Pattinaggio di figura su ghiaccio
Il pattinaggio di figura su ghiaccio è una tra le varie discipline sportive del pattinaggio su ghiaccio. In questo sport ogni atleta è tenuto ad eseguire a ritmo di musica una serie di elementi tecnici, quali salti, trottole e passi, all'interno di un programma di gara. Come dimostrano i parametri di giudizio utilizzati dai giudici, il pattinaggio di figura non è però solo una disciplina tecnica ma è anche eleganza e precisione.
Attrezzatura e abbigliamento
Pattini
Il pattinaggio di figura utilizza uno specifico modello di pattini da ghiaccio, denominato stivaletto da pattinaggio artistico, dotato di una calzatura fasciante, con un livello di rigidità che consente sia di sostenere la caviglia durante le spinte e gli atterraggi dei salti che di facilitare un movimento morbido e fluido. Tale stivaletto è realizzato in cuoio, pelle sintetica o kevlar. [1]
Sotto la suola della calzatura viene montata la lama, che è più corta rispetto a quella presente nei pattini da velocità e sporgente posteriormente oltre il tacco dello stivaletto. Inoltre presenta una sagomatura convessa che da maggiore dinamicità dei movimenti e che permette una più ampia gamma di direzioni ma che allo stesso tempo riduce l’attrito con la superficie ghiacciata. Nella parte anteriore della lama è poi presente una zona seghettata che permettere di avere maggiore presa durante l'esecuzione dei salti: grazie alle punte dentate della lama, l'atleta riesce infatti ad arrestare il pattino immediatamente e ad eseguire il salto con il solo aiuto di una leggera spinta. Tutte le lame infine presentano una scannellatura centrale che porta alla formazione di due spigoli detti fili, posti uno all'esterno e uno all'interno della lama, grazie ai quali il pattino aderisce al ghiaccio.[2]
In commercio esistono però molti modelli diversi di pattini che si differenziano in base al materiale utilizzato, all’altezza del tacco, alla rigidità dei supporti per la caviglia e al prezzo. Inoltre ogni atleta deve individuare il modello più adatto per la sua corporatura e per il suo livello tecnico: ai principianti sono consigliati modelli morbidi che li facilitino nell’apprendimento dei movimenti base mentre ai professionisti sono consigliati pattini dotati di stivaletto più rigido in grado di sostenere maggiormente la caviglia. Un’altra tipologia di pattino da ghiaccio, noleggiata principalmente presso le strutture delle piste da coloro che vogliono imparare senza impegno a pattinare, è dotata di uno stivaletto in plastica imbottito all'interno e di una lama medio lunga.[3]
Abbigliamento
Per quanto riguarda l’abbigliamento non vi è una regola ben precisa da seguire; sono comunque consigliati capi confortevoli e comodi ma allo stesso tempo elastici ed idonei all’esecuzione di ampi movimenti. Inoltre è fondamentale vestirsi a strati in modo tale da poter gestire al meglio i cambi di temperatura del proprio corpo.
Durante gli allenamenti all’interno dei palazzetti sportivi, l’abbigliamento più usato è composto da una tuta termica elasticizzata e aderente e da pantaloni leggeri ma impermeabili, da indossare sopra la calzamaglia per non rischiare di bagnarsi a seguito di cadute. Sono fondamentali poi i guanti come protezione sia dal freddo che dal rischio di infortunio poiché le mani sono la prima parte del corpo che istintivamente si appoggia a terra in caso di cadute.
Soprattutto per coloro che sono alle prime armi, è suggerito infine l’utilizzo di parapolsi, gomitiere e ginocchiere, come quelle previste per lo sci o per lo snowboard.[4]
Body di gara
Il body da pattinaggio artistico è l’indumento principale indossato dai pattinatori e dalle pattinatrici che si cimentano nella gare. Solitamente le donne indossano un abito corto definito tutù mentre gli uomini indossano la tuta o un completo composto da pantalone lungo e maglia aderente. Si tratta anche in questo caso di un capo tecnico progettato per garantire un’ampia libertà di movimento e che deve conformarsi alle norme del regolamento internazionale che impone alle donne di indossare un gonnellino e agli uomini di coprire le braccia e di non lasciare il torace troppo scoperto.
