Street art
La Street Art (o arte di strada) è una forma di arte moderna diffusa principalmente negli spazi pubblici, come muri di edifici, strade, marciapiedi e altri supporti urbani. Dotata di un valore estetico e sociale, può assumere varie forme, tra cui graffiti, murales, stencil, poster e adesivi, contribuendo ad arricchire l'ambiente urbano con la sua diversità e originalità.
La storia
Le radici della street art
Le prime forme di utilizzo artistico-espressivo dei muri risalgono a migliaia di anni fa, in particolare a raffigurazioni rinvenute nei siti rupestri più noti, come quello spagnolo di Altamira o quelli francesi di Lascaux, Chauvet e Pech-Merle. L’arte rupestre, che caratterizzava le pareti delle caverne, rifugio e focolare delle popolazioni di cacciatori all’origine della storia dell’uomo, era realizzata in due modi: per incisione tramite pietre o ossa (da cui il nome “graffiti”), oppure tramite pittura, basata principalmente su due colori: il nero, ricavato di solito dal carbone (di legno e più raramente d’osso) e l’ocra, derivato dall’argilla. Con la nascita delle prime civiltà, i muri di case e palazzi divennero il luogo naturale per esprimere la vita e la morte: dalle tombe dei faraoni alle catacombe paleocristiane caratterizzate da interventi artistici parietali. Tra le scritte murali dell’antichità troviamo anche versi d’amore, come ad esempio le scritte rinvenute a Pompei, dove troviamo anche frasi volgari dedicate a un’ampia platea di persone, dai politici alle prostitute; non certo diverse da quelle che ancora oggi capita di trovare per strada. Ci sono poi scritte a carattere commerciale, di propaganda politica, attestazioni di divieti e obblighi, ma anche semplici promemoria di vita quotidiana.
Il primo Novecento
Nel corso degli anni Venti e Trenta si sviluppa il Muralismo internazionale in America Latina e in Europa. Il Muralismo messicano ebbe più seguito nei decenni successivi e prese avvio a causa della rivoluzione guidata da figure come Pancho Villa, Emiliano Zapata e Francisco Madero, che portò nel 1910 alla fine della dittatura del generale Porfirio Díaz. I moti rivoluzionari portarono alla necessità di un’arte pubblica, che mettesse al centro il popolo e le sue tradizioni. Le prime espressioni del Muralismo messicano, i cui protagonisti furono Siquieros, Clemente Orozco e Diego Rivera, risalgono al 1922. In Europa, le nazioni che si distinguono negli anni Venti e Trenta nel campo della pittura murale sono la Francia e l’Italia. In Francia, a partire dal 1935, si tenne il Salon de l’Art Mural in cui vennero esposti mosaici e pannelli decorati, mentre l’Italia diede il contributo maggiore all’arte murale europea in particolare attraverso due contesti espositivi, da una parte la “Mostra della rivoluzione fascista” (1932) e dall’altra la V Triennale di Milano (1933), all’interno della quale si tenne una prima manifestazione di pittura murale pubblica. Negli anni Trenta, emerse il concetto di "plastica murale" futurista, al centro di una mostra promossa nel 1934 promossa da figure come Marinetti, Fillia, Prampolini e De Filippis. Questa forma d'arte superò gli affreschi e le tradizionali pitture murali, abbracciando una vasta gamma di possibilità espressive e illustrative mediante l'utilizzo di tutti i materiali e di tutte le tecniche disponibili.