Caccia in botte a Orbetello
La caccia in botte era una delle attività venatorie del territorio di Orbetello. Si svolgeva attorno alla laguna della cittadina già dal 1930.
Era un caccia da avvistamento, ossia il cacciatore aspettava in un punto preciso, in questo caso una botte, per colpire la preda non appena fosse a tiro.
Il luogo della caccia
Il punto in cui il cacciatore si appostava era una botte di legno fissa installata sulle sponde della laguna, immersa nel fango, con l’eccezione della parte superiore, in modo tale da permettere al cacciatore di stare completamente all'asciutto nonostante che la botte fosse completamente circondata dall’acqua. Oggi il materiale delle botti non è più il legno ma il cemento, dato che la tenuta stagna del primo dopo qualche anno veniva compromessa.
L'assegnazione in passato e oggi
In passato gli appostamenti erano “padronali”, cioè i cacciatori potevano accedervi o con il titolare o dietro sua autorizzazione. Per tale motivo alle botti veniva assegnato un nome. Oggi i 14 appostamenti rimasti, tutti situati nella laguna di ponente, sono segnati con dei numeri e assegnati su sorteggio preventivo per un totale di quattro giornate all’anno per ogni cacciatore.
La preparazione
Il viaggio verso la botte
Il cacciatore per andare alla botte doveva essere pronto almeno un’ora prima dell’orario consentito, dato che oltre a indossare i cosciali, prendeva a tracolla le sacche degli stampi e i contenitori per i richiami vivi. Una volta pronto, si incamminava verso l'appostamento assegnato. Il tutto avveniva prima del sorgere del Sole e il percorso poteva durare anche 20 minuti in base a dove era posizionata la botte assegnata [].
La posa degli stampi e dei richiami vivi
Giunto sul posto, il cacciatore spegneva le torce e iniziava a installare gli stampi. Nel mentre che il cacciatore posizionava gli stampi in acqua, lasciava libere eventuali chiarine[], così da riuscire a vedere la sagoma di un animale che si spostava da un gruppo di stampi ad un altro. Per ultimi vengono rilasciati i richiami vivi, in genere tre femmine e un maschio. Hanno tuttavia un raggio d’azione limitato visto che viene messa loro una calzetta munita di un anello sulla zampa. A questo anello è legato un filo abbastanza lungo, fissato sul fondo dell’acquitrino con dei pesi.