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'Gaio Giulio Cesare' fu un generale, politico e scrittore romano, nato a Roma nel 100 a.C. e morto assassinato nel 44 a.C. È considerato uno dei più importanti personaggi della storia romana, nonché il primo imperatore romano.

Vita

Cesare nacque a Roma il 13 luglio del 100 a.C. da una famiglia patrizia, la gens Iulia, che vantava una lunga tradizione di servizio pubblico.

Suo padre, Gaio Giulio Cesare, era un senatore e suo nonno, Gaio Giulio Cesare Strabone, era stato console nel 90 a.C. Cesare fu educato da alcuni dei migliori maestri dell'epoca, tra cui Marco Tullio Cicerone.

Sin da giovane si distinse per le sue doti di oratoria e per la sua ambizione politica.

Nel 73 a.C., Cesare fu eletto questore, una carica che lo portò a servire in Spagna. Nel 69 a.C., fu eletto edile, una carica che gli permise di riorganizzare il sistema di distribuzione del grano a Roma.

Nel 65 a.C., Cesare fu eletto pontefice massimo, la carica religiosa più importante di Roma. Nel 63 a.C., fu eletto console, la più alta carica politica della Repubblica romana.

In pochi anni Cesare divenne una figura rispettata e temuta in tutto l'impero grazie alle innumerevoli ed illustri imprese che compii in Gallia e in Bretagna, rendendo così Roma il più grande impero in quegli anni.

Il 15 marzo del 44 a.C., Cesare fu assassinato da un gruppo di senatori guidati da Bruto e Cassio, guidati dal timore che il grande potere del dictator procurò a molti romani.

La sua morte segnò la fine della Repubblica romana e l'inizio dell'Impero.

Le imprese militari

Campagne in Gallia

Le campagne di Cesare in Gallia, che furono le sue gesta più memorabili, si possono suddividere in tre fasi: Cesare, che era stato nominato proconsole della Gallia Cisalpina e Narbonese, decise di intraprendere questa campagna per diversi motivi. Innanzitutto, voleva consolidare la propria posizione politica a Roma, dimostrando le sue capacità militari e le sue ambizioni espansionistiche. In secondo luogo, voleva difendere le province romane dalla minaccia dei popoli germanici che si stavano muovendo verso sud. Infine, voleva ottenere bottini di guerra e schiavi da poter distribuire ai suoi soldati, in modo da garantirsi il loro sostegno.

La campagna si svolse in otto anni e fu caratterizzata da una serie di vittorie romane. Nel 58 a.C., Cesare sconfisse gli Elvezi, che minacciavano di invadere la Gallia Cisalpina. Nello stesso anno, sconfisse anche i Germani che avevano attraversato il Reno per invadere la Gallia.

Nel 57 a.C., Cesare sottomise la Gallia Belgica, una regione che era abitata da popoli bellicosi e organizzati. Nel 56 a.C., dovette affrontare una rivolta dei popoli del mare, che vivevano lungo la costa atlantica della Gallia. La rivolta fu repressa con successo.

Nel 55 a.C., Cesare intraprese due campagne in Britannia, un'isola che era abitata da popoli selvaggi e poco organizzati. Le campagne furono un successo, ma non portarono alla conquista definitiva della Britannia. Nel 54 a.C., Cesare tornò in Gallia per affrontare una nuova rivolta, guidata da Vercingetorige, capo degli Arverni. La rivolta fu repressa con grande difficoltà, ma alla fine Cesare riuscì a catturare Vercingetorige e a sottomettere la Gallia.

Le campagne di Cesare in Gallia furono narrate dallo stesso Cesare nella sua opera De bello Gallico, un'opera di grande valore storico e letterario. I Commentarii sono una fonte preziosa per conoscere gli eventi della campagna e le strategie militari di Cesare. La conquista della Gallia da parte di Cesare ebbe importanti conseguenze per la storia dell'Impero Romano. Innanzitutto, estese il dominio romano a un'area vastissima, rendendolo la potenza dominante dell'Europa occidentale. In secondo luogo, diede a Cesare un potere e una fama senza precedenti, che lo portarono a diventare il dittatore di Roma e, infine, l'imperatore.

