caso di proroga, il sindaco deve fare un provvedimento con proroga e mandarlo al giudice che deve convalidare il documento. [17]
Note
- ↑ Antonio Tundo, Breve storia del Disturbo Bipolare, Il disturbo Bipolare da Omero a oggi, Istituto di psicopatologia, Roma, 2022
- ↑ American Psychiatric Association, Diagnostic and Statistical Manual of Mental Disorders, edizione V, Text Revision (DSM-5-TR), Washington, 2022
- ↑ American Psychiatric Association, Diagnostic and Statistical Manual of Mental Disorders, edizione V, Text Revision (DSM-5-TR), Washington, 2022
- ↑ William Coryell, Disturbo Bipolare, MD, University of Iowa Carver College of Medicine, 2021-2022, pp.2
- ↑ William Coryell, Disturbo Bipolare, MD, University of Iowa Carver College of Medicine, 2021-2022,pp.2
- ↑ William Coryell, Disturbo Bipolare, MD, University of Iowa Carver College of Medicine, 2021-2022, pp.2
- ↑ William Coryell, Disturbo Bipolare, MD, University of Iowa Carver College of Medicine, 2021-2022, pp.2
- ↑ Ospedale Maria Luigia, Disturbo Bipolare. La diagnosi del DSM-5, sezione Disturbi dell’umore, Parma, 2021
- ↑ Redazione, Guida Completa alla Terapia del Disturbo Bipolare: Farmaci, Psicoterapia e Stili di Vita, Sito Web Medicina360, 2023
- ↑ Redazione, Guida Completa alla Terapia del Disturbo Bipolare: Farmaci, Psicoterapia e Stili di Vita, Sito Web Medicina360, 2023
- ↑ Redazione, Guida Completa alla Terapia del Disturbo Bipolare: Farmaci, Psicoterapia e Stili di Vita, Sito Web Medicina360, 2023
- ↑ Redazione, Guida Completa alla Terapia del Disturbo Bipolare: Farmaci, Psicoterapia e Stili di Vita, Sito Web Medicina360, 2023
- ↑ Redazione, Guida Completa alla Terapia del Disturbo Bipolare: Farmaci, Psicoterapia e Stili di Vita, Sito Web Medicina360, 2023
- ↑ William Coryell, Disturbo Bipolare, MD, University of Iowa Carver College of Medicine, 2021-2022
- ↑ Redazione, Guida Completa alla Terapia del Disturbo Bipolare: Farmaci, Psicoterapia e Stili di Vita, Sito Web Medicina360, 2023
- ↑ Redazione, Guida Completa alla Terapia del Disturbo Bipolare: Farmaci, Psicoterapia e Stili di Vita, Sito Web Medicina360, 2023
- ↑ Sanità informazione, a cura di, Trattamento sanitario obbligatorio (TSO):che cos'è, come e quando si applica, aprile 2020,Pazienti.org S.R.L,2010-2024
Bibliografia
- Antonio Tundo, Breve storia del Disturbo Bipolare, Il disturbo Bipolare da Omero a oggi, Istituto di psicopatologia, Roma, 2022
- American Psychiatric Association, Diagnostic and Statistical Manual of Mental Disorders, edizione V, Text Revision (DSM-5-TR), Washington, 2022
- William Coryell, Disturbo Bipolare, MD, University of Iowa Carver College of Medicine, 2021-2022,pp.2
- Ospedale Maria Luigia, Disturbo Bipolare. La diagnosi del DSM-5, sezione Disturbi dell’umore, Parma, 2021
- Diagnostic and Statistical Manual of mental Disorder (DSM-5), Raffaello Cortina editore, Licenza di American Psychiatric Association,APA,2013
- Calabrese J.R., Diagnosing Mania in the Age of DSM-5, 2017
- Redazione, Guida Completa alla Terapia del Disturbo Bipolare: Farmaci, Psicoterapia e Stili di Vita, Medicina360, 2023
- Sanità informazione, a cura di, Trattamento sanitario obbligatorio (TSO):che cos'è, come e quando si applica, aprile 2020, Pazienti.org, 2010-2024