Pietro Bembo: differenze tra le versioni
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Pietro Bembo nacque il 20 maggio 1470 a Venezia da Bernardo Bembo, un nobile veneziano, e da Elena Marcello. Il padre | Pietro Bembo nacque il 20 maggio 1470 a Venezia da Bernardo Bembo, un nobile veneziano, e da Elena Marcello. Il padre, oltre a dedicarsi agli studi umanistici, svolse numerosi importanti incarichi anche fuori città, come podestà e ambasciatore. In alcuni di questi incarichi fu seguito anche dal figlio. | ||
Fin da giovane, Pietro Bembo diede la precedenza agli studi rispetto all'attività politica e amministrativa. Nel 1492 si trasverì a Messina per studiare il greco presso Costantino Lascaris e rimase in Sicilia fino al 1494. Durante la permanenza prese al proprio servizio il segretario Cola Bruno, che lo accompagnò per tutta la vita. | Fin da giovane, Pietro Bembo diede comunque la precedenza agli studi rispetto all'attività politica e amministrativa. Nel 1492 si trasverì a Messina per studiare il greco presso Costantino Lascaris e rimase in Sicilia fino al 1494. Durante la permanenza prese al proprio servizio il segretario Cola Bruno, che lo accompagnò per tutta la vita. | ||
Nel 1497 Bembo si trasferì a Ferrara, dove il padre era vicedomino, iniziando a frequentare la società di corte. Si trattenne in città per due anni e iniziò lì a elaborare una prima importante opera in volgare, gli ''Asolani''. | Nel 1497 Bembo si trasferì a Ferrara, dove il padre era vicedomino, iniziando a frequentare la società di corte. Si trattenne in città per due anni e iniziò lì a elaborare una prima importante opera in volgare, gli ''Asolani''. In generale, fin dalla gioventù Bembo iniziò a unire la formazione umanistica a un profondo interesse per la letteratura in lingua volgare. | ||
Rientrato a Venezia, Bembo tentò la carriera politica ma fu ripetutamente sconfitto nelle elezioni per le cariche. Tra il 1500 e il 1501 ebbe una relazione con la giovane vedova Maria Savorgnan cui tra l'altro comunicò l'inizio di un lavoro dedicato alle regole della lingua volgare. Tra il 1501 e il 1502 curò due importanti edizioni delle opere volgari di Petrarca e della ''Commedia'' di Dante che vennero pubblicate dal più importante editore del periodo, Aldo Manuzio. | Rientrato a Venezia, Bembo tentò la carriera politica ma fu ripetutamente sconfitto nelle elezioni per le cariche. Tra il 1500 e il 1501 ebbe una relazione con la giovane vedova Maria Savorgnan cui tra l'altro comunicò l'inizio di un lavoro dedicato alle regole della lingua volgare. Tra il 1501 e il 1502 curò due importanti edizioni delle opere volgari di Petrarca e della ''Commedia'' di Dante che vennero pubblicate dal più importante editore del periodo, Aldo Manuzio. | ||
Nel 1505 pubblicò presso Aldo Manuzio la prima edizione degli ''Asolani''. | Tra il 1502 e il 1503 Bembo fu a Ferrara, dove ebbe un rapporto stretto con Lucrezia Borgia. Nel 1505 pubblicò presso Aldo Manuzio la prima edizione degli ''Asolani'', la sua prima opera di rilievo in lingua volgare. Nel 1506, dopo aver abbandonato ogni tentativo di carriera politica a Venezia, si trasferì alla corte di Urbino. Nel 1508 ottenne da papa Giulio II la commenda di San Giovanni a Bologna, che, anche se con diverse difficoltà iniziali, gli permise nelle fasi più avanzate della sua carriera di contare su un reddito consistente. Durante questo periodo Bembo lavorò anche sulla lingua volgare, portando avanti la stesura di quelle che sarebbero poi diventate le ''Prose della volgar lingua''. Agli inizi del 1512 si trasferì a Roma, consolidando i suoi legami con diversi membri della famiglia Medici. | ||
