Elon Musk

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Elon Musk è un imprenditore sudafricano naturalizzato statunitense.

È noto per essere il fondatore dell’azienda spaziale SpaceX, CEO della casa automobilistica Tesla e per ricoprire il ruolo di presidente esecutivo e direttore tecnico di Twitter.


Vita[modifica]

Elon Musk è nato a Pretoria, in Sudafrica, il 28 giugno 1971, da Maye Haldeman e Errol Musk. È il più grande di tre fratelli; gli altri due sono Kimbal, nato nel 1972, e Tosca, nata nel 1974. Trascorse la sua infanzia in Sudafrica, quando era in vigore il sistema politico dell'apartheid, e visse in un contesto sociale in cui la violenza e il bullismo erano considerati la normalità. [1] Musk riusciva a ricordare informazioni di natura tecnica con facilità e la madre decise di mandarlo a scuola un anno prima. A scuola però subì atti di bullismo.

Nel 1982 acquistò un computer, con il quale imparò a programmare in BASIC in tre giorni. Nel tempo libero si dedicava alla lettura di narrativa, saggistica e alla costruzione di piccoli razzi, iniziando anche alcuni piccoli progetti imprenditoriali insieme ai cugini. Nel 1984 unì la sua passione per la programmazione con quella dei videogiochi. Creò anche un videogioco, chiamato “Blastar”, per il quale venne pagato 500 dollari dalla rivista africana PC and Office Technology, che voleva pubblicare il codice sorgente. [2]

Nel 1989 si trasferì in Canada, a Toronto, e nel 1990 si iscrisse alla Queen’s University e cominciò a guadagnare denaro riparando computer o costruendoli su ordinazione. Ottenne un tirocinio alla Banca della Nuova Scozia, dove gli venne affidato il compito di analizzare il portafoglio del debito della banca con il Terzo Mondo, per vedere quale valore vi si potesse trovare in seguito ad alcune insolvenze del debito sudamericano.

Nel 1992 si iscrisse al terzo anno all'Università della Pennsylvania, che gli offrì una borsa di studio, e nel 1995 si laureò con una doppia laurea di primo livello in Economia e in Fisica.

In questo periodo Musk iniziò anche a riflettere sulle cose che avevano un’influenza concreta per l'umanità, ponendo l’attenzione su internet, l’energia sostenibile e il volo spaziale. [3]

Vita privata[modifica]

Elon Musk ha dichiarato di avere 10 figli perché ritiene che un declino dei tassi di natalità possa rappresentare una minaccia per la specie umana.

Nel 2004, Musk e la prima moglie Justine Wilson hanno avuto due gemelli, Xavier e Griffin, e nel 2006 tre gemelli, Saxon, Damian e Kai. La coppia ha divorziato nel 2008.

Nel 2010 Musk si è sposa con la modella Talulah Riley, da cui ha divorziato nel 2015.

Per pochi mesi si è fidanzato con Amber Heard, non accettata dai suoi amici e famigliari che la definivano tossica.

Tra i 2017 e il 2018 Musk inizia un periodo molto difficile in cui alterna momenti di depressione ed energia maniacale. Musk inizia in questo periodo a considerarsi bipolare, ma rifiuta di farsi aiutare.

Nel 2018 ha inizia a frequentare la musicista Claire Boucher, in arte Grimes. Nel 2020 è nato il loro primo figlio, conosciuto come X, una lettera di riferimento per Elon Musk, sia per aziende che per i figli. Successivamente i due hanno avuto anche una femmina. Nel 2021 Musk si è separato da Grimes, rimanendo in rapporti amichevoli.

Nel 2021 Musk è diventato padre di due gemelli, partoriti dall’amica e collega Shivon Zilis che, non essendo sposata, ha deciso di soddisfare il suo “forte desiderio di maternità” usando la tecnica della fecondazione in vitro. Musk si era proposto come donatore, in modo che i figli fossero geneticamente suoi. [4]

Nel settembre 2023 è stato rivelato che Musk e Grimes hanno avuto un terzo figlio, Tau Techno Mechanicus.[5]

Attività imprenditoriali[modifica]

Zip 2[modifica]

All'inizio del 1995, Musk e il fratello Kimbal decisero di mettere online, a disposizione degli utenti, le Pagine gialle con l’elenco delle aziende, e associarle a un software di mappatura che permettesse di localizzare le varie ditte. Le aziende avrebbero dovuto pagare per essere inserite nel servizio. [6] Venne, quindi, creata la Global Link Information Network (GLIN), che successivamente cambiò il nome in Zip2.

