Caccia in botte a Orbetello

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La caccia in botte era una delle attività venatorie del territorio di Orbetello. Si svolgeva attorno alla laguna della cittadina a partire dal 1928[1]. Era un caccia da appostamento, ossia il cacciatore aspettava in un punto preciso, in questo caso una botte, per colpire la preda non appena fosse a tiro.

Introduzione

L'ambiente di caccia

La laguna di Orbetello dall'alto

La caccia si svolge sulla costa della laguna che circonda tre quarti della penisola di Orbetello. La Laguna è situata tra il promontorio dell'Argentario e l'entroterra ed è circondata da i due tomboli che collegano il monte all'entroterra: il tombolo della Finiglia che costeggia la laguna di Levante e il tombolo della Giannella che costeggia la laguna di Ponente. Gli unici sbocchi al mare della laguna sono tre: il canale della Fibbia (o delle Saline) nei pressi della foce del fiume Albenga, il canale di Nassa (presso Santa Liberata) entrambi sul tombolo di Giannella e il canale di Ansedonia sul tombolo della Finiglia. Fu progettato e furono iniziate le opere di scavo di un quarto canale, il canale del Pertuso, ma non fu mai completato.

Le specie di uccelli

La Laguna ospita 257 specie di uccelli tra migratori e stanziali. Le principali sono:

  • svasso
  • tuffetto
  • beccapesci
  • rondine di mare
  • cormorano
  • moriglione
  • moretta
  • pesciaiola
  • codone
  • alzavola
  • germano reale
  • mestolone
  • volpoca
  • marzaiola
  • fischione
  • folaga
    Una folaga con i suoi piccoli mentre nuotano per la laguna di Orbetello
  • gallinella d’acqua
  • fenicottero rosa
    Fenicotteri rosa mentre spiccano in volo
  • porciglione
  • tarabuso
  • spatola
  • mignattaio
  • airone
  • garzetta
  • pettegola
  • totano moro
  • cavaliere d’Italia
    Un Cavaliere d'Italia
  • avocetta
  • piviere
  • occhione
  • pantana
  • piovanello
  • piro piro
  • chiurlo
  • beccaccino
  • gabbiani
  • cannaiola
  • albanella minore
  • falco pescatore
  • gruccione
  • cuculo dal ciuffo
  • picchio verde
  • upupa
  • ibis eremita.

La botte

Il punto in cui il cacciatore si appostava era una botte di legno fissa installata sulle sponde della laguna, immersa nel fango, con l’eccezione della parte superiore, in modo tale da permettere al cacciatore di stare completamente all'asciutto nonostante che la botte fosse completamente circondata dall’acqua. Oggi il materiale delle botti non è più il legno ma il cemento, dato che la tenuta stagna del primo dopo qualche anno veniva compromessa.

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La botte per la caccia da avvistamento

L'assegnazione in passato e oggi

In passato gli appostamenti erano padronali, cioè i cacciatori potevano accedervi o con il titolare o dietro sua autorizzazione. Per tale motivo alle botti veniva assegnato un nome. Oggi i 14 appostamenti rimasti, tutti situati nella laguna di Ponente, a ridosso della vegetazione, sono segnati con dei numeri e assegnati su sorteggio prima dell'apertura della stagione di caccia per un totale di quattro giornate all’anno per ogni cacciatore. Le botti e le giornate assegnate non possono essere ne modificate, ne sostituite, ne tanto meno scambiate con altri cacciatori.

Regolamento

Procedura per ottenere il permesso di caccia temporaneo

Secondo il regolamento del 20/09/2019 sull'Area a Particolare Gestione di Caccia Laguna di Orbetello riguardante la caccia in botte, i cacciatori per partecipare all'attività venatoria devono fare richiesta all'Ambito Territoriale di Caccia n.7 di Grosseto Sud. I cacciatori saranno ammessi in base alla loro residenza venatoria nell'ATC n.7 Grosseto sud. Saranno formati gruppi, distinguendo tra cacciatori residenti nei comuni dell'ATC e quelli provenienti da altre località. I gruppi dei residenti avranno il 40% delle giornate di caccia disponibili, mentre gli altri avranno il 60%.Per migliorare la turnazione, l'ATC potrà formare gruppi misti. Se ci sono troppe richieste, al punto che non si possa garantire almeno una giornata di caccia per ogni gruppo, verrà effettuato un sorteggio, con priorità per coloro che sono stati esclusi negli anni precedenti.