Nel 1513 il nuovo papa Leone X (Giulio de' Medici) assegnò a Bembo l'importante carica di segretario ai brevi, che richiedeva la stesura in latino di alcune delle principali lettere papali. In una prima fase Bembo si dedicò al lavoro con entusiasmo; tuttavia, la | Nel 1513 il nuovo papa Leone X (Giulio de' Medici) assegnò a Bembo l'importante carica di segretario ai brevi, che richiedeva la stesura in latino di alcune delle principali lettere papali. In una prima fase Bembo si dedicò al lavoro con entusiasmo; tuttavia, negli anni successivi non riuscì a ottenere l'obiettivo più importanta cui puntava, la nomina a cardinale. La delusione e i problemi di salute lo spinsero a rientrare in Veneto, dove negli anni successivi visse soprattutto nella villa di famiglia vicino a Padova assieme alla sua compagna, una cortigiana romana nota come "Morosina", da cui ebbe in seguito tre figli. La morte di Leone X nel 1521 e la nomina come suo successore dell'olandese Adriano VI contribuirono al distacco di Bembo dall'ambiente papale. | ||
Nel 1523 fu di nuovo eletto papa un rappresentante della famiglia Medici, Clemente VII (Giovanni de' Medici), con cui Bembo era in grande confidenza. Alla fine del 1524 Bembo tornò a Roma per consegnare al pontefice una copia manoscritta di quella che sarebbe diventata la sua opera più famosa, le ''Prose della volgar lingua''. L'opera venne poi pubblicata l'anno successivo dall'editore Tacuino a Venezia. | Nel 1523, però, fu di nuovo eletto papa un rappresentante della famiglia Medici, Clemente VII (Giovanni de' Medici), con cui Bembo era in grande confidenza. Alla fine del 1524 Bembo tornò quindi a Roma per consegnare al pontefice una copia manoscritta di quella che sarebbe diventata la sua opera più famosa, le ''Prose della volgar lingua''. L'opera venne poi pubblicata l'anno successivo dall'editore Tacuino a Venezia. | ||
Negli anni successivi, grazie soprattutto al successo delle ''Prose'', Bembo divenne la figura più importante nel mondo letterario italiano. | Negli anni successivi, grazie soprattutto al successo delle ''Prose'', Bembo divenne la figura più importante nel mondo letterario italiano. Il suo successo fu consolidato dalla pubblicazione nel corso del tempo delle opere giovanili in versioni aggiornate e migliorate. La sua carriera ecclesiastica fu coronata il 19 marzo 1539 dalla nomina a cardinale. Fu poi nominato vescovo prima di Gubbio, dove effettivamente svolse per un certo tempo le funzioni collegate alla carica, e poi di Bergamo. | ||
Bembo morì a Roma il 18 gennaio del 1547; la sua tomba si trova nella chiesa di Santa Maria sopra Minerva a Roma. | |||
Bembo morì a Roma | |||
<ref>Carlo Dionisotti, ''Bembo, Pietro'', in ''Dizionario biografico degli italiani'', Roma, Istituto della Enciclopedia Italiana, vol. 8, 1960.</ref> | <ref>Carlo Dionisotti, ''Bembo, Pietro'', in ''Dizionario biografico degli italiani'', Roma, Istituto della Enciclopedia Italiana, vol. 8, 1960.</ref> |
Versione delle 11:55, 12 dic 2023
Pietro Bembo (1470-1547) è stato un umanista e scrittore italiano, noto soprattutto per il suo ruolo nella Questione della lingua. Il suo dialogo Prose della volgar lingua, pubblicato per la prima volta nel 1525, diede un contributo decisivo alla scelta del toscano letterario trecentesco come modello di lingua.
Biografia
Pietro Bembo nacque il 20 maggio 1470 a Venezia da Bernardo Bembo, un nobile veneziano, e da Elena Marcello. Il padre, oltre a dedicarsi agli studi umanistici, svolse numerosi importanti incarichi anche fuori città, come podestà e ambasciatore. In alcuni di questi incarichi fu seguito anche dal figlio.
Fin da giovane, Pietro Bembo diede comunque la precedenza agli studi rispetto all'attività politica e amministrativa. Nel 1492 si trasverì a Messina per studiare il greco presso Costantino Lascaris e rimase in Sicilia fino al 1494. Durante la permanenza prese al proprio servizio il segretario Cola Bruno, che lo accompagnò per tutta la vita.