Il body per il pattinaggio artistico è realizzato in tessuto aderente, elasticizzato, leggero e traspirante. Il materiale più impiegato è la lycra, anche se sono presenti in commercio body dei più diversi tessuti, tra i quali il velluto. I modelli di body per pattinaggio artistico si differenziano anche per il design e i colori e per la diversa disposizione di strass, pietre e applicazioni di ogni genere utilizzati per creare un maggiore effetto scenico e scelti soprattutto in base alla musica scelta. Tuttavia, è sconsigliato l’uso eccessivo di decorazioni che andrebbero ad appesantire l’abito e che potrebbero staccarsi durante l’esecuzione. Inoltre sono di maggior effetto i modelli a manica lunga in quanto sottolineano i movimenti delle braccia e sono sconsigliati i gonnellini lunghi e stretti, rispetto a quelli corti e svolazzanti, poiché potrebbero intralciare l’azione di pattinaggio e rendere difficile l’esecuzione dei salti e delle figure.[5][6]
Origini
Il pattinaggio è nato originariamente per motivi di necessità come modo per potersi spostare più velocemente da una parte all’altra del territorio, specialmente nei periodi più freddi.
In Olanda già nel Quattrocento era molto diffuso l'utilizzo dei pattini come mezzo per spostarsi sui canali ghiacciati e fu proprio in questo periodo che nacque il pattinaggio di velocità. L'Olanda è però considerata anche la patria del pattinaggio artistico perché fu in questo luogo che venne inventata la lama metallica con due fili e perché furono le classi aristocratiche a interessarsi al pattinaggio inteso come forma d'arte e a sperimentare pose eleganti e armoniose. A testimoniare la presenza in Olanda del pattinaggio come sport nazionale è l'opera Vita alme virginis Lijdwine di Johannem Brugman nella quale viene narrata la storia di Liduina di Schiedam, una santa rimasta paralizzata a causa di una caduta sui pattini, eletta per questo motivo patrona dei pattinatori. Nel 1572 venne combattuta la “battaglia del fiume” fra spagnoli e olandesi e fu proprio la capacità di pattinare e di muoversi velocemente su superfici ghiacciate di questi ultimi che li aiutò a vincere questo scontro.
Il pattinaggio fu introdotto poi nelle corti inglesi grazie a James Stuart, figlio di Carlo I, il quale si appassionò a questa disciplina durante il suo esilio nei Paesi Bassi, e grazie a suo fratello Carlo II, il quale importò i pattini nel Regno Unito e in seguito in tutto il mondo. Il pattinaggio artistico moderno nacque a tutti gli effetti in Gran Bretagna quando Robert Jones scrisse il primo trattato tecnico sull’argomento.
Dall'Inghilterra il pattinaggio si diffuse anche in Germania ma soprattutto in Francia dove divenne uno dei principali passatempi della corte e della stessa Maria Antonietta. I francesi rivedevano in questo sport una forma d’arte e spettacolo; Garcin, membro della compagnia di artisti sul ghiaccio Gilet Rouge, nel 1813 pubblicò un altro trattato sul pattinaggio intitolato le vrai patineur, nel quale sottolinea l'importanza della componente espressiva.
Nel frattempo questo sport si diffuse velocemente anche in America, dove era stato introdotto nella prima metà del Settecento dai soldati inglesi, tanto che in soli cinquant’anni veniva già praticato da gran parte della popolazione. Nella seconda metà dell'Ottocento in Europa si affermarono la scuola inglese e quella viennese, molto diverse tra loro poiché la prima era più interessata all'aspetto tecnico di questo sport mentre la seconda, essendo aperta all'arte, alla musica e alla danza, si dedicava maggiormente al lato artistico ed interpretativo. Questa distinzione rimase netta fino al 1940 circa quando venne trovata una mediazione fra le due scuole e vennero quindi definite le posizioni e lo stile di quello che poi è diventato il pattinaggio moderno.[7][8]
Nel 1891 vennero organizzati ad Amburgo i primi campionati europei di pattinaggio artistico maschile. Nel 1892 in Olanda, a seguito di un congresso internazionale, fu fondata l'attuale International skating Union (ISU). Nel 1896 si realizzò il campionato mondiale maschile a San Pietroburgo mentre quello femminile fu organizzato a Davos nel 1906. Il pattinaggio artistico sul ghiaccio venne introdotto nei Giochi Invernali nel 1924 anche se aveva già esordito come sport olimpionico ai Giochi Olimpici estivi di Londra nel 1908, durante i quali vennero disputate quattro prove di pattinaggio artistico.
