Maurits Cornelis Escher: differenze tra le versioni

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==Biografia==
==Biografia==
Maurits Cornelis Escher nacque il 17 giugno 1898 a Leeuwarden, in Olanda.
La sua famiglia, composta dai genitori ed altri tre fratelli maggiori, si trasferì nel 1903 a Arnhem, dove Escher trascorse la sua infanzia. Qui venne iscritto nel 1911 alle scuole superiori, dove non eccelse negli studi e dove scoprì la sua passione per l’arte e il disegno.
Spinto dal padre ingegnere, nel 1919 si iscrisse al corso di architettura nella Scuola di Architettura e Arti Decorative di Haarlem. Tuttavia, dopo una sola settimana di lezioni, venne notato dal professore di origini portoghesi Samuel Jesserun de Mesquita, che lo instradò allo studio delle arti grafiche e del disegno. Questo cambio di percorso di studi garantirà ad Escher una formazione tecnica nella silografia, che padroneggerà sotto la guida del professore.
Nel 1922 lasciò la scuola d’arte e, nella primavera dello stesso anno, visitò l’Italia per due settimane in compagnia di due amici olandesi. Folgorato dalla bellezza del paese, il successivo autunno si imbarcò abusivamente su una nave da carico che, dopo uno sbarco a Cadice, in Spagna, lo portò a Genova. Dalla Liguria, il giovane artista viaggerà fino a giungere a Siena, dove nel 1923 tenne la sua prima mostra d’arte nel Circolo Artistico Senese.
Nel 1924 sposò la giovane Jetta Umiker, pittrice di origine svizzera, con la quale si trasferì successivamente a Roma. Escher e sua moglie rimarranno nella capitale fino al 1935. Durante questi anni, Escher visitò varie regioni della penisola, quali Campania, Abruzzo e Sicilia, in compagnia di Joseph Haas Triverio, un giovane artista e imbianchino.
Lasciata l’Italia nel 1936 a causa del regime fascista, Escher si trasferì prima in Svizzera nel paese di Chateau d’Oex, dove lui e la sua famiglia soggiornarono per un breve periodo, per poi spostarsi a Ukkel, in Belgio. Durante questi anni, la produzione di Escher crebbe esponenzialmente, incentivata dai viaggi e dalle esperienze accumulate.
Allo scoppio della guerra in Belgio, Escher, sua moglie e i loro tre figli tornarono nella patria natale trasferendosi definitivamente a Baarn nel 1941.
Nel 1950 a Antwerp, in Belgio, Escher espose gran parte delle sue opere assieme ad altri nove artisti grafici. Qui venne notato da Mark Severin, autore e grafico, che decise di dedicargli un intero articolo sulla rivista d’arte inglese “The Studio”, molto in voga all’epoca.
Successivamente, la sua fama prenderà il via grazie ad altri due articoli pubblicati sui periodici americani “Time” e “Life Magazine”.
Nel 1954 Escher fu ospite del Congresso Internazionale di Matematica di Amsterdam, dove la sua mostra al Stedelijk Museum ebbe un successo strabiliante.
Ammalatosi nel 1962, Escher continuò a lavorare fino al 1969, anno in cui egli realizzò la sua ultima litografia intitolata “I Serpenti”.
Il 27 marzo 1972, Maurits Cornelis Escher si spense a Laren, in una casa di riposo per artisti.
===Escher e l'Italia===
===Escher e l'Italia===
==La matematica nell'arte==
==La matematica nell'arte==

Versione delle 10:31, 29 gen 2024

Maurits Cornelis Escher (Leeuwarden, 17 giugno 1898 - Laren, 27 marzo 1972) è stato un artista olandese. Famoso per le sue incisioni e le sue grafiche, Escher viene riconosciuto tutt’oggi come un pioniere dell’arte moderna, grazie alla sua capacità di intrecciare matematica e disegno grafico nelle sue opere.

Biografia

Maurits Cornelis Escher nacque il 17 giugno 1898 a Leeuwarden, in Olanda.

La sua famiglia, composta dai genitori ed altri tre fratelli maggiori, si trasferì nel 1903 a Arnhem, dove Escher trascorse la sua infanzia. Qui venne iscritto nel 1911 alle scuole superiori, dove non eccelse negli studi e dove scoprì la sua passione per l’arte e il disegno.

Spinto dal padre ingegnere, nel 1919 si iscrisse al corso di architettura nella Scuola di Architettura e Arti Decorative di Haarlem. Tuttavia, dopo una sola settimana di lezioni, venne notato dal professore di origini portoghesi Samuel Jesserun de Mesquita, che lo instradò allo studio delle arti grafiche e del disegno. Questo cambio di percorso di studi garantirà ad Escher una formazione tecnica nella silografia, che padroneggerà sotto la guida del professore.

Nel 1922 lasciò la scuola d’arte e, nella primavera dello stesso anno, visitò l’Italia per due settimane in compagnia di due amici olandesi. Folgorato dalla bellezza del paese, il successivo autunno si imbarcò abusivamente su una nave da carico che, dopo uno sbarco a Cadice, in Spagna, lo portò a Genova. Dalla Liguria, il giovane artista viaggerà fino a giungere a Siena, dove nel 1923 tenne la sua prima mostra d’arte nel Circolo Artistico Senese.

Nel 1924 sposò la giovane Jetta Umiker, pittrice di origine svizzera, con la quale si trasferì successivamente a Roma. Escher e sua moglie rimarranno nella capitale fino al 1935. Durante questi anni, Escher visitò varie regioni della penisola, quali Campania, Abruzzo e Sicilia, in compagnia di Joseph Haas Triverio, un giovane artista e imbianchino.

Lasciata l’Italia nel 1936 a causa del regime fascista, Escher si trasferì prima in Svizzera nel paese di Chateau d’Oex, dove lui e la sua famiglia soggiornarono per un breve periodo, per poi spostarsi a Ukkel, in Belgio. Durante questi anni, la produzione di Escher crebbe esponenzialmente, incentivata dai viaggi e dalle esperienze accumulate.

Allo scoppio della guerra in Belgio, Escher, sua moglie e i loro tre figli tornarono nella patria natale trasferendosi definitivamente a Baarn nel 1941.

Nel 1950 a Antwerp, in Belgio, Escher espose gran parte delle sue opere assieme ad altri nove artisti grafici. Qui venne notato da Mark Severin, autore e grafico, che decise di dedicargli un intero articolo sulla rivista d’arte inglese “The Studio”, molto in voga all’epoca. Successivamente, la sua fama prenderà il via grazie ad altri due articoli pubblicati sui periodici americani “Time” e “Life Magazine”.

Nel 1954 Escher fu ospite del Congresso Internazionale di Matematica di Amsterdam, dove la sua mostra al Stedelijk Museum ebbe un successo strabiliante.

Ammalatosi nel 1962, Escher continuò a lavorare fino al 1969, anno in cui egli realizzò la sua ultima litografia intitolata “I Serpenti”.

Il 27 marzo 1972, Maurits Cornelis Escher si spense a Laren, in una casa di riposo per artisti.

Escher e l'Italia

La matematica nell'arte

Le opere

"Belvedere"

"Metamorfosi I"

"Relatività"

"Mano con sfera riflettente"

"Giorno e notte"

Note

Bibliografia