Nel 1497 Bembo si trasferì a Ferrara, dove il padre era vicedomino, iniziando a frequentare la società di corte. Si trattenne in città per due anni e iniziò lì a elaborare una prima importante opera in volgare, gli Asolani. In generale, fin dalla gioventù Bembo iniziò a unire la formazione umanistica a un profondo interesse per la letteratura in lingua volgare.
Rientrato a Venezia, Bembo tentò la carriera politica ma fu ripetutamente sconfitto nelle elezioni per le cariche. Tra il 1500 e il 1501 ebbe una relazione con la giovane vedova Maria Savorgnan cui tra l'altro comunicò l'inizio di un lavoro dedicato alle regole della lingua volgare. Tra il 1501 e il 1502 curò due importanti edizioni delle opere volgari di Petrarca e della Commedia di Dante che vennero pubblicate dal più importante editore del periodo, Aldo Manuzio.
Tra il 1502 e il 1503 Bembo fu a Ferrara, dove ebbe un rapporto stretto con Lucrezia Borgia. Nel 1505 pubblicò presso Aldo Manuzio la prima edizione degli Asolani, la sua prima opera di rilievo in lingua volgare. Nel 1506, dopo aver abbandonato ogni tentativo di carriera politica a Venezia, si trasferì alla corte di Urbino. Nel 1508 ottenne da papa Giulio II la commenda di San Giovanni a Bologna, che, anche se con diverse difficoltà iniziali, gli permise nelle fasi più avanzate della sua carriera di contare su un reddito consistente. Durante questo periodo Bembo lavorò anche sulla lingua volgare, portando avanti la stesura di quelle che sarebbero poi diventate le Prose della volgar lingua. Agli inizi del 1512 si trasferì a Roma, consolidando i suoi legami con diversi membri della famiglia Medici.
Nel 1513 il nuovo papa Leone X (Giulio de' Medici) assegnò a Bembo l'importante carica di segretario ai brevi, che richiedeva la stesura in latino di alcune delle principali lettere papali. In una prima fase Bembo si dedicò al lavoro con entusiasmo; tuttavia, negli anni successivi non riuscì a ottenere l'obiettivo più importanta cui puntava, la nomina a cardinale. La delusione e i problemi di salute lo spinsero a rientrare in Veneto, dove negli anni successivi visse soprattutto nella villa di famiglia vicino a Padova assieme alla sua compagna, una cortigiana romana nota come "Morosina", da cui ebbe in seguito tre figli. La morte di Leone X nel 1521 e la nomina come suo successore dell'olandese Adriano VI contribuirono al distacco di Bembo dall'ambiente papale.
Nel 1523, però, fu di nuovo eletto papa un rappresentante della famiglia Medici, Clemente VII (Giovanni de' Medici), con cui Bembo era in grande confidenza. Alla fine del 1524 Bembo tornò quindi a Roma per consegnare al pontefice una copia manoscritta di quella che sarebbe diventata la sua opera più famosa, le Prose della volgar lingua. L'opera venne poi pubblicata l'anno successivo dall'editore Tacuino a Venezia.
Negli anni successivi, grazie soprattutto al successo delle Prose, Bembo divenne la figura più importante nel mondo letterario italiano. Il suo successo fu consolidato dalla pubblicazione nel corso del tempo delle opere giovanili in versioni aggiornate e migliorate. La sua carriera ecclesiastica fu coronata il 19 marzo 1539 dalla nomina a cardinale. Fu poi nominato vescovo prima di Gubbio, dove effettivamente svolse per un certo tempo le funzioni collegate alla carica, e poi di Bergamo.
Bembo morì a Roma il 18 gennaio del 1547; la sua tomba si trova nella chiesa di Santa Maria sopra Minerva a Roma.
Opere
Gli Asolani
Le Prose della volgar lingua
Note
- ↑ Carlo Dionisotti, Bembo, Pietro, in Dizionario biografico degli italiani, Roma, Istituto della Enciclopedia Italiana, vol. 8, 1960.
Bibliografia
- Carlo Dionisotti, Bembo, Pietro, in Dizionario biografico degli italiani, Roma, Istituto della Enciclopedia Italiana, vol. 8, 1960.