Parallelamente questa disciplina prese piede anche in Italia e i primi campionati italiani si tennero nel 1914 in provincia di Varese.[9] La Federazione Italiana Sport per il Ghiaccio (Fisg) è nata infine a Milano nel settembre del 1926 a seguito della fusione della Federazione Italiana di Pattinaggio (Fipg), della Federazione Italiana di Hockey sul ghiaccio (Fihg) e del Bob Club d'Italia, fondate in precedenza.[10]
Gli elementi tecnici
Gli elementi tecnici o “difficoltà” che l’atleta esegue in questa disciplina sono tre: i salti, le piroette e le sequenze di passi o elementi di transizione.
Salti
I salti sono gli elementi tecnici più complessi del pattinaggio artistico in quanto per eseguirli correttamente e con una buona tecnica servono molti anni di allenamento. In tutti i salti il corpo del pattinatore è eretto e perpendicolare al ghiaccio e, ad eccezione dei mancini, la rotazione è eseguita in senso orario.
I salti eseguiti normalmente nel pattinaggio di figura sono, in ordine di difficoltà crescente:
- Toe-loop
- Salchow
- Flip
- Lutz
- Rittberger (o loop)
- Axel
Tutti questi presentano la stessa posizione durante la rotazione in volo e al momento dell'atterraggio e si differenziano quindi in base alle mosse eseguite durante la partenza. Essi possono essere inoltre classificati sia in base al numero di rotazioni (semplici, doppi, tripli, quadrupli) che in base al fatto di essere salti puntati (nello stacco del salto si usa la punta della lama del piede libero per staccarsi da terra) o spinti direttamente dalla lama della gamba a terra. L'unico salto che rappresenta un’eccezione è l’Axel poiché in primo luogo viene effettuato partendo dall’avanti e in secondo luogo perché presenta una mezza rotazione in più rispetto agli altri; si parla quindi di Axel semplice quando viene compiuta una rotazione di 540°.
I salti possono poi essere eseguiti in combinazione o sequenza: nel primo caso il piede col quale si atterra nel primo salto è lo stesso di quello di partenza del salto successivo e non si possono quindi inserire passi o elementi di connessione tra i salti mentre nel secondo caso questo è possibile.
In tutti i salti si susseguono quattro fasi:
- preparazione: il pattinatore pattina lungo una curva e si prepara per eseguire le mosse successive, diverse per ogni salto, che gli consentiranno di mettersi nella posizione di partenza
- partenza: il pattinatore sposta il suo baricentro in avanti andando a schiacciare sulla punta della lama, la quale costituisce il perno su cui appoggiarsi per staccare il salto. In questa fase inoltre il pattinatore esegue all'incirca i primi 45-60º della rotazione totale poiché è impossibile ruotare partendo da una linea retta. Fanno eccezione i cosiddetti salti puntati, dove la rotazione completa inizia a seguito della puntata, ovvero l'azione di colpire il ghiaccio con la lama per acquisire la forza per sollevarsi da terra.
- rotazione in volo: il pattinatore deve chiudere le braccia a circa dieci centimetri dal corpo in posizione “di preghiera” (con i gomiti rivolti verso il basso), incrociare la gamba sinistra sulla destra e tenere i piedi vicini l'uno con l'altro
- atterraggio: prima di tutto è necessario aprire le braccia e la gamba libera in modo tale da interrompere la rotazione e in seguito si atterra sul filo esterno indietro della gamba destra piegata mentre l'altra gamba deve essere stesa indietro e con la punta stesa verso il basso. [11]
Piroette o trottole
Le piroette, denominate anche “trottole”, sono elementi tecnici nei quali il pattinatore ruota attorno al proprio asse verticale. Una trottola è considerata corretta tecnicamente se è eseguita velocemente e se è centrata, ovvero nel caso in cui l’asse di rotazione rimanere invariato. Inoltre più la posizione assunta è elegante più la piroetta acquisisce valore. Dal punto di vista pratico, per eseguire questi elementi il pattinatore deve ruotare poggiando il peso sul filo interno indietro nelle trottole avanti e sul filo esterno indietro in quelle indietro disegnando così dei piccoli cerchi sul ghiaccio. Una piroetta è considerata di maggior valore se i cerchi sono di uguali fra di loro e se sono sovrapponibili l’uno sull’altro.
