Pietro Bembo
Pietro Bembo (1470-1547) è stato un umanista e scrittore italiano, noto soprattutto per il suo ruolo nella Questione della lingua. Il suo dialogo Prose della volgar lingua, pubblicato per la prima volta nel 1525, diede un contributo decisivo alla scelta del toscano letterario trecentesco come modello di lingua.
Biografia
Pietro Bembo nacque il 20 maggio 1470 a Venezia da Bernardo Bembo, un nobile veneziano, e da Elena Marcello. Il padre era profondamente integrato nell'aristocrazia veneziana e, oltre a dedicarsi agli studi umanistici, svolse numerosi importanti incarichi anche fuori città, come podestà e ambasciatore. In alcuni di questi incarichi fu seguito anche dal figlio.
Fin da giovane, Pietro Bembo diede la precedenza agli studi rispetto all'attività politica e amministrativa. Nel 1492 si trasverì a Messina per studiare il greco presso Costantino Lascaris e rimase in Sicilia fino al 1494. Durante la permanenza prese al proprio servizio il segretario Cola Bruno, che lo accompagnò per tutta la vita.
Nel 1497 Bembo si trasferì a Ferrara, dove il padre era vicedomino, iniziando a frequentare la società di corte. Si trattenne in città per due anni e iniziò lì a elaborare una prima importante opera in volgare, gli Asolani.
Rientrato a Venezia, Bembo tentò la carriera politica ma fu ripetutamente sconfitto nelle elezioni per le cariche. Tra il 1500 e il 1501 ebbe una relazione con la giovane vedova Maria Savorgnan cui tra l'altro comunicò l'inizio di un lavoro dedicato alle regole della lingua volgare. Tra il 1501 e il 1502 curò due importanti edizioni delle opere volgari di Petrarca e della Commedia di Dante che vennero pubblicate dal più importante editore del periodo, Aldo Manuzio.
Nel 1505 pubblicò presso Aldo Manuzio la prima edizione degli Asolani.
Nel 1513 il nuovo papa Leone X (Giulio de' Medici) assegnò a Bembo l'importante carica di segretario ai brevi, che richiedeva la stesura in latino di alcune delle principali lettere papali. In una prima fase Bembo si dedicò al lavoro con entusiasmo; tuttavia, la mancata nomina a cardinale e alcuni problemi di salute lo spinsero ad allontanarsi da Roma nel 1521. La morte di Leone X e la nomina come suo successore dell'olandese Adriano VI contribuirono al distacco dalla corte papale.
Nel 1523 fu di nuovo eletto papa un rappresentante della famiglia Medici, Clemente VII (Giovanni de' Medici), con cui Bembo era in grande confidenza. Alla fine del 1524 Bembo tornò a Roma per consegnare al pontefice una copia manoscritta di quella che sarebbe diventata la sua opera più famosa, le Prose della volgar lingua. L'opera venne poi pubblicata l'anno successivo dall'editore Tacuino a Venezia.
Negli anni successivi, grazie soprattutto al successo delle Prose, Bembo divenne la figura più importante nel mondo letterario italiano.
Nel 1541 fu nominato cardinale.
Bembo morì a Roma nel 1547; la sua tomba si trova nella chiesa di Santa Maria sopra Minerva a Roma.
Opere
Gli Asolani
Le Prose della volgar lingua
Note
- ↑ Carlo Dionisotti, Bembo, Pietro, in Dizionario biografico degli italiani, Roma, Istituto della Enciclopedia Italiana, vol. 8, 1960.
Bibliografia
- Carlo Dionisotti, Bembo, Pietro, in Dizionario biografico degli italiani, Roma, Istituto della Enciclopedia Italiana, vol. 8, 1960.