Norme da rispettare

L'attività venatoria nelle Lagune di Orbetello inizia il 1° ottobre 2019 e termina seguendo il calendario venatorio. La caccia è consentita nei mesi di ottobre, novembre e dicembre, 4 giorni a settimana (mercoledì, giovedì, sabato e domenica) e 2 giorni a settimana in gennaio (giovedì e domenica). Durante tutti i giorni di caccia, dalle 11:00 alle 14:00, è vietato cacciare in tutta l'area delle Lagune di Orbetello. L'ingresso all'area è consentito solo a coloro che possiedono un tesserino annuale con la giornata assegnata dal Comitato di Gestione. La caccia da appostamento temporaneo è permessa solo nella laguna di Ponente, con un tesserino personale indicante la data e il numero dell'appostamento assegnato. Gli appostamenti temporanei devono essere rimossi al termine della giornata. L'orario dell'attività venatoria varia, consentendo l'accesso all'appostamento temporaneo un'ora e mezzo prima dell'orario indicato dal calendario venatorio al mattino. Vengono effettuati controlli agli appostamenti temporanei durante il periodo 11:00-14:00. È obbligatorio cerchiare sull'apposito tesserino regionale l'indicatore della giornata di caccia, come previsto dalla Legge Regionale 3/94 per le Aree Contigue.

Divieti

  1. Non è consentita la caccia da appostamento temporaneo nel pomeriggio.
  2. Non è permesso portare cani per la caccia da appostamento temporaneo.
  3. È vietato entrare nelle vecchie strutture presenti (botti), e l'ATC non si assume responsabilità per il loro utilizzo.
  4. Cambiare o spostare l'appostamento temporaneo è vietato.
  5. Non è permesso che più di due cacciatori si trovino negli appostamenti temporanei contemporaneamente.
  6. L'uso di natanti, scafandri o tute di qualsiasi tipo è vietato; l'accesso in acqua è vietato.
  7. È proibita la caccia lungo la fossa del Perugino.
  8. Non è consentito portare più stampi e richiami vivi di quelli consentiti.
  9. Rastrellare o stringere animali nelle acque interne è vietato.
  10. L'uso di richiami acustici a funzionamento meccanico, elettromagnetico o elettromeccanico, con o senza amplificazione del suono, è vietato.
  11. Carabine a canna rigata e cartucce a palla sono vietate.
  12. Per l'utilizzo di pallini di acciaio, sono consentite munizioni con pezzatura superiore al numero 2 (numerazione inglese); per altre munizioni caricate con HD (leghe di ferro tugsteno bronzo) e HS 8 Bismuto), sono consentite con pezzatura superiore al numero 4 (numerazione inglese).
  13. Non è permesso accedere all'area A.P.G. Lagune di Orbetello dalle 11:00 alle 14:00.
  14. È vietato praticare la caccia vagante e la caccia in appostamento temporaneo in giornate non assegnate.
  15. Non è consentito superare il numero degli accompagni assegnati.
  16. È vietata la caccia agli ungulati.
  17. È vietato portare più di due cani a cacciatore per la caccia vagante.

La preparazione

Gli stampi

Alcuni accessori fondamenti per la caccia sono gli stampi, ossia sagome in plastica somiglianti alle varie specie di animali: anatre, alzavole, fischioni, codoni, folaghe, ecc... muniti di filo e pesi di piombo. Precedentemente gli stampi erano realizzati in palma o in pezzi di sughero sovrapposti, per formare il corpo, mentre le teste erano fatte in legno.