Ogni piroetta può essere eseguita alta, bassa o ad angelo. Nella piroetta alta il pattinatore ruota attorno al proprio asse, in quella bassa la gamba a terra è piegata in modo tale da formare un angolo di novanta gradi mentre in quella ad angelo il busto è parallelo alla superficie ghiacciata e la gamba a terra e quella libera sono perpendicolari l’una rispetto all’altra. Anche le piroette, come i salti, possono essere eseguite in combinazione sullo stesso piede o con un cambio di piede.
Infine in una classificazione a parte si trovano le piroette saltate ovvero trottole con cambio di piede nelle quali però il pattinatore, invece di appoggiare a terra il piede, fa un salto per passare da un piede all’altro in modo tale che il salto stesso costituisca l’inizio della piroetta successiva.[12][13]
Sequenza di passi
In base all’inclinazione del corpo, il pattinatore disegna degli archi di cerchio più di meno profondi sul ghiaccio. Inoltre il pattinatore può assecondare la spinta rotatoria e ruotare o si può opporre a questa spinta continuando a pattinare in curva. In totale esistono quattro tipi di archi in quanto questi ultimi possono essere interni o esterni e possono essere eseguiti in avanti o all'indietro.[14]
Per girarsi invece davanti all'indietro o viceversa il pattinatore esegue alcune figure, dette anche becchi, le quali si distinguono in due categorie: appartengono alla prima i becchi mediante i quali il pattinatore si gira rimanendo sullo stesso piede mentre alla seconda appartengono quelli che consentono al pattinatore di girarsi cambiando piede. Appartengono alla prima categoria il tre, il controtre, la vende o volta e la controvende o controvolta. Ogni becco può essere però eseguito sia sul filo esterno che su quello interno e può essere realizzato dall’avanti o dall’indietro in base alla curva di entrata. In totale quindi esistono 16 tipi diversi di becchi per ogni piede. Appartengono alla seconda categoria invece il Mohawk e il Choctaw.[15]
Appartengono ad un'altra categoria chiamata Body movements tutti i movimenti coreografici di braccia, busto, testa e gamba libera, nei quali il pattinatore deve modificare l'equilibrio del corpo durante almeno tre momenti di tutta la sequenza e nei quali almeno due parti del corpo devono essere coinvolte.[16]
Il tre, il controtre e il Mohawk si eseguono pattinando su un solo cerchio poiché l’arco di preparazione e quello di uscita si tracciano su di esso. Nella vende, nella controverde e nel Choctaw gli archi presi in considerazione sono due in quanto quello di entrata del becco si esegue su un cerchio mentre l'arco di uscita si esegue su un altro cerchio tangente al primo e con lo stesso asse longitudinale. Il tre e il controtre sono due passi molto simili nell'esecuzione in quanto in entrambi girandosi il pattinatore cambia filo (si passa dall'esterno avanti all'interno indietro o dall'esterno indietro all'interno avanti) ma differiscono nel fatto che nel primo caso la punta del pattino guarda il centro del cerchio immaginario su cui si sta pattinando mentre nel controtre la punta guarda verso l'esterno del cerchio. La stessa cosa accade anche nella vende e nella controvende poiché nel primo caso la punta guarda verso l'interno mentre nel secondo guarda l'esterno ma in questo caso girandosi il pattinatore rimane sullo stesso filo (si passa dal filo esterno avanti a quello esterno indietro o dal filo interno indietro a quello interno avanti).[17]
Infine il Mohawk e il Choctaw sono due passi simili fra loro in quanto entrambi si utilizzano per girarsi davanti all'indietro o viceversa utilizzando entrambe le gambe. L'unica differenza è che nel primo caso, nonostante ci sia un cambio di piede, il filo di entrata e quello di uscita sono uguali mentre nel secondo caso si cambia contemporaneamente piede e filo. Per entrambi gli elementi tecnici esistono però sia l'esecuzione aperta che l'esecuzione chiusa del passo stesso. Nei Mohawk chiusi l'entrata del passo guarda il centro del cerchio di entrata mentre in quelli aperti il contrario; nel primo caso il passo ha quindi il disegno di un tre mentre nel secondo caso di un controtre. Nei Choctaw chiusi l'entrata del passo guarda il centro del cerchio di entrata mentre in quelli aperti il contrario; nel primo caso il passo assume quindi il disegno di una vende mentre nel secondo caso di una controvende.[18][19]