Nel 1997 centoquaranta testate pagavano un canone d’uso del software di Zip2, da 1000 a 10.000 dollari. La società concesse in licenza il proprio software ai giornali in modo che questi potessero mettere le liste pubblicitarie a disposizione dei lettori.

Nel 1999 la Compaq Computer Corporation, che cercava di rendere il proprio motore di ricerca online più competitivo dei rivali Yahoo! e America Online, si offrì di acquistare Zip2 per 307 milioni di dollari. Musk decise di orientarsi verso altre attività: uscì dall'azienda con 22 milioni di dollari e Kimbal con 15 milioni. [7]

Da X.com a PayPal[modifica]

Nel marzo 1999 Musk decise di orientarsi verso il settore bancario e fondò X.com, investendo 12 milioni di dollari. L’obiettivo era quello di creare una società che fornisse tutto il necessario per ogni esigenza finanziaria: operazioni bancarie, acquisti digitali, conti correnti, carte di credito, investimenti e prestiti. [8]

Insieme a X.com inizò a crescere anche Confinity, di Peter Thiel e Max Levchin, che offriva un servizio di pagamento da persona a persona, denominato PayPal.

Nel 2000 i sistemi di pagamento elettronico delle due aziende furono integrati e immessi sul mercato con il marchio PayPal e Musk divenne il CEO dell'azienda.

Levchin e Thiel trovarono difficile lavorare in questa unione e decisero di nominare un nuovo CEO. Elon rimase un membro del consiglio di amministrazione, ma gli venne proibito di parlare a nome dell’impresa.

Agli inizi del 2002 PayPal si quotò in Borsa e fu acquistata da eBay per 1 miliardo e mezzo di dollari. Musk ne ottenne 250 milioni e cercò poi un chiarimento con Levchin. [9]

SpaceX[modifica]

Quando Musk si interessò all'industria spaziale, si trasferì a Los Angeles, dove erano presenti la maggior parte delle industrie del settore. La sua idea iniziale era quella di creare un'azienda che aiutasse a dare maggiori finanziamenti alla NASA per poter andare su Marte.

Musk provò a cercare un razzo a buon prezzo in Russia, senza però ottenere buoni risultati. Per questo decise di costruire da privato dei razzi in grado di lanciare satelliti e poi umani in orbita, fino a farli arrivare a Marte. Tra gli obiettivi c’era quello di rendere il volo spaziale più economico e più efficiente.

Nel marzo del 2002 Musk fondò la sua azienda spaziale, SpaceX (Space Explorations Technologies Corporation), e comprò un'area dedicata di 120 ettari di terreno, la Rocket Development and Test Facility, in Texas. [10]

Perseguendo l’obiettivo di diminuire i costi, in qualche anno, l’azienda arrivò a produrre autonomamente il 70% dei componenti dei propri razzi.

Nel 2008, dopo varie difficoltà e tre lanci fallimentari, Musk ricevette 20 milioni di dollari per finanziare il quarto lancio del razzo Falcon 1 che, il 28 settembre 2008, passò alla storia come il primo razzo costruito da un'azienda privata a immettere un carico in orbita.

La riuscita del lancio permise l’apertura a un futuro per le imprese spaziali degli imprenditori privati. Inoltre, SpaceX ottenne un contratto da parte della NASA di 1.6 miliardi di dollari per dodici missioni, andata e ritorno, verso la Stazione Spaziale Internazionale. [11]

Per mandare il razzo alla Stazione Spaziale venne progettato il razzo Falcon 9, lanciato con successo a giugno del 2010. A meno di otto anni dalla sua fondazione e due anni dopo aver sfiorato la bancarotta, SpaceX era la principale compagnia privata di razzi al mondo.