Le imprese militari di Cesare sono ancora oggi oggetto di studio e ammirazione. Sono un esempio di abilità strategica, coraggio e leadership.

Cesare scrittore

De bello Gallico

L'opera fu composta nell'inverno del 52-51 a.C. e pubblicata nel 51 a.C. L'opera è un resoconto in otto libri delle campagne militari condotte da Cesare in Gallia tra il 58 e il 52 a.C.

L'opera è scritta in uno stile semplice e chiaro, con un linguaggio conciso e diretto. Cesare descrive le sue campagne con un'attenzione particolare ai dettagli, fornendo informazioni sulla geografia, la storia e la cultura delle popolazioni galliche. L'opera è anche ricca di dettagli tecnici, come le tattiche militari che Cesare stesso utilizzò.

De bello Civili

Il De bello civili è un'opera di Gaio Giulio Cesare composta da tre libri che narrano gli avvenimenti riguardanti la guerra civile degli anni 49-48 a.C.

La guerra civile scoppiò quando Cesare, dopo aver attraversato il Rubicone, si dichiarò nemico della Repubblica Romana. Pompeo, che era il console in carica, e i suoi alleati si schierarono contro Cesare. Nel primo libro del De bello civili, Cesare narra il suo passaggio del Rubicone e le sue prime vittorie contro i pompeiani. Nel secondo libro, narra la sua campagna in Italia, che lo portò alla conquista di Roma. Nel terzo libro, narra la sua vittoria nella battaglia di Farsalo, che segnò la fine della guerra civile. Questa è un'opera di grande valore storico e letterario. È una fonte preziosa per conoscere gli eventi della guerra civile e le strategie militari di Cesare.

L'opera è scritta in terza persona, con un linguaggio semplice e diretto. Cesare si presenta come un comandante capace e un leader carismatico. Le sue vittorie sono attribuite alla sua abilità militare e alla sua determinazione, mentre le sconfitte dei pompeiani sono attribuite alla loro incompetenza e alla loro mancanza di unità. Il De bello civili è anche un'opera di propaganda. Cesare vuole presentare la guerra civile come una lotta per la libertà e la democrazia, contro un senato corrotto e oligarchico. L'opera è quindi destinata a un pubblico romano, che Cesare vuole convincere della sua legittimità e del suo diritto di governare Roma.

Il De bello civili è un'opera importante per comprendere la figura di Giulio Cesare e il suo ruolo nella storia di Roma. È un'opera che ha influenzato la letteratura e la cultura occidentale, ed è ancora oggi studiata e ammirata.

Importanza di queste opere

De bello Gallico e De bello civili sono due opere fondamentali per la storia dell'Impero Romano. Il De bello Gallico è un resoconto dettagliato della conquista romana della Gallia, che fu un evento di grande importanza per l'espansione dell'impero mentre il De bello civili racconta della guerra civile che portò Cesare al potere, un evento che segnò l'inizio della fine della Repubblica Romana.

Queste due opere sono anche importanti per la storia della letteratura latina. Il De bello Gallico è un esempio di prosa latina classica, con un linguaggio semplice e chiaro che è stato studiato e ammirato per secoli. Il De bello civili è un esempio di prosa latina repubblicana, con un linguaggio più complesso e ricco di dettagli.

Influenza sulla letteratura successiva

De bello Gallico e De bello civili hanno avuto un'influenza profonda sulla cultura occidentale. Il De bello Gallico è stato tradotto in numerose lingue e ha ispirato numerosi artisti, scrittori e registi. Il De bello civili è stato utilizzato come fonte storica da numerosi autori, tra cui Plutarco, Svetonio e Appiano. Entrambi gli scritti sono ancora oggi oggetto di studio e analisi. Sono considerati opere fondamentali per la comprensione della storia dell'Impero Romano e della letteratura latina.

Riforme di Cesare a Roma

Riforme agrarie

La riforma agraria di Giulio Cesare fu una delle riforme più importanti del suo governo. Essa fu approvata nel 59 a.C., quando Cesare era console, e aveva lo scopo di risolvere il problema della povertà rurale a Roma.