In conclusione quindi i passi sono un insieme di elementi tecnici che fungono da collante fra i salti e le trottole presenti nel programma di gara ma possono anche essere eseguiti all’interno di una sequenza di passi o elementi di transizione che, come indica il nome, rappresenta la successione di una varietà di passi e rotazioni sul ghiaccio. Quest’ultima può essere eseguita su una linea retta (da un capo all’altro della pista), in cerchio o in una serpentina (l’insieme dei passi traccia una forma di S).[20]
La gara
Durante una gara di pattinaggio la giuria è tenuta a esaminare e giudicare la performance degli atleti in base a parametri tecnici e artistici. Ogni pattinatore si presenta in gara con un proprio programma eseguito a ritmo di musica e formato dai vari elementi tecnici collegati fra loro da passi, posizioni e da un pattinaggio di buon livello.[21]
La componente artistica e la danza differenziano questa disciplina da tutti gli altri sport. Di fatto la componente atletica e quella agonistica caratterizzano l'aspetto più sportivo del pattinaggio mentre la parte artistica e musicale rende questo sport più creativo e spettacolare: il pattinatore non è tenuto solamente ad eseguire dei salti, delle piroette o dei passi, più o meno difficili, ma deve anche riuscire ad eseguire il tutto in un insieme finito, in una coreografia compatta e coesa, che deve risultare quindi come un balletto che prende vita direttamente dalla musica. Il pattinatore non deve solamente concentrarsi sulla potenza e sulla tecnica ma deve anche essere originale, avere una grande capacità espressiva e deve essere aggraziato, elegante e in armonia con la musica. Il pattinaggio è quindi uno sport che permette all’atleta di essere attore e protagonista della scena e che consente alla persona di esprimere appieno la propria creatività attraverso il movimento.[22]
Gli atleti che partecipano ad una determinata gara vengono suddivisi sia in base all'anno di nascita che in base alla categoria di appartenenza scelta in relazione agli elementi tecnici da eseguire. Le categorie si dividono in debuttanti e professionisti. Ogni competizione di pattinaggio artistico si suddivide poi in programma corto e programma libero.[23]
Il programma corto è il primo ad essere eseguito e in base alle regole dell'International Skating Union non può durare più di due minuti e 40 secondi. In questa fase l'atleta deve eseguire 8 elementi obbligatori e se la loro esecuzione non è corretta va incontro ad una penalità o decurtazione di punti. Nel pattinaggio individuale gli elementi da eseguire sono due salti diversi fra loro, uno dei quali deve essere preceduto da una serie di passi, una combinazione di due salti, tre diverse piroette, di cui una deve essere saltata e una deve essere combinata, e due diverse sequenze di passi. Inoltre una tra le figure obbligatorie è un doppio o un triplo Axel. Al termine di questa gara i 24 atleti con il punteggio più alto proseguono eseguendo il programma libero.[24][25]
Il programma libero, chiamato anche programma lungo, presenta una durata di 4 minuti per le donne e 4 minuti e 30 secondi per gli uomini, anche se possono essere aggiunti o tolti 10 secondi in base alle necessità. In questo programma l’atleta è quasi libero di inserire gli elementi che più gli si addicono in quanto, nel corso degli anni, il Regolamento Tecnico è diventato sempre più rigido e preciso. La disposizione degli elementi tecnici all'interno del programma è libera ma in base ad ogni categoria è prevista l’esecuzione massima e minima di alcuni di essi. Inoltre gli atleti e i loro allenatori devono tenere di conto del fatto che gli elementi inseriti nella seconda metà del programma saranno giudicati di maggior valore poiché eseguiti con maggior difficoltà dall’atleta più affaticato rispetto all’inizio. A tali esercizi verrà quindi assegnato un punteggio più elevato del 10% rispetto a quello base.[26][27]
Note
- ↑ Pattini da ghiaccio artistico, «Sullaneve»; Pattini da ghiaccio, «Sullaneve».
- ↑ Paolo Pizzocari e Roberto Ghetti (a cura di), Pattinaggio artistico e danza sul ghiaccio, p. 54.
