Yōkai: differenze tra le versioni
Nessun oggetto della modifica |
|||
Riga 83: | Riga 83: | ||
== BIBLIOGRAFIA == | == BIBLIOGRAFIA == | ||
Noriko T. Reider, ''The appeal of "kaidan", tales of the strange'', «Asian Folklore Studies», 59, 2000, pp. 265-283. | Noriko T. Reider, ''The appeal of "kaidan", tales of the strange'', «Asian Folklore Studies», 59, 2000, pp. 265-283. | ||
Michael Dylan Foster, ''Pandemonium and parade: japanese monsters and the culture of yokai'', Berkeley, University of California Press, 2008. | |||
Michael Dylan Foster, ''The book of yokai: mysterious creatures of japanese folklore'', Berkeley, University of California Press, 2015. | |||
Michael Dylan Foster, ''The book of yokai: mysterious creatures of japanese folklore'', Berkeley, University of California Press, 2015. | |||
Shigeru Mizuki, ''Guida agli yokai giapponesi'', Bologna, Kappalab, 2022. | |||
== NOTE == | == NOTE == |
Versione delle 00:22, 22 gen 2024
Gli yōkai sono bizzarre creature o spettri appartenenti al mondo del folklore giapponese.
TESTIMONIANZE STORICHE
TRADIZIONE SCRITTA
Kinmōzui
Il Kinmōzui è la prima enciclopedia illustrata del Giappone. È composto da venti volumi, compilati da Nakamura Tekisai[1]. Pubblicato nel 1666, risale quindi al periodo Edo (1603-1867 - ).
Per la scrittura di quest'opera, Nakamura Tekisai si è ispirato al Sancaituhui, un'enciclopedia di 106 volumi, composta dagli autori cinesi Wang Qi e Wang Siyi e completata nel 1607 - , che si occupa di riportare nozioni riguardo gli elementi dei regni dell'umanità, della terra e del cielo.
Nel Kinmōzui, Tekisai categorizza gli yōkai sulla base delle loro caratteristiche fisiche, senza curarsi delle loro aspetto soprannaturale - .
Wakan sansaizue
Il Wakan sansaizue è un'enciclopedia di 105 volumi, compilata principalmente da Terajima Ryōan. La sua pubblicazione è cominciata nel 1713 - .
Nella compilazione del Wakan sansaizue, Ryōan è stato largamente influenzato dal Sancaituhui e da altri lavori cinesi di stampo enciclopedico, come il Bencao gangmu di Li Shizhen, pubblicato nell'ultima metà del 1500 - .
Gazu hyakkiyagyō
Il Gazu hyakkiyagyō è una serie illustrata di quattro libri, creata da Toriyama Sekien e pubblicata tra il 1776 e il 1784, nella quale sono catalogati più di duecento yōkai diversi - .
Kibyōshi
I kibyōshi sono dei libri satirici appartenenti al mondo della narrativa grafica.
Si sono diffusi principalmente durante il periodo Edo.
In questi libri gli yōkai venivano sfruttati per rappresentare i personaggi di cui si voleva fare una parodia - .
TRADIZIONE ORALE
Kaidan
I kaidan sono racconti riguardanti eventi strani e misteriosi, delle vere e proprie "storie di paura". Si sono diffusi in Giappone specialmente durante il periodo Edo, tanto da portare la nascita della figura professionale del racconta-storie - .
Le persone organizzavano ritrovi, conosciuti con il nome di hyaku-monogatari kaidankai, durante i quali venivano raccontati cento kaidan - . Gli yōkai, legati al mondo del soprannaturale, erano spesso importanti personaggi di queste storie.
Si credeva che questo gioco, se praticato a mezzanotte, portasse alla manifestazione di fenomeni soprannaturali - .
YOKAI UMANOIDI
Oni
Gli oni sono tra gli yōkai umanoidi più famosi.
Vengono rappresentati come grossi orchi, spesso con corna sul capo, lunghe zanne e con indosso un perizoma tigrato - . Tuttavia in passato si pensava che fossero figure più astratte e venivano percepiti come dei demoni invisibili dall'immaginario comune - .
Abitano le zone montuose, sono considerati violenti e rabbiosi, portatori di distruzione e malattie - . Oggi questo loro aspetto feroce e pericoloso convive con una visione più comica e affezionata, dato che ormai queste figure sono parte integrante della cultura giapponese - .
Gli oni devono la loro popolarità alle numerose leggende che li vedono come principali antagonisti.
Tra le storie più famose che li rappresentano c'è quella dello Shuten dōji ("ragazzo bevitore di sake" - ), le cui vicende si sono svolte durante il periodo Heian.
Lo Shuten doji era un oni a capo di un gruppo di demoni che rapivano giovani donne di Kyoto, poi ucciso dal grande guerriero Raikō, sotto ordine dell'imperatore - .
YOKAI ANIMALI
I principali esponenti degli yōkai animali sono quelli che appartengono alla famiglia dei canidi, come le kitsune (volpi) e i tanuki (cani procione) e gli yōkai appartenenti alla famiglia dei kappa - .
Kappa
I kappa sono yōkai che dimorano nei pressi di fiumi e paludi.
Vengono spesso raffigurati con la pelle di colore verde, le zampe palmate e la bocca a forma di becco, ricordando una rana o una tartaruga delle dimensioni di un bambino.
Al centro della loro testa c'è una piccola fossa contenente dell'acqua, fonte del loro potere. Infatti i kappa sono dotati di una forza soprannaturale che contrasta con la loro piccola statura - .
La natura dei kappa è duplice. Hanno una personalità vivace e giocosa, amano fare scherzi ai passanti trascinandone i cavalli nel fiume e sono appassionati di sumo - . Allo stesso tempo sono conosciuti per la macabra pratica di eviscerare gli umani che riescono ad attirare nel loro territorio - .
Esistono diversi tipi di kappa a seconda della regione e del luogo del Giappone che si visita e ovviamente esistono anche tante varianti del nome stesso di questi yōkai: ad esempio, nella parte ovest del Giappone, in particolare nella zona di Iwate, il kappa è chiamato kawataro - .
Il kawataro presenta in certi casi un aspetto diverso dal classico kappa, è più peloso e ricorda una scimmia - . Si diverte a giocare con i bambini, ma diffida degli adulti - .
Kitsune
Tanuki
YOKAI OGGETTO
Kasa-obake
BIBLIOGRAFIA
Noriko T. Reider, The appeal of "kaidan", tales of the strange, «Asian Folklore Studies», 59, 2000, pp. 265-283.
Michael Dylan Foster, Pandemonium and parade: japanese monsters and the culture of yokai, Berkeley, University of California Press, 2008.
Michael Dylan Foster, The book of yokai: mysterious creatures of japanese folklore, Berkeley, University of California Press, 2015.
Shigeru Mizuki, Guida agli yokai giapponesi, Bologna, Kappalab, 2022.
NOTE
- ↑ Foster, Pandemonium and parade: japanese monsters and the culture of yokai, p. 35