Cannabis: differenze tra le versioni

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Harry J.Anslinger fu uno dei protagonisti del proibizionismo di droghe stupefacenti; infatti fondò il Federal Bureau of Narcotics per vietare tale sostanza.
Harry J.Anslinger fu uno dei protagonisti del proibizionismo di droghe stupefacenti; infatti fondò il Federal Bureau of Narcotics per vietare tale sostanza.
Nel 1932 fu approvata la legge Uniform State Narcotic che prevedeva l'unione fra stati contro le sostanze stupefacenti.
Nel 1932 fu approvata la legge Uniform State Narcotic che prevedeva l'unione fra stati contro le sostanze stupefacenti.
La cannabis divenne illegale a tutti gli effetti nel 1937 con il trattato chiamato "Marijuana Tax Act".
La cannabis divenne illegale a tutti gli effetti nel 1937 con la legge "Marijuana Tax Act".
Tale normativa proibiva la coltivazione e commercializzazione della canapa poiché causava effetti psicotropi.
Tale normativa proibiva la coltivazione e commercializzazione della canapa poiché causava effetti psicotropi.



Versione delle 10:18, 29 feb 2024

La cannabis ( termine che deriva dal greco κάννναβις e significa "aromatico") è una tipologia di piante angiospaerme dalla quale vengono ricavate alcune sostanze stupefacienti come la marijuana e l'hashish. La cannabis o canapa viene coltivata da migliaia di anni in varie parti del mondo a partire dall'Asia centrale. Essa contiene THC (tetraidrocannabinolo) e CBD (cannabidiolo): due principi attivi dannosi per l'organismo. [1]


Caratteristiche

È possibile distinguere la cannabis in due diverse tipologie: la cannabis sativa, una pianta alta con foglie sottili e la cannabis indica, bassa con foglie ampie e larghe.[2] La sativa viene cresce nei paesi caldi come il Sud America e viene coltivata sempre all'aperto, data la sua altezza. La cannabis indica può essere coltivata anche in ambienti interni. Le due tipologie di cannabis differiscono anche per la quantità di THC e CBD al loro interno: la sativa contiene meno CBD ed è piu adatta in ambito terapeutico. La cannabis è una delle droghe più diffuse e utilizzate insieme all'alcool e al tabacco. Al suo interno presenta un'alta quantità di cannabinoidi, i principali sono:

  • Il THC (tetraidrocannabinolo) un principio attivo dominante nella sostanza presente in tutti i prodotti a base di cannabis.
  • Il CBD (cannabidiolo) privo di effetti psicotropi, a differenza del THC, svolge una funzione riequilibrante.

Quest'ultimo è importante nella cannabis medica poiché riesce ad alleviare il dolore fisico in un individuo. Gli effetti psicoattivi della sostanza sono ricavati dalla resina e dalle foglie; dati dalla forte presenza di THC. Quando si fa uso di cannabis a scopo ricreativo, la sostanza viene mischiata al tabacco e solitamente fumata; questo causa una serie di effetti a lungo termine dannosi per l'organismo come la dipendenza, la difficoltà di apprendimento, la difficoltà motoria e la stanchezza. La cannabis può anche essere utilizzata come cura; si parla di cannabis medica e viene utilizzata nei casi in cui le cure tradizionali non sono efficaci. Nell'ambito medico la sostanza è controllata, con una bassa quantità di THC limitando effetti collaterali e eliminando gli effetti psicoattivi.