- ↑ Pattini da ghiaccio artistico, «Sullaneve»; Pattini da ghiaccio, «Sullaneve».
- ↑ Abbigliamento pattinaggio sul ghiaccio, «Sullaneve».
- ↑ Body pattinaggio artistico, «Sullaneve».
- ↑ Paolo Pizzocari e Roberto Ghetti (a cura di), Pattinaggio artistico e danza sul ghiaccio, p. 59.
- ↑ Paolo Pizzocari e Roberto Ghetti (a cura di), Pattinaggio artistico e danza sul ghiaccio, pp. 1-11.
- ↑ Alessandro Capriotti, Pattinaggio, Enciclopedia per ragazzi, 2009; Pattinaggio sul ghiaccio: tra arte e velocità, Technogym.com.
- ↑ Pattinaggio di figura, guidaolimpiadi.it.
- ↑ Paolo Pizzocari e Roberto Ghetti (a cura di), Pattinaggio artistico e danza sul ghiaccio, p. 39.
- ↑ Paolo Pizzocari e Roberto Ghetti (a cura di), Pattinaggio artistico e danza sul ghiaccio, pp. 108-115.
- ↑ Paolo Pizzocari e Roberto Ghetti (a cura di), Pattinaggio artistico e danza sul ghiaccio, pp. 128-132.
- ↑ Redazione Digital, Pattinaggio artistico su ghiaccio, non uno sport da dilettanti.
- ↑ Paolo Pizzocari e Roberto Ghetti (a cura di), Pattinaggio artistico e danza sul ghiaccio, pp. 71-72.
- ↑ Paolo Pizzocari e Roberto Ghetti (a cura di), Pattinaggio artistico e danza sul ghiaccio, p. 79.
- ↑ World Skate Artistic Technical Commission, Regolamento per pattinaggio artistico, Fisr, 2019, p. 20.
- ↑ Paolo Pizzocari e Roberto Ghetti (a cura di), Pattinaggio artistico e danza sul ghiaccio, pp. 79-80.
- ↑ Paolo Pizzocari e Roberto Ghetti (a cura di), Pattinaggio artistico e danza sul ghiaccio, p. 92.
- ↑ Paolo Pizzocari e Roberto Ghetti (a cura di), Pattinaggio artistico e danza sul ghiaccio, p. 95.
- ↑ World Skate Artistic Technical Commission, Regolamento per pattinaggio artistico, Fisr, 2019, p. 5.
- ↑ Paolo Pizzocari e Roberto Ghetti (a cura di), Pattinaggio artistico e danza sul ghiaccio, p. 210.
- ↑ Paolo Pizzocari e Roberto Ghetti (a cura di), Pattinaggio artistico e danza sul ghiaccio, pp. XI-XII.
- ↑ Pattinaggio sul ghiaccio: tra arte e velocità, Technogym.com.
- ↑ Paolo Pizzocari e Roberto Ghetti (a cura di), Pattinaggio artistico e danza sul ghiaccio, pp. 215-216.
- ↑ Pattinaggio sul ghiaccio: tra arte e velocità, Technogym.com.
- ↑ Paolo Pizzocari e Roberto Ghetti (a cura di), Pattinaggio artistico e danza sul ghiaccio, pp. 212-213.
- ↑ Pattinaggio sul ghiaccio: tra arte e velocità, Technogym.com.
Bibliografia
- Paolo Pizzocari e Roberto Ghetti (a cura di), Pattinaggio artistico e danza sul ghiaccio, Milano, Sperling & Kupfer Editori, 2001.
- Alessandro Capriotti, Pattinaggio, Enciclopedia per ragazzi, 2009.
- Pattinaggio sul ghiaccio: tra arte e velocità, Technogym.com
- Pattinaggio di figura, guidaolimpiadi.it
- Redazione Digital, Pattinaggio artistico su ghiaccio, non uno sport da dilettanti, Elle, 05/05/2022
- Pattini da ghiaccio artistico, «Sullaneve»
- Pattini da ghiaccio, «Sullaneve»
- Body pattinaggio artistico, «Sullaneve»
- Abbigliamento pattinaggio sul ghiaccio, «Sullaneve»
- World Skate Artistic Technical Commission, Regolamento per pattinaggio artistico, Fisr, 2019