Nel dicembre 2010 venne lanciata la Dragon, una capsula parzialmente riutilizzabile, che riuscì a compiere la sua prima missione in orbita a bordo di un Falcon 9. Successivamente le capacità della Dragon 1 vennero ampliate dalla Dragon 2 con le sue varianti: la Crew Dragon, che avrebbe portato dei passeggeri umani in orbita terrestre, e la Cargo Dragon, una versione potenziata della Dragon 1.

Alla fine del 2014 venne deciso che SpaceX avrebbe fabbricato e lanciato i propri satelliti per telecomunicazioni, per consentire collegamenti internet via satellite. Nel 2015 venne annunciata la creazione di una nuova divisione di SpaceX denominata Starlink, il cui obiettivo finale era quello di creare una costellazione di quarantamila satelliti.

Contemporaneamente, l’azienda iniziò a lavorare allo Starship, un razzo di 120 metri di altezza, equipaggiato con trentatré motori, che avrebbe potuto mandare in orbita un carico di oltre 150 tonnellate.

Nel 2019, per poter finanziare e sviluppare contemporaneamente la Starship e il sistema Starlink, SpaceX annunciò che avrebbe licenziato il 10% dei suoi 6000 dipendenti.

Nel 2020, con il razzo Falcon 9, due astronauti della NASA vennero portati alla Stazione Spaziale. Fu la prima volta che un'azienda privata mandava in orbita degli esseri umani.

Il 20 aprile 2023 si svolse il primo volo di prova del razzo Starship, che arrivò a 39 km di altezza prima che il centro di comando a terra perdesse il controllo e attivasse l'autodistruzione. [12]

Tesla[modifica]

Nel 2003 l'imprenditore Martin Eberhard e l'ingegnere informatico Marc Tarpenning fondarono una nuova società, la Tesla Motors. Nello stesso periodo, Musk decise di dedicarsi alla costruzione di auto elettriche e si rivolse alla AC Propulsion, una piccola azienda di Tom Cage e Alan Cocconi, impegnati nella costruzione della loro prima auto elettrica. La AC Propulsion acconsentì a commercializzare le loro auto per una fascia più alta di utenti, solo a patto che Musk si associasse con Eberhard e Tarpenning, che avevano avuto un’idea simile.

Musk fu nominato presidente del consiglio d'amministrazione e si occupò dei primi finanziamenti con 6,4 milioni di dollari, ma dopo alcune divergenze, in particolare con Eberhard, divenne anche il CEO.[13]

Nel 2008 iniziò un momento difficile: Tesla perdeva liquidità e i fondi erano finiti. Per questo, vennero utilizzati gli anticipi versati dai clienti per le prime macchine di Tesla, le Roadster, che non erano ancora state costruite. La situazione venne poi risolta grazie al denaro raccolto tra gli amici e i famigliari di Musk per pagare gli stipendi.

Alla fine del 2008, Musk decise di sviluppare un progetto che, in caso di successo, avrebbe portato Tesla ad aprire la strada per il futuro delle auto elettriche: la Model S. L’auto era una berlina a quattro porte tradizionale, dal costo di circa 60.000 dollari e prodotta in serie. Inoltre, l’auto avrebbe avuto un touchscreen a portata di mano del guidatore, che si rivelò essere una svolta per l’industria automobilistica, in quanto permise al guidatore di avere un controllo più facile su luci, posizione dei sedili e quasi tutto quello che c’era nell’auto.

La strategia di Musk fu quella di permettere ai progettisti responsabili della forma dell’auto e agli ingegneri di lavorare insieme per “creare dei progettisti che pensavano come ingegneri e ingegneri che pensavano come progettisti”.

Nel 2012, dalla catena di montaggio in Fremont, uscirono i primi esemplari di Model S e, alla fine dello stesso anno, la rivista «Motor Trend Magazine» scelse l’auto come la sua automobile dell’anno.

Nell'aprile 2013 venne annunciata la nascita di una nuova parte di Tesla, la Tesla Energy, che si sarebbe concentrata sul mercato della fornitura di batterie sviluppando due principali sistemi di accumulo, il Powerpack, per uso industriale e il Powerwall, per uso domestico.