Storia

La cannabis, con origini che risalgono a circa 10.000 anni fa, ha una lunga storia documentata fin dal Neolitico (8000 a.C. - 3500 a.C.). [3]La coltivazione e la commercializzazione della canapa iniziarono dall'Asia e dal Medio Oriente. Con il passare degli anni, è stata utilizzata per svariati scopi: religiosi, alimentari, tessili, ricreativi e medicinali. La sua diffusione ha raggiunto la Cina, l'Africa, l'Europa e infine l'America. La principale funzione della pianta era quella di fornire fibra tessile di qualità, come dimostrano numerosi ritrovamenti di tessuti e stoffe in canapa, tra cui il pezzo di stoffa più antico risalente all'8000 a.C. In Cina, dove la cannabis era conosciuta come "MA", iniziò la produzione di carta di canapa e la fabbricazione di papiri per la scrittura. I cinesi sfruttavano la cannabis non solo come alimento e bevanda ma anche per l'uso ricreativo e la produzione di tessuti. Inoltre erano particolarmente interessati alle sue proprietà curative. L'uso medico della cannabis è attribuito per la prima volta ai cinesi, con l'imperatore Shen Nung che nel 2737 a.C. scrisse un trattato sull'importanza dell' MA per trattare malattie come la malaria, i disordini mentali e la debolezza. Anche in Egitto, intorno al 1200 a.C., la cannabis era utilizzata per alleviare dolori e infiammazioni. Gli egiziani furono tra i primi a mescolare la cannabis con il miele per trattare gli occhi irritati. Diversamente, in India e nei paesi arabi, la resina della canapa era impiegata per le sue proprietà psicoattive e per usi spirituali. In Grecia, l'uso ludico della cannabis non era particolarmente diffuso. Tuttavia, con le migrazioni intorno al 500 a.C., la cannabis si diffuse anche in Occidente, dove trovò impiego sia in ambito medicinale sia ricreativo. La canapa divenne importante anche nella produzione di corde e vele, particolarmente in Gran Bretagna per la Marina Militare. L'Italia si distinse nell'uso navale della cannabis, diventando uno dei principali produttori mondiali, grazie anche al clima favorevole della penisola. La pianta era coltivata per ricavarne l'olio, utilizzato per produrre combustibile e luce, e perché poteva crescere in terreni difficili da coltivare. Negli Stati Uniti, la cannabis era utilizzata per produrre combustibile per lampade, vestiti e tessuti. Personaggi storici come George Washington e Thomas Jefferson si occuparono personalmente della coltivazione di canapa. Nel 1700, una legge nel Nord America imponeva la coltivazione obbligatoria di canapa, con sanzioni per chi non adempiva. Nel 1850, l'America vide il picco delle piantagioni di canapa, con circa 8500 coltivazioni. Grazie al clima favorevole e alla versatilità della pianta, l'Italia si affermò come uno dei maggiori produttori mondiali di canapa, ottenendo grande successo a livello globale.


Proibizionismo

Proibizionismo nel Medioevo e nell'età moderna

Le prime proibizioni della cannabis risalgono al Medioevo. Nonostante questo troviamo varie restrizioni risalenti ad anni più antichi. Nel 1378 Soudoun Sheikouni, personaggio arabo di rilievo, ordinò di abbattere tutte le piante di canapa nei propri territori. Successivamente anche in tutto il Madagascar fu abolita la cannabis. Napoleone Bonaparte proibì qualsiasi tipo di contatto con questa pianta, durante la campagna d’Egitto nel 1798. Successivamente molti furono i paesi a vietare l’uso della cannabis: Egitto (1879), Grecia (1890), Sudafrica (1928) e infine la Gran Bretagna. Gli Stati Uniti impongono un importante impronta proibizionista che influenzerà il resto del mondo. Tra il 1920 e 1930, negli USA, inizia una fase di proibizionismo con il Volstead Act; un trattato che vietava l'importazione e la vendita di alcolici in tutto il Paese, che tuttavia non ebbe successo. Nonostante il fallimento del trattato, gli stati uniti ebbero un altro periodo di proibizione mirato alla cannabis. Negli anni 1912-1925 fu vietata l'esportazione di cannabis indiana verso i Paesi che l'avevano proibita. Questo segnò l'inizio di numerose restrizioni che si diffusero in tutti gli altri Paesi occidentali, Italia compresa. [4] Harry J.Anslinger fu uno dei protagonisti del proibizionismo di droghe stupefacenti; infatti fondò il Federal Bureau of Narcotics per vietare tale sostanza. Nel 1932 fu approvata la legge Uniform State Narcotic che prevedeva l'unione fra stati contro le sostanze stupefacenti. La cannabis divenne illegale a tutti gli effetti nel 1937 con la legge "Marijuana Tax Act". Tale normativa proibiva la coltivazione e commercializzazione della canapa poiché causava effetti psicotropi.

