Avanguardie storiche

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Le avanguardie storiche sono movimenti artistici sorti all’inizio del XX secolo, caratterizzati dall’opposizione alla cultura accademica e dalla sperimentazione di nuovi linguaggi. Il termine “avanguardia”, che nel linguaggio militare indica il reparto che precede il resto dell’esercito a scopo difensivo, designa proprio il carattere innovativo delle ricerche condotte dagli artisti di tali correnti.

Storia

Il contesto storico

Le avanguardie storiche nascono nel contesto della Belle époque, periodo così denominato per la spensieratezza che lo caratterizza. Questa serenità si fonda su una fiducia nel progresso scaturita dalle innovazioni della seconda rivoluzione industriale. L’ottimismo viene però messo in discussione da molte scoperte scientifiche, specialmente da quelle della relatività e dell’inconscio, che dal positivismo tipico dell’Ottocento conducono all’irrazionalismo.

I venti di guerra

Dietro l’apparente calma della Belle époque si celano i motivi di scontro che confluiranno nello scoppio della Prima guerra mondiale. In Europa il razzismo diviene la base di una nuova mentalità nazionale che vede il proprio paese superiore agli altri, giustificando lo sfruttamento legato all’imperialismo. L’atmosfera di contrasto presente tra gli Stati europei si manifesta anche a livello sociale. La pressione dei proletari, che rappresentano la forza-lavoro della classe dominante – la borghesia – è sempre crescente: nascono partiti di massa, socialisti e di ispirazione marxista, e gli uomini ottengono il diritto di voto, potere che verrà solo successivamente esteso alle donne grazie all’impegno dei movimenti femministi guidati dalle «suffragette».

Espressionismo

L’espressionismo, sorto in Francia ma diffusosi anche in altre parti d’Europa, è stata la prima avanguardia a svilupparsi. Esso fu più un’atmosfera che un movimento vero e proprio: infatti trovò manifestazione in vari ambiti culturali oltre a quello artistico, come quelli letterario e cinematografico.

Spesso l’espressionismo artistico viene presentato come reazione all’impressionismo, perché si muove in direzione diametralmente opposta a quest’ultima corrente. Mentre infatti pittori come Monet o Renoir cercano di riprodurre più fedelmente possibile l’immagine della retina sulla tela, gli espressionisti non rappresentano ciò che si trova all’esterno, bensì esteriorizzano contenuti interiori, cioè tentano di dare forma alla propria soggettività.

I caratteri generali

L’espressionismo presenta molte caratteristiche comuni, nonostante i paesi in cui si sviluppi presentino alcune peculiarità.

Questa corrente è dominata dall’antinaturalismo – che si manifesta nella scelta dei colori, frequentemente contrastanti – e dal primitivismo, ossia la tendenza a cercare le origini, conseguenza della bruttezza del mondo di inizio Novecento. Alla base dell’espressionismo si trova poi la stilizzazione, espressa nei quadri dal rifiuto della prospettiva, del chiaroscuro e del disegno. L’assenza della linea di contorno conduce alla deformazione delle figure, e quindi alla manifestazione dell’incertezza che ogni artista ha dentro di sé.

Espressionismo francese

Gli artisti espressionisti in Francia costituirono un gruppo denominato fauves, termine derivato dalle parole «Mais c’est Donatello parmi les fauves!» (“Ma è Donatello tra le belve!”). Si dice che la frase in questione sia stata gridata dal critico francese Louis Vauxcelles al Salon d’Automne di Parigi del 1905 dopo aver visto una sala con una serie di dipinti espressionisti intorno a delle statue di stile neorinascimentale.