Nel 2020 la fabbrica di Tesla a Fremont, in California, stava per diventare la più produttiva di tutta l'America, con oltre ottomila auto alla settimana. Nell'ottobre 2021 Tesla divenne la sesta azienda nella storia degli Stati Uniti a valere più di 1000 miliardi di dollari.

Attualmente Tesla è la più grande produttrice di auto elettriche negli Stati Uniti e una delle più rivoluzionarie. [14]

Twitter[modifica]

Nel 2022 Musk chiese al suo personal manager Jared Birchall di iniziare a comprare le azioni di Twitter, diventando così membro del consiglio di amministrazione. Nello stesso anno, decise poi di comprare la piattaforma per 4 miliardi di dollari, con l’obiettivo dichiarato di creare un’applicazione che offrisse servizi finanziari e grandi contenuti, contribuendo allo stesso tempo a salvare la democrazia. [15]

Musk decise di introdurre "Twitter Blue", un abbonamento che avrebbe permesso di verificare il proprio account, fino a quel momento disponibile solo per le celebrità e i funzionari. L'idea di Musk era che chiunque volesse, poteva avere il nuovo distintivo di autenticazione con un pagamento mensile.

Twitter Blue sarebbe servito per molti scopi. In primo luogo avrebbe diminuito i bot, perché sarebbe stato concesso un solo account verificato per ogni carta di credito e numero di telefono. Inoltre, avrebbe inserito le informazioni della carta di credito dell'utente nel sistema, permettendo a Twitter di diventare anche una piattaforma di servizi finanziari e pagamenti.

Quando venne lanciato Twitter Blue ci fu un problema: migliaia di truffatori cercarono un modo per ingannare il sistema di verifica, ottenere la spunta blu e poi cambiare il proprio profilo per impersonare qualcun altro. Molti si finsero politici famosi o inserzionisti. Per questo motivo dopo un giorno dall'uscita, Twitter Blue venne sospeso per alcune settimane. [16]

Twitter è stato per Elon Musk uno degli strumenti più potenti per diffondere le sue opinioni e i suoi messaggi.

Nel luglio 2023 Musk ha deciso di cambiare il nome della piattaforma in “X”. [17]

Riconoscimenti[modifica]

Nel 2022 Musk diventa l'uomo più ricco del mondo, con un patrimonio personale di 304 miliardi di dollari. [18]

Note[modifica]

  1. Isaacson, Elon Musk, pp. 6-7.
  2. Isaacson, Elon Musk, pp. 44-45.
  3. Isaacson, Elon Musk, pp. 74-76.
  4. Isaacson, Elon Musk, pp. 488-489.
  5. Jack Guy, Elon Musk confirms he and Grimes have had a third child and its name is as unusual as you’d expect
  6. Isaacson, Elon Musk, p. 78.
  7. Isaacson, Elon Musk, pp. 83-85.
  8. Isaacson, Elon Musk, p. 93.
  9. Isaacson, Elon Musk, pp. 104-109.
  10. Isaacson, Elon Musk, pp. 121-125.
  11. Isaacson, Elon Musk, pp. 223-228.
  12. Isaacson, Elon Musk, pp. 727-731.
  13. Isaacson, Elon Musk, pp. 155-157.
  14. Isaacson, Elon Musk, p. 483.
  15. Mcnab, Elon Musk. Innovatore, imprenditore e visionario, p. 126.
  16. Isaacson, Elon Musk, pp. 645-646.
  17. Lauren Feiner, Musk explains why he’s rebranding Twitter to X: It’s not just a name change
  18. Isaacson, Elon Musk, pp. 483-484.

Bibliografia[modifica]

  • Lauren Feiner, Musk explains why he’s rebranding Twitter to X: It’s not just a name change, «CNBC», 25 luglio 2023
  • Jack Guy, Elon Musk confirms he and Grimes have had a third child and its name is as unusual as you’d expect, «CNN», 11 settembre 2023
  • Walter Isaacson, Elon Musk, Milano, Mondadori, 2023
  • Chris Mcnab, Elon Musk. Innovatore, imprenditore e visionario, Roma, Gremese Editore, 2023