Proibizionismo attuale

La legalità della cannabis terapeutica, ancora oggi, non è uguale per tutti i Paesi; essa è sottoposta a continui controlli e restrizioni poiché si tratta di una sostanza stupefacente. A differenza della cannabis a scopo medico, oggi la compravendita per uso ricreativo è sottoposta a forte proibizionismo e farne uso è un reato a tutti gli effetti che viene punito con sanzioni amministrative. Nel 1961 viene adottato un trattato chiamato Single Convention Drugs Act [5](modificato poi nel 1972) che regola e combatte l’uso delle sostanze stupefacenti limitando la loro diffusione e produzione. In particolare la normativa imponeva di eliminare ogni piantagione di cannabis entro il 1986. Tale trattato stabilisce inoltre quattro tabelle di sostanze stupefacenti controllate, che vanno dalla più pericolosa alla meno invasiva. Il tutto è regolato da vari Organi delle Nazioni Unite. In queste tabelle compariva anche la cannabis (nella tabella IV) ma recentemente tolta sotto decisione dell’Onu. Successivamente la cannabis fu inserita da altre due convenzioni: Convenzione sulle sostanze psicotrope (1971) e Convenzione contro il traffico illecito di droga (1988). Nel 1996 la California è stato il primo stato a legalizzare la cannabis terapeutica. Da qui alcuni paesi aderirono alla legalizzazione della sostanza sia in ambito medico (Canada, Albania, Polonia, Svizzera, Regno Unito e Italia) sia in ambito ricreativo sotto una certa quantità (Canada, Malta, Messico). Nel 2005 il Canada mise in commercio un prodotto spray chiamato Sativex, un estratto di cannabis impiegato per il dolore neuropatico dei malati di cancro e sclerosi multipla (distribuzione anche in Italia dal 2013).[6].


Ancora oggi la legalità della cannabis non è uguale in tutti i Paesi Europei:[7]


  • In Italia la cannabis terapeutica è consentita è prodotta solamente dallo stabilimento chimico farmaceutico di Firenze e importata ancora dai Paesi Bassi a causa dell’insufficienza italiana.
  • In Germania e Portogallo l’uso personale è legale ma rimane illegale la compra vendita della cannabis.
  • Romania: prevede la cannabis con in THC inferiore allo 0,2%.
  • Nel Regno Unito la cannabis continua ad essere illegale.
  • In paesi come Spagna,Svizzera,Germania e Portogallo è proibito vendere e spacciare cannabis ma è possibile tenere una certa quantità della sostanza a scopi personali.
  • Francia e Belgio prevedono la totale illegalità, considerando un reato essere in possesso di cannabis.
  • In Grecia: la legalità della cannabis medica non è del tutto approvata.
  • Irlanda: la cannabis medica è legale dal 2019.