Il problema della povertà rurale era un problema grave a Roma nel I secolo a.C. Molti contadini romani erano stati costretti a lasciare le loro terre a causa dell'accaparramento delle terre da parte dei grandi proprietari terrieri. Questo aveva portato a un aumento della povertà e della criminalità nelle campagne. La riforma prevedeva la redistribuzione delle terre pubbliche ai cittadini poveri. Le terre da redistribuire erano quelle che erano state occupate illegalmente dai grandi proprietari terrieri.

La riforma fu attuata da una commissione di dieci membri, nominati da Cesare. La commissione espulse dai terreni pubblici i possessori illegittimi e li redistribuì ai cittadini poveri. Questa ebbe un impatto significativo sulla società romana, infatti contribuì a ridurre la povertà rurale e a rafforzare il sostegno popolare a Cesare.

I principali obiettivi della riforma agraria di Cesare furono risolvere il problema della povertà rurale, ridistribuire la ricchezza e rafforzare il sostegno popolare a Cesare

La riforma agraria di Cesare fu una riforma controversa. I grandi proprietari terrieri erano contrari alla riforma, perché temevano di perdere le loro terre. I piccoli proprietari terrieri, invece, erano favorevoli alla riforma, perché speravano di ottenere una terra da coltivare. Questa riforma agraria fu un'importante tappa nella storia di Roma. Essa contribuì a cambiare la struttura sociale della città e a consolidare il potere di Cesare.

Riforme politiche

Cesare varò anche una serie di riforme politiche. Aumentò il numero dei senatori, in modo da includere più persone provenienti dalle province. Inoltre, riorganizzò il sistema giudiziario e militare. Queste riforme vennero varate per rafforzare il potere centrale e per ridurre l'influenza dei nobili.

Conseguenze delle riforme

Le riforme di Cesare ebbero un profondo impatto sulla società e sulla politica romana. Segnarono l'inizio della fine della Repubblica Romana e la nascita dell'Impero Romano.

Le riforme agrarie contribuirono a ridurre la povertà e la mancanza di terra tra i contadini romani. Inoltre, rafforzarono il potere di Cesare tra le masse popolari. Le riforme politiche rafforzarono il potere centrale e ridussero l'influenza dei nobili. Inoltre, contribuirono a creare un senso di unità tra i cittadini dell'Impero Romano. Le riforme sociali rafforzarono l'unità dell'Impero Romano, migliorarono la vita dei suoi cittadini e contribuirono a diffondere la cultura romana nelle province.

Congiura e morte di Cesare

La congiura

La congiura fu organizzata da un gruppo di senatori, che erano preoccupati per il crescente potere di Cesare e per la sua ambizione di diventare re.

I congiurati erano guidati da Caio Cassio Longino, un ex pompeiano che si era alleato con Cesare dopo la guerra civile. Altri congiurati importanti erano Marco Giunio Bruto, che era stato adottato da Cesare come figlio, e Decimo Bruto, che era un altro ex pompeiano. La congiura fu pianificata con cura. I congiurati decisero di assassinare Cesare durante una seduta del Senato, il 15 marzo del 44 a.C., il giorno delle Idi di marzo.

Il giorno dell'assassinio, i congiurati si riunirono nella curia pompeiana, dove si teneva la seduta del Senato. Cesare arrivò alla curia accompagnato da un piccolo seguito. Quando Cesare entrò nella curia, i congiurati lo circondarono e lo colpirono a morte con i loro pugnali. Cesare fu ucciso da 23 pugnalate, e morì sul colpo. L'assassinio di Cesare fu un evento traumatico per Roma. Esso segnò la fine della Repubblica romana e l'inizio dell'Impero romano.

La morte di Cesare portò a una guerra civile tra i sostenitori di Cesare e i congiurati. La guerra civile fu vinta da Ottaviano, nipote di Cesare. Ottaviano divenne il primo imperatore romano e inaugurò l'era dell'Impero Romano. La morte di Giulio Cesare è ancora oggi un evento controverso. Alcuni storici la considerano un atto di patriottismo, mentre altri la considerano un atto di tradimento.