Gli stampi usati per la caccia in botte

Il viaggio verso la botte

Il cacciatore per andare alla botte doveva essere pronto almeno un’ora prima dell’orario consentito, dato che oltre a indossare i cosciali, prendeva a tracolla le sacche degli stampi e i contenitori per i richiami vivi. Una volta pronto, si incamminava verso l'appostamento assegnato. Il tutto avveniva prima del sorgere del Sole e il percorso poteva durare anche 20 minuti in base a dove era posizionata la botte assegnata [].

La posa degli stampi e dei richiami vivi

Giunto sul posto, il cacciatore spegneva le torce e iniziava a installare gli stampi. Nel mentre che il cacciatore posizionava gli stampi in acqua, lasciava libere eventuali chiarine[], così da riuscire a vedere la sagoma di un animale che si spostava da un gruppo di stampi ad un altro. Per ultimi vengono rilasciati i richiami vivi, in genere tre femmine e un maschio. Hanno tuttavia un raggio d’azione limitato visto che viene messa loro una calzetta munita di un anello sulla zampa. A questo anello è legato un filo abbastanza lungo, fissato sul fondo dell’acquitrino con dei pesi. Inoltre l'insieme di stampi e richiami vivi aveva un nome ben preciso, la tesa. Sempre come richiamo vivo, veniva usato un capoverde (un germano maschio) addrestrato per attirare dietro di sé i selvatici avvistati.

La caccia

Dopo aver controllato l'orario di inizio, il cacciatore entrava nella botte, caricava i vari fucili e gli eventuali fischi e trombette per le folaghe[], ma l'aspetto più importante era cominciare a concentrare gli occhi sulla tesa, il che comportava di fare abituare l'occhio a distinguere ciò che si vedeva nell'oscurità. In questo momento si potevano intravedere le prime luci dell'alba, a sentire i primi canti di gabbiani, cormorani e fenicotteri e soprattutto quello del capoverde che anticipa di poco lo schiamazzo delle anatre da richiamo, segnale che preannunciava l'arrivo di un animale in volo verso la tesa.

Il cacciatore aspetta la preda
Era anche il momento in cui facendo assoluto silenzio il cacciatore riusciva a intravedere la sagoma dell'animale che era entrato nella tesa e stava per raggiungere la chiarina.

Chi faceva questo tipo di caccia distingueva ad esempio un'anatra da una folaga in base a come si posavano sull'acqua, dato che quest'ultima a differenza della prima era più rumorosa al contatto. Nel momento in cui cominciava a fare giorno, si scorgevano i primi branchi di uccelli che si erano alzati in volo. Ovviamente il cacciatore sperava che venissero attirati sulla tesa dai richiami vivi i quali iniziavano a cantare. Sapeva anche che l'attesa sarebbe stata lunga o almeno doveva munirsi di pazienza. Appena gli animali sono in posizione sulla tela, il cacciatore, abbassato al pelo della botte, pronuncia via e inizia a sparare. Detto ciò alcuni uccelli cadono, gli altri continuano il loro volo allontanandosi rapidamente. Il cacciatore esce dalla botte per recuperare le carcasse, ma rientra subito nella botte così da abbattere altri animali.

La fine della caccia

Il tempo medio della caccia in botte di solito era di alcune ore. Finita la caccia si procedeva a stendere, cioè a rimettere a posto gli stampi nelle sacche e mettere ad asciugare a riva le anatre da richiamo per poi metterle negli appositi contenitori e infine il cacciatore si avvia verso casa.

Note

  1. [Giuseppe Tosi, Le meraviglie della Costa d'Argento. Dizionario etnofaunistico dell'Argentario, dell'Isola del Giglio e di Orbetello, vol. 2, Arcidosso, Effigi, 2022.], La data è testimoniata dalla nota 237 a pagina 236 che così cita: "237. Da com. per. di Umberto Aldi risulta che questo tipo di caccia fu introdotto ad Orbetello nel 1928 da Dott. Luigi Bini, originario di Pisa".

Bibliografia