Proibizionismo in Italia

Come negli USA, negli anni 30', anche in Italia iniziò il proibizionismo della cannabis. Il 1930 vede l'introduzione del Codice penale; elenco delle sostanze dannose. L'Italia veniva considerata la maggior produttrice di cannabis del mondo, solo dopo la Russia. In Italia con la legge 309 del 1990 si introdusse la differenza tra droghe leggere e droghe pesanti, prevedendo sanzioni in base alla gravità. Nel 1993 ci fu un referendum in cui i cittadini furono invitati a votare sulla scelta di depenalizzare il consumo di sostanze stupefacenti per uso personale. Nonostante ciò la normativa sugli stupefacenti rimase invariata fino al 2006. Nel 2006, sotto approvazione del governo Berlusconi si abolì la distinzione tra droghe leggere e droghe pesanti (distinzione che verrà riaffermata nel 2014) e fu stabilita una classificazione in base alla quantità di sostanza posseduta. Esistono tre tipi di quantità: minime, medie e massime. In base alla quantità di sostanza posseduta viene applicata una pena più o meno alta. Dal 2006, i medici italiani vengono tenuti a prescrivere anche i farmaci a base di cannabis. Questo fu l'anno di una delle leggi più rilevanti: la legge n.242. L’Italia infatti, ha legalizzato la coltivazione e la vendita della cannabis per usi industriali, agricoli ma non farmaceutici ed è entrata in vigore dal 14 gennaio 2017. Tale legge prevede la produzione della cannabis sativa (cannabis light), che contiene un'alta percentuale di CBD è una percentuale di THC inferiore allo 0,2%. La cannabis light ha alcuni effetti collaterali come il rilassamento dovuto al CBD e l’aumento dell’appetito. Nel 2019 la Corte di Cassazione ha depenalizzato la coltivazione di minime quantità di cannabis (quattro piante al massimo)[8] ad uso personale. La coltivazione della sostanza attiva è regolata dall’Organismo nazionale per la cannabis. Ad oggi, quindi, l’Italia prevede la prescrizione della cannabis medica seguendo regole precise e l’acquisto della cannabis light. Attualmente le normative sulla cannabis sono incerte poiché ci sono limiti per la distinzione tra spaccio, uso personale e uso terapeutico. La tabella riportata elenca le sostanze mediche stupefacenti con gli ultimi aggiornamenti di legge (ultimo aggiornamento DM 7 agosto 2023).[9] Tabella I (ultimo aggiornamento DM 12 dicembre 2023)

  • Oppio e derivati oppiacei (morfina, eroina, metadone ecc.)
  • Foglie di Coca
  • Amfetamina e derivati anfetaminici (ecstasy)
  • Allucinogeni

Tabella II (ultimo aggiornamento Legge 16 maggio 2014, n. 79)

  • cannabis

Tabella III (ultimo aggiornamento Legge 16 maggio 2014, n. 79)

  • Barbiturici

Tabella IV (ultimo aggiornamento DM 31 ottobre 2023)

  • Benzodiazepine


Uso medico

Molti studi hanno dimostrato che la cannabis medicinale può essere la risposta a varie malattie. Tuttavia sono ancora molti i Paesi dove è illegale a causa degli effetti negativi della pianta. Innanzitutto dobbiamo fare una distinzione tra la cannabis light e la cannabis terapeutica. La prima,dal 2016, è considerata legale a scopi non ludici; infatti ha una percentuale di THC tra lo 0,2% e lo 0,6% e un maggior livello di CBD. Tale sostanza prevede un rilassamento fisico e un aumento dell’appetito senza nessun effetto psicoattivo. Quella ad utilizzo medico contiene una percentuale maggiore di THC, tra il 7% e il 22%, e un livello più basso di CBD. Nonostante l’alto livello di THC è considerata legale poiché viene controllata dalle procedure europee contenuta nei prodotti farmaceutici. La cannabis contiene dei principi attivi chiamati cannabinoidi (THC e CBD) e sono responsabili dell’utilizzo della guarigione. Il THC (tetraidrocannabinolo) è responsabile delle proprietà antidolorifiche, rilassanti e stimolanti. Il CBD (cannabidiolo) è una sostanza meno invasiva che non possiede effetti psicotropi. Quest'ultimo ha una funzione regolatrice ed è dotato di proprietà sedative. Solo i medici in Italia hanno l’autorizzazione a prescrivere prodotti contenenti cannabis e dal 2013 tali prescrizioni sono concesse anche ai neurologi. Le prescrizioni avvengono quando le terapie tradizionali non sono efficaci. La cannabis viene prescritta per:

  • Dolore cronico negli adulti.
  • Sclerosi multipla.
  • Trattamento della nausea e del vomito causati da chemioterapia.
  • Nei pazienti affetti da AIDS.
  • Per ridurre i movimenti involontari del corpo nella sindrome "de la Tourette".
  • Stimolatore di appetito nell’anoressia, cachessia o perdita di appetito.

La cannabis è disponibile in due sostanze attive:[10]

  • Cannabis FM-2 ( THC tra il 5% e l’8% e CBD tra il 7,5% e 12%)
  • Cannabis FM-1 (TCH tra il 13% e il 20% e CBD<1%)

Sono due sostanze prodotte presso lo stabilimento Chimico Farmaceutico di Firenze (SCFM) e autorizzate dal Ministero della Salute. Fino a pochi anni fa i prodotti a base di Cannabis venivano importati in Italia dall’Office of Medicinal cannabis (organismo olandese della cannabis). Dal 2016 invece ha avviato la propria produzione al SCFM, ma nonostante questo continua ad aver bisogno dell’esportazione di prodotti dall' Olanda. La cannabis ha degli effetti collaterali infatti che non si manifestano uguali in tutti i pazienti. Gli effetti collaterali psichici più comuni sono:

  • Aumento dei battiti del cuore(tachicardia)
  • Insonnia
  • Alterazione dell'umore e delle emozioni
  • Crisi emotive
  • Rilassamento
  • Euforia

Gli effetti collaterali fisici più comuni sono:

  • Rossore agli occhi
  • Stanchezza
  • Allucinazioni e depressione
  • Diminuzione della memoria


Vie di assunzione

Il medico è colui che decide il metodo di assunzione della cannabis medicinale per il paziente (scritto nel documento del Ministero della salute: DGDMF12516 del 22 febbraio 2017). Lui sceglie la via di assunzione più adatta al paziente in base ai sintomi di quest'ultimo: solitamente si inizia da dosi piccole per poi aumentare in caso di necessità. Secondo i medici è preferibile assumere medicinali a base di cannabis a stomaco vuoto. La cannabis medicinale può essere assunta in tre modi diversi: via orale, via inalatoria e via topica. La via orale, tramite la bocca, prevede l'assunzione di farmaci a base di cannabis sotto forma di compresse, spray, olii e tisane. Il farmaco entra nello stomaco e nell'intestino fino ad arrivare al fegato e solo dopo entra in circolo. Questo garantisce una durata di molte ore e inizia a fare effetto dopo circa 40 minuti. L’assunzione di cannabis per via orale è adatta per patologie croniche: dolori e insonnia. La via inalatoria, attraverso le vie respiratorie, prevede dei vaporizzatori appositi (dispositivi medici CE[11]) ed entra subito nel circolo con una quantità alta di cannabinoidi. Questo metodo di assunzione prevede un effetto immediato ma dura poche ore e per questo non è adatto a una cura continuativa. Viene utilizzata per pazienti con spasmi muscolari e dolore acuto. La via topica riguarda l'ingresso della cannabis attraverso la pelle. Oli e creme vengono posizionati direttamente sulla pelle e assorbiti e contengono un'alta quantità di cannabinoidi. Adatti per problemi della pelle o lesioni topiche come emorroidi e ulcere. Possiamo riconoscere una quarta via di assunzione: somministrazione oculare. Il collirio di cannabis è un medicinale a effetto locale e viene utilizzato per il dolore corneale. La cannabis può essere assunta come alimento o bevande anche da persone senza alcuna patologia. Sempre di più sono gli shop di cannabis legale che vendono biscotti, tisane rilassanti e caramelle. In Italia, è consentito l’uso alimentare con una quantità minima di THC. Il 4 novembre 2019 il decreto del ministero definisce i livelli massimi di THC che possono essere contenuti negli alimenti (2 mg/kg per la farina di canapa, 5 mg/kg per l’olio fatto dai semi, 2 mg/kg per gli integratori).


Biografia


Note